Gian Maria Varanini

Maria Albina Federico

Giampietro Berti

Giuliana Ericani

Renata Del Sal

Donata M. Grandesso

Maria Luigia De Gregorio Giovanni Marcadella

Giambattista Vinco da Sesso

Giambattista Vinco da Sesso

Alessandra Magro

Carlo Presotto

Franco Scarmoncin e Lucia Verenini

Renzo Stevan e Eugenio Rigoni

Presentiamo qui gli scudi affrescati nella loggia di piazza di Bassano, accompagnandoli con alcune notizie relative ai personaggi che rappresentano e ai fatti principali del periodo in cui essi prestarono il loro servizio di governo. Per queste informazioni ci siamo avvalsi soprattutto degli Atti del Consiglio comunale, che riportano però gli eventi solo in ordine cronologico e non tematico; tuttavia per il periodo preso in considerazione sono la fonte migliore. Le altre documentazioni di tipo seriale conservate nell'Archivio storico di Bassano, come quelle relative a estimi, spese, liti eccetera, richiedono un'elaborazione dei dati più complessa e spesso partono dalla metà del XVI secolo. Sono stati riportati, per evitare eccessiva prolissità, solo alcuni avvenimenti significativi, sia relativi al Comune, sia alla storia della Repubblica di Venezia, trascurando le informazioni ripetitive, come la nomina dei religiosi che annualmente predicavano la quaresima, oppure i periodici contratti con i medici condotti o con i maestri di grammatica della scuola comunale, le delibere per fissare il prezzo del frumento venduto dal Fontico del grano e altri eventi simili. Il lavoro tuttavia non si può considerare completo e potrà essere arricchito come un database di eventi utile per la storia del territorio. Le notizie raccolte dovrebbero comunque rendere l'idea dell'evoluzione di Bassano dal momento del passaggio sotto la Serenissima, ancora in piena età tardo-medioevale, fino alla metà del Cinquecento, in pieno Rinascimento e alle soglie della Controriforma. Informazioni più dettagliate su questi podestà e capitani si potrebbero ottenere da una ricerca accurata sulle Relazioni dei Rettori dei Domini della Repubblica, conservate nell'Archivio di Stato di Venezia, ma ciò esula dai limiti imposti al presente lavoro. I nomi dei nobili veneziani, inoltre, si ripetono spesso nel contesto del casato e le ricorrenze di appellativi uguali nelle liste dei rettori di Terraferma, sia a distanza di qualche decennio che di pochi anni, possono trarre in inganno; occorre infatti molta cautela nel ricostruire le note biografiche di questi governatori. Ad esempio, non si può ritenere che il Vettor Pisani, rettore di Bassano nel 1424-25, sia l'ammiraglio che combattè contro i Genovesi durante la Guerra di Chioggia e morì nel 1380. Dubbia è talvolta la precisione con cui furono dipinti gli emblemi che vediamo nella loggia, soprattutto in presenza di varianti; c'erano, ad esempio, tre casate Miani con tre scudi diversi. In altri casi non è dato sapere con certezza se quello sbiadito che si scorge sulla parete fosse veramente del podestà dell'anno a cui dovrebbe corrispondere. Dobbiamo presumere che l'autore fosse informato sulle caratteristiche degli scudi, ma sorge il dubbio che potrebbe, in qualche caso, aver "lavorato di fantasia". La visualizzazione nella casella di sinistra del database sia della foto che dell'immagine grafica dei primi 15 scudi, rende l'idea di come ci siano tra l'affresco e la pittura varianti e imprecisioni, nelle figure e negli smalti, prodotti dall'autore già durante la realizzazione, e che dovrebbero essere esaminati in sede specialistica. Il linguaggio dell'araldica è molto formale, con regole complesse sulle dimensioni, orientamento, posizioni e partizioni delle varie parti dello scudo. Abbiamo potuto rilevare che nella maggior parte degli scudi esse sono rispettate, ma non sempre correttamente, e molto meno soprattutto in quelli della parete rivolta a Nord. Riteniamo utile ricordare che lo scudo era portato dal cavaliere al braccio sinistro e dunque le immagini erano rivolte verso la sua destra; allo spettatore esse risultano quindi orientate da destra verso sinistra, e ciò vale soprattutto per le figure passanti, rampanti…, come leoni, cervi, volpi e altri simboli analoghi. Nei testi di araldica quindi quando si trova scritto destra si intende la sinistra di chi guarda. La blasonatura, ossia la descrizione fatta con il linguaggio araldico, inizia, secondo lo stile francese, inglese e italiano, dal colore del campo, se è pieno, oppure dalla dichiarazione delle partizioni primarie, procedendo poi dall'alto in basso o da sinistra a destra di chi guarda, e sempre partendo dallo sfondo per risalire alle figure in primo piano. Per la lettura dei blasoni e le notizie sulle casate ci siamo avvalsi dell'opera di D. Casimiro Freschot, La Nobiltà Veneta, Venezia 1707; del Libro dei Nobili Veneti, Firenze 1866; dello stemmario Famiglie venete con le loro armi, ms. del XVII sec., Biblioteca Estense Universitaria di Modena; del Dizionario-storico portatile di tutte le venete patrizie famiglie, Venezia 1780; di F. Schröder, Repertorio genealogico delle famiglie confermate Nobili e dei Titolati Nobili esistenti nelle provincie venete, Venezia 1830, del volume di P. Guelfi Camaiani, Dizionario Araldico,Milano 1940; nonché di numerosi siti internet dedicati all'araldica, tra cui Bibliografia di riferimento per l'Armoriale delle famiglie italiane, Stemmario italiano, Leone marinato, I nostri avi, Il Portale dell'Araldica, e delle numerosi voci di Wikipedia e dell'Enciclopedia Treccani. In questi siti sono presenti anche vari glossari di araldica a cui si rinvia. Una bibliografia più ricca si può trovare nell'articolo di Otello Bullato sugli stemmi del Castello di Marostica, pubblicato nel volume Marostica, Vicenza 2004. Per evitare ripetizioni usiamo spesso come sinomimi i vocaboli arme, stemmi, scudi, emblemi eccetera; tuttavia, con scudi o arma si intende la medesima cosa, ossia lo strumento difensivo del guerriero, decorato in genere coi colori del casato; con stemma si intende invece l'insieme di elmo con cimiero, corona, cercine, manto, sostegni eccetera, compresi i motti e gridi d'arme, che personalizzano lo scudo e lo contornano. Quando tutto ciò manca non si può quindi parlare correttamente di stemma. Ringrazio il dott. Alberto Scarmoncin per la collaborazione nella elaborazione grafica di numerose immagini. La serie degli scudi podestarili nella loggia inizia sulla parete rivolta a Est, in alto a sinistra, continua per tutta la riga e prosegue in quella sottostante. Per agevolare la comprensione di alcuni termini sono qui inserite, tra parentesi quadre, alcune spiegazioni.

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