Gian Maria Varanini

Maria Albina Federico

Giampietro Berti

Giuliana Ericani

Renata Del Sal

Donata M. Grandesso

Maria Luigia De Gregorio Giovanni Marcadella

Giambattista Vinco da Sesso

Giambattista Vinco da Sesso

Alessandra Magro

Carlo Presotto

Franco Scarmoncin e Lucia Verenini

Renzo Stevan e Eugenio Rigoni

Oltre agli apparati decorativi di villa Rezzonico a stabilire il gusto e la misura delle decorazioni pubbliche ma soprattutto private della borghesia “illuminata” e imprenditoriale bassanese, è significativo il fatto che i decoratori chiamati non fossero del territorio ma “foresti”. Un caso particolare è l’incarico all’asiaghese Giovanni Scajaro (1726-1792) per le Storie di Antonio e Cleopatra eseguite nel 1779 per il salone di Palazzo Roberti per cui forse valse il suggerimento del precettore di casa, l’abate Agostino Dal Pozzo; per l’aggiornamento decorativo di palazzo Negri (ora via Gamba) fu convocato da Venezia Giambattista Canal (Venezia 1745-1825) operante pure a fine secolo in palazzo Scolari-Marin. Le case Remondini di piazza, nelle stanze a ovest testimoniano l’aggiornamento della cultura e del gusto della più importante famiglia imprenditoriale bassanese affidando il soffitto (fig.13)

13SebastianoSanti

13. Sebastiano Santi, Venere con Amore, 1810-20 ca. Bassano del Grappa,  palazzo Remondini di piazza, soffitto della stanza con alcova. Il pittore, probabilmente con collaboratori, affrescò l’ala est del piano nobile nel secondo decennio dell’Ottocento.

al muranese Sebastiano Santi (Murano 1789-1866) forse con collaboratori negli anni 1810-1820[29]. Lo stesso gusto che, con ben maggiore impegno, negli stessi anni Sebastiano Santi profonde nel soffitto della Stanza della Musica in palazzo Cortellotti-Remondini (ora via Beata Giovanna) associando Francesco Bagnara (Venezia 1784-1866) il finissimo disegnatore, pittore e scenografo che lascia, nei riquadri parietali della stessa stanza, monocromi paesaggi neoarcadici di alta suggestione[30]. Poco dopo, tra il 1820 e il ’30 gli stessi artisti Santi e Bagnara operano delicate decorazioni neoclassiche in casa Baggio Compostella, sull’altro lato della via, mentre il solo Bagnara, nello stesso decennio compiva i soffitti e la stupefacente fascia sottostante al soffitto (fig.14)

14FrancescoBagnara

14. Francesco Bagnara, Decorazione del soffitto e delle pareti a finto padiglione, 1820 – 1830 ca. Bassano del Grappa, casino Regona Favero Canal alle Fosse, stanza a destra dell’ingresso. Nella eccezionale decorazione, Bagnara anticipa motivi stilistici e fantastici che saranno propri degli anni finali del secolo.

a destra dell’ingresso del casino Regona-Canal alle Fosse con gli arditi pavoni stilizzati ad ali aperte ed iridescenti[31]. Purtroppo completamente perduta con la totale trasformazione dell’edificio la decorazione della sala teatrale del già Teatro Sociale di Bassano affidata a Francesco Bagnara dal 1831. Non solo i decori sono perduti ma è anche dispersa la maggior parte della documentazione per cui non esiste traccia nemmeno della primitiva originale dipintura eseguita verosimilmente entro il 1811. Certamente Bagnara aveva redatto un Disegno pel restauro in Pittura del Teatro entro il 1833; il progetto decorativo e le nuove scenografie inserite entro una più vasta operazione di restauro sono state recentemente oggetto di uno studio approfondito[32] che, in mancanza di dati documentari oggettivi, ha potuto dare un’idea dell’accurato apparato scenografico del Bagnara per Bassano sulla scorta dei disegni scenografici dell’artista conservati a Venezia al Museo Correr alcuni dei quali, fortunatamente, recano in calce l’annotazione «Teatro di Bassano»; un successivo proposito decorativo per il soffitto a tempera e per i fondi dei palchi ad olio, affidato inizialmente «al professore d’ornato Federico Moja (1802-1885)» milanese ma docente all’Accademia di Venezia nel 1854, cadeva nel vuoto nuovamente per motivi economici; infine, nel 1871 venne contattato il bassanese Eugenio Michielin (1843-Firenze 1875), residente a Firenze e attivo nell’atelier del decoratore Olimpio Bandinelli con il quale collabora alla realizzazione del decoro nel soffitto e, in proprio, a parte del fondo dei palchi e arredi minori[33]. Il più eccentrico dei palazzi bassanesi di metà ottocento nasce sulla totale ricostruzione dei caseggiati di proprietà del notaio Orazio Lugo in via Jacopo Dal Ponte; alla sua morte (1853) il figlio Ambrogio erede, intellettuale colto ed aperto alle istanze innovative anche internazionali, in accordo con l’architetto veneziano Ludovico Cadorin (Venezia 1824-1892), cura l’erezione del nuovo edificio in sintonia con il gusto neorinascimentale assemblando motivi lombardeschi con veneto-bizantini e profondendo nel paramento esterno il cotto tradizionale alle lastre di marmo venato in alternanza con i marmorini fino ai decori in ghisa per le balconate, le finestre e i poggioli laterali: ne risulterà un «... vero spartiacque nello scenario dell’architettura locale, una rottura tra passato e presente...»[34]. La complessa e costosa fabbrica, iniziata nel 1854, completata nel 1857, inaugurata nel 1859 fu in seguito acquistata nel 1894 dall’illuminato educatore Luigi Vinanti per il proprio collegio; tuttora è casa Vinanti. Gli interni erano impreziositi, oltre che da pavimenti decorati a seminato e intarsio litico, da un’estesa ornamentazione pittorica nei soffitti del salone e delle stanze al primo piano con motivi figurali, mitologici e a comparto geometrico. In perfetto accordo col gusto neorinascimentale ed eclettico del Cadorin, Ambrogio Lugo convocò il pittore bolognese Contardo Tomaselli (?-1877) il quale, adeguando il decoro al contesto, si ispirò al quadraturismo, al rinascimentale e al moresco; con il Tomaselli collaborò (fig.15)

15EugenioMorettiLarese

15. Eugenio Moretti Larese, Il cocchio di Venere, 1859 c. Bassano, palazzo Lugo Vinanti, soffitto della stanza d’angolo sud-est. Moretti Larese con Contardo Tomaselli sono gli artisti “foresti”attivi a Bassano portatori del nuovo gusto decorativo ispirato al quadraturismo, al revival rinascimentale e al moresco.

Eugenio Moretti-Larese (Venezia 1822-1874) inserendo vaste figurazioni mitologiche[35]; lo stesso pittore veneziano che, poco dopo, nel 1867-1868 sarà attivo per il conte Vincenzo Barzizza a Ca’ Erizzo nella cappella in onore dell’amico violinista Gaetano Mares. La cappella, con vano a pianta rettangolare, sorta sul rifacimento di un precedente oratorio, venne completata dall’architetto veneziano Giovanni Rossi (II metà sec. XIX) tra il 1864 e il ’68 e ospitava, sulla parete di fondo, (fig.16)

16EugenioMorettiLarese

16. Eugenio Moretti Larese,  Santa Cecilia in gloria, 1864 ca. Bassano del Grappa, Ca’ Erizzo, Cappella Mares. Il conte Vincenzo Barzizza fece erigere dall’architetto Giovanni Rossi la cappella in onore del violinista  Gaetano Mares tra il 1865 e il 1868 e convocò Eugenio Moretti Larese per la decorazione pittorica con Santa Cecilia in gloria.

il monumento commemorativo al musicista opera degli scultori Domenico Passarin (Bassano 1802-Venezia 1869), Giovanni De Carli (II metà sec. XIX) e Alberto Brestyansky (Budapest 1832-1895)[36] costituendo in tal modo, caratterizzata nel panorama ambientale da uno snello e svettante campanile, un’ulteriore realtà consapevolmente “eccentrica” al gusto locale.

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