Gian Maria Varanini

Maria Albina Federico

Giampietro Berti

Giuliana Ericani

Renata Del Sal

Donata M. Grandesso

Maria Luigia De Gregorio Giovanni Marcadella

Giambattista Vinco da Sesso

Giambattista Vinco da Sesso

Alessandra Magro

Carlo Presotto

Franco Scarmoncin e Lucia Verenini

Renzo Stevan e Eugenio Rigoni

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Lo scaglione che compare nel suo emblema è indice dell'alta nobiltà di questa casata; essa sarebbe stata di origini bolognesi e fece parte delle 24 più antiche famiglie nobiliari veneziane. I Bembo che portarono il nome Francesco sono più di uno, tra cui un vescovo di Venezia. Questo governatore di Bassano fu poi il capitano generale dell'armata del Po che sconfisse il duca di Milano Filippo Maria Visconti presso Cremona, nel 1426. Fu inoltre podestà a Treviso nel 1376-77, a Padova nel 1411, dove fu pure capitano nel 1420 e di nuovo podestà nel 1427. Dalla casata discese il cardinale Pietro Bembo (1470-1547), poeta, storico di Venezia e scrittore degli Asolani e delle Prose della Volgar Lingua. A Bassano durante il breve mandato del Bembo riprese a funzionare il Consiglio comunale, ma non emergono dagli Atti iniziative degne di nota.
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La casata degli Zane, che alcuni cronisti collegano con scarso fondamento agli Ziani, era una delle più antiche e ricche di Venezia. La volpe che compare nello scudo in veneziano era detta "zana"; il colore azzurro indicherebbe la nobiltà e la ricchezza, l'argento la giustizia e la purezza.Un Andrea Zane è annoverato tra i podestà di Treviso nel 1362-63 e di Conegliano nel 1365, di Vicenza nel 1412-13 e di Padova nel 1417, ma non è sicuro che siano sempre la stessa persona.Il 7 dicembre del 1405 i bassanesi Oradino de Rossignoli e Andrea Forcatura, due cittadini influenti, furono inviati a porgere l'ossequio della città al Doge e a richiedere la conferma dei privilegi richiesti al momento dalla dedizione. Nei mesi precedenti, Oradino aveva ottenuto il permesso di costruire un edificio lungo la Brenta per follare i panni e il Forcatura la concessione a livello di 35 campi di terreno comunale.Il 16 gennaio 1406 furono uccisi in carcere a Venezia Francesco Novello da Carrara signore di Padova e i suoi figli.
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Pietro Zaccaria fu uno dei trenta nobili creati il 4 settembre 1381 per i servizi prestati alla Repubblica durante la Guerra di Chioggia combattuta contro Genova e Padova. Più lo scudo è elaborato, più era recente l'accesso al patriziato, e questo è un esempio evidente. I due metalli, argento e oro nella parte superiore rappresentano gloria e virtù, ricchezza e potenza; ma sono un'anomalia per le regole dell'araldica, secondo cui essi non dovevano mai essere messi insieme negli scudi.
Pietro Zaccaria fu anche podestà a Treviso nel 1417 e a Belluno nel 1421-22. Durante la sua amministrazione in Bassano si riprese a concedere la cittadinanza a immigrati provenienti da varie località per favorire la ripresa economica e fu promossa un'azione legale contro Feltre per il controllo di Primolano.
Nel 1406 il cardinale Angelo Correr, vescovo di Castello, fu eletto Papa con il nome di Gregorio XII; morì però nell'anno successivo.
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Il nome di questa casata è indicato dai genealogisti in vari modi: Pappaciccia, Papaciza, Papariza. Francesco discendeva da Antonio Pappaciccia di Nicolò da S. Moisè, che fu creato nobile nel 1311 per aver aiutato il Doge contro Baiamonte Tiepolo e i suoi congiurati. La famiglia si estinse nel 1425 alla morte di Paolo.
L'oca simboleggia la vigilanza e la custodia, e allude a quelle che salvarono il Campidoglio.
Il 27 luglio 1408 il capitano di Padova con un lodo arbitrale ripartì i compiti di manutenzione della rosta Rosà tra gli uomini di Bassano e quelli di Cittadella.Stemmi.005 001

Questa casata patrizia è fra le più antiche e articolate, quindi è difficile dire a quale ramo appartenesse questo podestà; sono infatti numerosi i Giustinian di nome Bernardo - circa quaranta - tra cui un grande diplomatico, che fu in ballottaggio per l'elezione a Doge, e il padre di san Lorenzo primo patriarca di Venezia nel 1451. In base all'epoca in cui visse, questo podestà potrebbe appartenere alla linea del Calle del Ridotto e essere stato anche Capitano del Polesine di Rovigo nel 1425. Durante la sua gestione il Comune si impegnò in uno scontro con l'arciprete Lazzarino da Parma, accusandolo di comportamenti immorali per ottenerne la rimozione.
Nel 1409 il re di Napoli Ladislao cedette la città di Zara e tutti i suoi diritti sulla Dalmazia allo Stato veneziano in cambio di 100.000 ducati d'oro. Ciò provocò però le proteste di Sigismondo del Lussemburgo re d'Ungheria.
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Questo podestà apparteneva ad una famiglia di antica nobiltà proveniente da Altino. Esiste anche un altro casato da Canal che porta però uno scudo diverso.
Durante la sua amministrazione continuò la lite tra il Comune e l'arciprete Lazzarino da Parma. Tale fatto provocò gravi dissapori con la curia vescovile, intenzionata a difendere le proprie prerogative nella nomina dei presbiteri.
Venezia in questo periodo provvedeva a fortificare Zara e le frontiere trevigiane e orientali, mentre il re Sigismondo andava raccogliendo il suo esercito ai confini del Friuli.
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I Contarini furono tra le 12 più antiche casate veneziane dette "apostoliche". Un Giovanni Contarini fu podestà di Conegliano nel 1373 e nel 1433, podestà di Padova nel 1428 e di Vicenza nel 1474, però non poteva essere sempre la stessa persona.
Proseguirono in questo periodo le trattative del Consiglio comunale con il Vescovo di Vicenza per risolvere la questione della scelta dell'Ar-ciprete. Furono poi nominati due saltari per ogni quartiere, detti spioni, per sorvegliare il "vignale": i terreni a vigneto del bassanese che costituivano la fonte primaria dell'economia del territorio.
Il 20 aprile 1411 iniziò l'invasione del Friuli da parte dell'esercito dell'imperatore Sigismondo d'Ungheria, guidato da Filippo Scolari, detto Pippo Spano. L'imperatore aveva vari motivi di contrasto con i Veneziani, sia per la loro politica espansionistica nella Dalmazia e nel Friuli, sia perché rifiutavano di sottomettersi all'autorità imperiale.
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Ci furono più casate Miani nel Veneto, ma le altre portano sugli scudi una o tre pannocchiette di grano in capo azzurro; questa del podestà Pietro discenderebbe, secondo alcuni genealogisti, dal casato dei Miani che edificarono la chiesa di S. Tomà.
Nel dicembre del 1411, scendendo da Belluno e Feltre, l'esercito ungherese condotto da Pippo Spano raggiunse il territorio pedemontano e i Bassanesi dovettero organizzare la difesa contro il nemico. Il Podestà Miani insieme con il capitano del castello Andrea de Redusi da Quero riuscì ad animare la resistenza dei cittadini, che respinsero gli invasori ottenendo il plauso del doge Michele Steno.
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I Marcello erano un casato certamente insediato a Torcello nel X secolo, ma vantava le sue origini nella gens Claudia-Marcella dell'età imperiale. Nel XV secolo diedero alla Repubblica numerosi generali e un doge.
Mancano notizie sulle attività del Consiglio comunale in questo periodo tormentato dalla guerra.
Sotto la sua amministrazione proseguirono le operazioni militari contro l'esercitò ungherese di Pippo Spano; i Bassanesi continuarono la resistenza contro gli invasori, che attaccarono in forze anche Vicenza senza riuscire a conquistarla. Spossato dalle gravi perdite l'imperatore Sigismondo chiese infine una tregua della durata di un quinquennio, che fu firmata il 18 aprile 1413 ad Aquileia.
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Questo podestà apparteneva ad una famiglia antichissima proveniente da Muggia. Proprio nel 1413 nacque Marco Barbarigo, che diventò Doge di Venezia nel 1485.
A Bassano vennero associati alla cittadinanza alcuni forestieri: Giacomo dal Pozzo, Bartolomeo da Lugo e Francesco da Angarano; è questo un sintomo della ripresa delle attività economiche; mancano però notizie più dettagliate sull'attività del Consiglio comunale.
Il 26 dicembre del 1413 morì Michele Steno, il doge che aveva dato inizio all'espansione veneziana nella Terraferma. Lo sostituì Tommaso Mocenigo, preferito a Paolo Zuliani perché quest'ultimo non era un bravo oratore.
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I Cocco furono un casato proveniente, secondo alcuni genealogisti, da Durazzo, secondo altri da Mantova, e ricoprirono importanti incarichi politici in Venezia.
Negli Atti del Comune però non sono menzionate delibere relative al periodo della gestione di questo podestà.
Durante la tregua con Sigismondo i Veneziani con molto impegno fortificarono Zara, la città che era rivendicata dall'imperatore.
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Due sono gli stemmi attribuiti ai Tron, differenti solo per alcuni particolari relativi ai gigli rossi. Fu un casato di antica nobiltà insediato nell'isola di Mazzorbo, ma di incerta provenienza.
Negli Atti del Comune non ci sono delibere relative al periodo della gestione di questo podestà.
Nel maggio del 1416 una flotta veneziana sconfisse quella turca nei pressi di Tenedo, iniziò così un nuovo ciclo di ostilità tra la Repubblica e gli Ottomani che si svilupperà ulteriormente negli anni successivi.
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Podestà appartenente ad una antica casata che si diceva fosse fuggita da Altino quand'era stata invasa dagli Unni, e si fosse insediata a Burano.
Nessuna informazione proviene dalle relazioni del Consiglio comunale di Bassano su questo suo periodo di servizio.
Il nuovo duca di Milano Filippo Maria Visconti durante quest'anno attaccò Bergamo e Brescia, con l'intenzione di recuperare le terre perdute alla morte di Gian Galeazzo. Per Venezia si aprì così un nuovo fronte di ostilità.
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Lo stemma più noto dei Morosini è quello blasonato d'oro alla banda d'azzurro, che fu anche del doge Francesco Morosini, detto il Peloponnesiaco.
Qui troviamo una variante dei diversi scudi della casata. La regina d'Ungheria Tommasina Morosini lo portava d'oro alla fascia azzurra ma Andrea, generale nella guerra contro Zara, aggiunse la croce rossa con il cerchio d'argento (1348). Sembra perciò che lo scudo del podestà Pietro alluda a questo ramo del casato.
I Morosini furono molto attivi come Rettori in Terraferma, tuttavia questo Pietro non è presente nelle liste dei magistrati delle principali città venete.
Negli Atti del Consiglio non è riportata alcuna delibera relativa alla sua amministrazione.
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Gli Orio erano una nobile famiglia originaria di Altino e fuggita al tempo delle invasioni degli Unni; si stabilì quindi a Rialto e fu tra le casate fondatrici di Venezia.
Gli Atti del Comune non menzionano delibere relative al periodo di questo podestà, ma Venezia in quel tempo vide crescere la tensione sia con l'imperatore Sigismondo, che pretendeva la restituzione di Zara e il libero passaggio per la Terraferma veneta, che con il Patriarca di Aquileia Ludovico di Teck, che non rispettava gli accordi stabiliti. Agli inizi del 1419 l'esercito veneziano fu quindi impegnato in feroci azioni di guerra nel Friuli. Il 30 aprile 1418 quattro ambasciatori veneziani parteciparono al Concilio di Costanza, dove incontrarono Sigismondo, ma non risolsero i motivi di contrasto, perché Venezia rifiutava di cedergli le città dalmate.
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Ritroviamo di nuovo lo scudo della famiglia Zaccaria, che con il podestà Bernardo aveva ricoperto l'incarico già nel 1406-07
Negli Atti del Comune però non sono menzionati atti relativi all'amministrazione di Ermolao.
Infuriò in questo periodo la guerra in Friuli e tra marzo e aprile 1420 la flotta veneziana attaccò la Dalmazia; Spalato si arrese e altre località costiere la imitarono facendo atto di sottomissione alla Repubblica.
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 I Venier furono una casata di antichissima origine, che secondo alcuni proveniva dalla gens Aurelia, e diede ben tre dogi alla Repubblica. Tra questi ci fu un Antonio Venier, che governò prima del 1400, ed è famoso per aver lasciato morire in carcere il figlio Alvise, reo di adulterio.
La guerra contro il Patriarca di Aquileia si concluse in questo periodo con la resa dapprima di Feltre, poi di Udine e l'assorbimento del Friuli nello Stato veneziano. Il duca di Milano Filippo Maria Visconti, preoccupato per la crescente potenza della Repubblica, stipulò allora una tregua decennale con Venezia.
Anche per questa podesteria non ci sono notizie negli Atti del Comune, ma la diffusione della peste costrinse lo stesso podestà a dimorare fuori città per sfuggire il contagio.
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I Loredan erano un'antica casata che intorno a questo decennio andò assumendo crescente importanza, tanto che alcuni suoi membri diventarono baili a Negroponte. Un Pietro Loredan fu nel 1420 l'ammiraglio della flotta veneziana nella guerra contro i Turchi.
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Nicolò Marcello aveva già amministrato Bassano nel 1412-13 e vi ritornò a distanza di dieci anni. Durante questo secondo mandato gli Atti del Comune registrano poche delibere: la concessione della cittadinanza al maestro Abondio di Como e l'assunzione di un nuovo medico, il veronese Francesco de Polla al posto del precedente Michele de Savonarola.
In questo periodo nacque un contezioso per la definizione dei confini tra Bassano e Rossano.
Il 4 aprile 1423 morì a Venezia il Doge Tommaso Mocenigo e il giorno 15 fu eletto Francesco Foscari. In quest'anno la peste provocò migliaia di vittime e indusse il Governo a istituire il primo Lazzaretto nell'isola di S. Maria in Nazaret, mentre in tutto lo Stato dilagava il terrore.

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