Gian Maria Varanini

Maria Albina Federico

Giampietro Berti

Giuliana Ericani

Renata Del Sal

Donata M. Grandesso

Maria Luigia De Gregorio Giovanni Marcadella

Giambattista Vinco da Sesso

Giambattista Vinco da Sesso

Alessandra Magro

Carlo Presotto

Franco Scarmoncin e Lucia Verenini

Renzo Stevan e Eugenio Rigoni

Una qualsiasi centralità nasce da addensamenti, «nodosità, per così dire condensazioni, che provocano discontinuità nella distribuzione: qui densità forti, là densità deboli»[9]. Ora, se indubbiamente non è lo spazio, ovvero l’insieme delle caratteristiche geografico-fisiche, a determinare la centralità, bensì essa è “inventata” dagli uomini, nel crogiolo delle relazioni di potere, è altrettanto vero che determinate configurazioni morfologiche e geografiche divengono presupposto e stimolo al condensarsi di relazioni. La nascita e l’evoluzione di Bassano sono un esempio mirabile, quasi un caso di studio, che ben illustra le potenzialità attivatrici di un sito, inteso come «il punto in cui si àncora l’agglomerazione urbana, adattandosi alla topografia locale»[10]. Come afferma Gourou, determinati siti possono svolgere un ruolo genetico, dando quel primo impulso, favorendo quel «modesto inizio» da cui prende slancio il complesso processo di formazione di realtà urbane[11]. Il nucleo iniziale di Bassano deve la sua collocazione ad una precisa specificità topografica, ovvero alla difendibilità del sito, alto sulla pianura, e alla dimensione strategica della sua posizione, sul fiume Brenta in un punto in cui si presentano, verso monte e verso valle, buone opportunità di guado (tav.4) (fig. 1). Non sono due elementi di poco conto visto che proprio «la possibilità di difesa oppure la possibilità di facili contatti con l’esterno» sono, secondo Ortolani, all’origine delle città[12]: nel caso di Bassano troviamo entrambe le condizioni. La difendibilità del sito a sua volta è favorita dall’isolamento, attraverso il rilievo o attraverso l’acqua: ancora il sito di Bassano dimostra il suo valore essendo impostato sul rilievo e protetto, almeno da un lato, dall’acqua del fiume. Peraltro ci si adopererà molto presto a “perfezionare” una già ottima predisposizione naturale per rendere sicuro anche il lato scoperto. Due atti costruttivi infatti permetteranno di stabilizzare e di garantire nel tempo la condizione difensiva e di controllo dell’attraversamento fluviale. Si tratta evidentemente dell’edificazione del castello e delle cinte murarie, da un lato, e dall’altro della costruzione del ponte, favorita proprio qui dal restringimento dell’alveo. Direbbe Turco che castello e ponte consentono alla società locale di proiettarsi nel futuro, di dilatare le possibilità di azione e insieme di garantire la “ricorsività” del suo agire[13], in breve di rendere stabili nel tempo quelle due congiunture privilegiate del sito che hanno motivato il primo insediamento. Insomma, il castello esalta la dimensione difensiva del sito, il ponte garantisce la continuità del transito tra le rive. Gli ampliamenti successivi delle cinte murarie e l’attenzione sempre viva a fossati e terrapieni[14] confermano la persistente necessità di “difendersi”, almeno finché l’evoluzione delle tecniche della guerra renderanno obsolete le strutture murate (fig.2).

Cinta muraria

2. Cinta muraria, terzo quarto del XIV secolo.
Camminamento nord del Castello Superiore in Santa Maria in Colle.

Ma è soprattutto il passaggio dal guado al ponte che assicura la stabilizzazione del ruolo della città nel contesto territoriale[15]. Ripetutamente distrutto dalle brentane, il ponte verrà sempre ricostruito: perché attirava i flussi commerciali concentrandoli all’interno o nei pressi del nucleo urbano[16], garantiva alla città la supremazia rispetto ai centri vicini, assicurava il permanere del valore strategico di Bassano. Per confermare la propria autorevolezza sul territorio, la città non poteva far a meno del suo ponte. Se i significati del sito da un punto di vista difensivo e di controllo dei traffici commerciali, esaltati dal castello e dal ponte, costituiscono gli elementi di formazione del nucleo cittadino, altri saranno i fattori che porteranno allo sviluppo urbano. Più che sul sito bisognerà rivolgere l’attenzione alla posizione intesa come «l’insieme delle condizioni geografiche regionali atte ad agevolare, o meno, i contatti con l’esterno e lo sviluppo delle funzioni cittadine»[17]. Insomma, se quello che Febvre chiama «l’accidente stradale», il guado prima e il ponte poi, sono certamente l’occasione della edificazione allora e in quel luogo del nucleo di Bassano, è necessario allargare lo sguardo e osservare appunto la posizione dell’insediamento rispetto alla configurazione generale del territorio per poter cogliere i fattori di successo della città. Da un lato bisognerà prendere in considerazione la complementarietà tra le zone geografiche, montagna e pianura, sul cui limite Bassano è collocata, e dall’altro si deve fare riferimento alla rete dei collegamenti, fluviali e stradali, che la posizione della città permette di intercettare. Saranno questi infatti gli elementi di ingrandimento, i fattori di crescita, che consentiranno il progredire della città. Perché è regola generale che «per una ragione di strade si sviluppano o decadono le città; […] a causa delle strade diventano centri di accumulazione e concentrazione di prodotti agricoli o industriali di tutta una regione, o anche il centro di distribuzione e di ripartizione di prodotti lontani ed esotici. Nulla più che la storia delle strade influisce sul destino delle città»[18]. Naturalmente al giorno d’oggi le strade sono da intendersi in senso esteso, come sistemi di reti, quindi anche come strade “virtuali”, all’interno delle quali sono contenute molte delle possibilità del futuro successo territoriale di Bassano.

 

 

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