Gian Maria Varanini

Maria Albina Federico

Giampietro Berti

Giuliana Ericani

Renata Del Sal

Donata M. Grandesso

Maria Luigia De Gregorio Giovanni Marcadella

Giambattista Vinco da Sesso

Giambattista Vinco da Sesso

Alessandra Magro

Carlo Presotto

Franco Scarmoncin e Lucia Verenini

Renzo Stevan e Eugenio Rigoni

«...in Bassano non apparì mai cosa alcuna che possa di sua vecchia origine far la minima fede»[1]. Così nella seconda metà del XVIII secolo, l’erudito bassanese Giambattista Verci (1739-1795), confutando tradizioni popolari e fantasiose teorie di storici locali, che accecati dall’eccessivo amore per il loco natio attribuivano la fondazione di Bassano addirittura ad Antenore, se non a Noé[2], respingeva l’ipotesi dell’esistenza di un qualche insediamento preromano e romano antecedente quello medievale. Accettato in seguito quasi unanimemente questo dato, rimaneva però ben viva la convinzione, basata su una consolidata e talora autorevole tradizione di studi, che il comprensorio ove sorge l’odierna Bassano fosse parte integrante del territorio di Acelum (Asolo)[3]. È quindi merito del grande storico dell’antichità Plinio Fraccaro (1883-1959), che a Bassano del Grappa era nato[4], aver dimostrato con uno studio rigoroso e documentato che in epoca romana il Bassanese costituiva l’estremo lembo settentrionale del territorio (ager) amministrato da Patavium (Padova)[5], là dove i fiumi Brenta ad ovest e Lastego e Musone Vecchio ad est ne segnavano i confini con gli agri di Vicenza e di Asolo[6] (fig.1; tav.2).

buonop. fig.1jpg (2)

1. Centuriazione Bassano-Asolo (da P. Fraccaro, Intorno ai confini e alla centuriazione degli agri di Patavium e Acelum, 1940).
Planimetria dell’insediamento romano della città eseguita da uno studioso di origine bassanese, Plinio Fraccaro, compreso tra i fiumi Brenta ad ovest e Lastego e Musone Vecchio ad est, segnati dai confini con gli agri di Vicenza e di Asolo.

Questo sito usa cookies per il proprio funzionamento (leggi qui...)