Gian Maria Varanini

Maria Albina Federico

Giampietro Berti

Giuliana Ericani

Renata Del Sal

Donata M. Grandesso

Maria Luigia De Gregorio Giovanni Marcadella

Giambattista Vinco da Sesso

Giambattista Vinco da Sesso

Alessandra Magro

Carlo Presotto

Franco Scarmoncin e Lucia Verenini

Renzo Stevan e Eugenio Rigoni

scudi.041 001
I Calbo appartenevano alle case nove e diedero alla Repubblica numerosi uomini politici. Di questo podestà, tuttavia, non conosciamo altre attività.
A Bassano il Consiglio comunale deliberò di favorire con agevolazioni fiscali gli agricoltori disposti ad insediarsi sul territorio e si preoccupò di produrre una copia degli statuti agrari; approvò inoltre la creazione di una Camera dei Pegni. Altri provvedimenti riguardarono l'assunzione dell'arciprete don Leonardo da Venezia, la cui nomina era ostacolata dalla contesa con il prete Marco che rifiutava di lasciare il suo incarico.
scudi.042 001
Il casato di questo podestà proveniva, a quanto si diceva, da Capodistria e diede alla Repubblica il doge Francesco Erizzo e numerosi valorosi generali.
Il Comune in questo periodo si trovò ancora a trattare con il Vescovo di Vicenza a causa dell'interdetto da lui lanciato contro i Bassanesi, perché rifiutavano di versargli la somma richiesta in cambio della concessione delle decime feudali; il Consiglio richiese allora l'intervento del Governo veneziano affinchè facesse da mediatore. Furono inoltre presi provvedimenti per tutelare l'arte dei produttori di panni di lana.
I Veneziani si impegnarono intanto a combattere i pirati Saraceni per rendere sicure le rotte del Mediterraneo.
scudi.043 001
Gli Zorzi appartenevano al gruppo delle più antiche casate insediatesi a Venezia ed erano probabilmente provenienti da Pavia.
Si complicarono le questioni tra i Bassanesi e il Vescovo di Vicenza e al giurisperito Matteo de' Bissari fu affidato l'incarico di difendere il Comune. Si concesse a Uguccione di Asiago il permesso di edificare una cappella a nord di S. Francesco e a Marco Campesan di chiudere il portico della sua casa, prospiciente la piazza del Comune (forse casa Michieli). Altri provvedimenti riguardarono la rosta Rosà e la campagna bassanese.
I contrasti tra Venezia e il duca di Milano frattanto ripresero, aggravati dal passaggio di Francesco Sforza nel campo del Visconti.
scudi.044 001
I Bolani o Bollani appartenevano alle case nove, ma affermavano di essere giunti a Venezia da Costantinopoli nel XII secolo.
A Bassano furono aggregati alla cittadinanza altri artigiani forestieri e si deliberò di cacciare il prestatore ebreo Calimano, accusato di usura. Nel dicembre del 1448 una delibera del Doge concesse al Comune di istituire la Camera dei Pegni. Proseguirono intanto le difficili trattative con il Vescovo per togliere l'interdetto sulla città.
scudi.045 001
A distanza di un decennio tornò questo podestà a Bassano. l'erudito Francesco Chiuppani racconta che fu lodato dai Bassanesi per aver liberato la campagna circostante da una banda di tagliaborse usando uno stratagemma. Avrebbe inviato un contadino con un carico di polli fuori città in modo da farlo catturare dai malandrini. Questi avrebbero mangiato i polli, che però erano avvelenati, e sarebbero morti. Non è sicuro che il fatto sia vero, però ci permette di considerare che in quel tempo c'erano, per vari motivi, guerre e ristrettezze economiche, gruppi di sbandati che infestavano le campagne e si davano al brigantaggio. Era una piaga che la Repubblica faticava a tener sotto controllo, oppure reprimeva con mezzi estremi.
Il 6 giugno 1449 a Bassano venne costituito il collegio dei notai. In quest'anno furono presi numerosi provvedimenti importanti, tra cui la regolamentazione delle successioni senza testamento. Il giurisperito Lauro de Palazzoli da Padova fu premiato per aver tutelato Bassano nella causa contro Cittadella relativa all'acqua della rosta Rosà. Furono inoltre appaltate l'esattoria comunale e la panetteria e fissate regole per il trasporto del vino.
scudi.046 001
I Da Riva appartenevano alle case nove e diedero alla Repubblica vari magistrati, ma poco si sa di questo Venceslao.
Nel luglio del 1451 a Bassano su ordine del doge Foscari si ricostruì il ponte sul Brenta da tempo rovinato, e furono costretti a concorrere con uomini e materiali anche Asolo, Castelfranco, Cittadella e Vicenza.
In quest'anno passò per Bassano l'imperatore Federico III d'Asburgo, che scendeva a Roma per l'incoronazione.
Divampò in questo periodo la guerra per la conquista di Milano da parte di Francesco Sforza. Venezia favoriva invece la Repubblica ambrosiana e Bartolomeo Colleoni, generale al servizio della Serenissima, tentò di portare aiuti e viveri alla città assediata. Il 25 febbraio del 1450 i Milanesi si arresero allo Sforza e gli consegnarono la città. Si esaurì così anche il contenzioso coi Veneziani. Molto però si discusse in Senato tra chi voleva continuare la guerra e chi riteneva più utile concentrarsi sulla difesa in Levante.
scudi.047 001
I Gradenigo appartenevano al gruppo delle famiglie fondatrici della città e provenivano da Grado.
Nell'ottobre del 1451 i Bassanesi conclusero la vertenza con il Vescovo di Vicenza, relativa ai diritti feudali sulle decime, tramite il versamento di 25 ducati, da lui pretesi per cedere i diritti dell'episcopato su beni che sarebbero appartenuti ai da Romano. Furono fatti studi sulla fattibilità di un canale navigabile da Bassano a Venezia, ma si decise di soprassedere. Si concesse la cittadinanza a vari forestieri tra cui Giacomo del fu Bartolomeo da Gallio, pellettiere, forse antenato della famiglia dei pittori dal Ponte.
A Venezia si decise intanto la preparazione della guerra contro lo Sforza e fu decretata una raccolta di imposte straordinarie. La Repubblica firmò quindi un'alleanza con Alfonso d'Aragona, il duca di Savoia, il marchese del Monferrato e altri signori contro Milano, appoggiata da Firenze. Nel maggio del 1452 iniziarono le operazioni della lega antimilanese sotto la guida del generale veneziano Gentile da Lionessa che superò con il suo esercito l'Adda per attaccare Milano.
scudi.048 001
La casata dei Sanudo faceva parte delle famiglie veneziane più antiche, dette apostoliche, e molti suoi membri occuparono magistrature importanti. Un Francesco Sanudo compare tra i rettori vicentini nel 1412 e un altro nel 1471; il podestà che venne a Bassano potrebbe essere quest'ultimo.
La città aveva allora gravi problemi di approvvigionamento di grano e il Comune nel gennaio del 1454 cedette in affitto 100 campi in cambio di 100 Lire per acquistare frumento; a marzo poi altri 50 campi furono ceduti a livello per lo stesso motivo. Nel mese di giugno il podestà emanò un ordinamento per la gestione del Fontico dei Grani: il suo capitale non avrebbe dovuto essere usato per prelevamenti o mutui, ma doveva restare sempre a disposizione del Comune.
Il 29 maggio del 1453 Costantinopoli fu conquistata dai Turchi; la loro avanzata produsse gravi preoccupazioni a Venezia. L'8 aprile 1454 fu firmata a Lodi la pace tra Venezia e Milano con cui si concluse la lunga serie di guerre che avevano tormentato l'Italia per decenni.
scudi.049 001
Ritroviamo in questa posizione lo scudo di Donato Priuli che già era stato podestà di Bassano nel 1443-44.
Nel novembre del 1454 il Consiglio bassanese decise di nominare tre massari per la fabbrica della chiesa di S. Giovanni e sotto la direzione dell'ingegnere Nicolò fu restaurata la via d'Onara. Molti campi furono ancora concessi a livello a vari proprietari. In esecuzione della delibera del Sanudo furono nominati quattro provveditori per la gestione del Fontico.
scudi.050 001
Il casato dei Malipiero si diceva che fosse venuto da Aquileia o da Altino in tempi molto antichi e diede anche un doge alla Repubblica.
Bassano inviò a Venezia un legato per chiedere la libera circolazione delle biade nei territori del vicentino e del trevigiano al fine di alleviare i problemi di rifornimento della città. Nel febbraio del 1456 fu selciata la via per il Porto di Brenta, che ormai era molto dissestata. Poiché i figli di Matteo Angelini, cimatore avevano costruito la loro bottega a est della loggia comunale senza permesso, chiudendo il portico, si decise di far loro pagare un canone annuo di 20 soldi anziché demolirla. Il Comune fece poi causa agli uomini di Rossano perché portavano in città vino di provenienza non bassanese.
scudi.051 001
Durante il mandato di di questo podestà, già presente a Bassano nel 1442, furono compiute varie opere pubbliche: la sistemazione delle carceri e delle scale che portavano al Consiglio, con la creazione di uno studiolo a uso cancelleria. Il Fontico dei grani venne riorganizzato con la distribuzione delle chiavi a tre responsabili: il Podestà, i Provveditori e il guardiano. Si deliberò inoltre che i campi del Comune in futuro sarebbero stati affittati ai soli cittadini bassanesi, dietro corresponsione di uno staio di frumento o segala all'anno. Il Comune donò pure un panno per la nomina del nuovo doge Pasquale Malipiero, subentrato a Francesco Foscari che era stato deposto perché l'età non gli consentiva di espletare il suo incarico. Nel gennaio del 1456 morì anche Lorenzo Giustiniani, il primo patriarca di Venezia. Il patriarcato era stato costituito da papa Nicolò V riunendo l'antico patriarcato gradense con il vescovado castellano.
scudi.052 001
Questo è uno degli scudi dei due rami del casato Donati, probabilmente quello della famiglia più antica, che i cronisti dicevano provenisse da Altino.
Durante questa podesteria fu richiesto a Venezia di contribuire con 100 ducati, da trattenere sulle condanne inflitte a Bassano, alla costruzione di una nuova loggia presso il Palazzo Pretorio, destinata a sede di tribunale.
Il podestà emanò inoltre un regolamento sulla manutenzione della rosta Rosà e molti campi furono affittati con il previsto contratto di fornitura di frumento.
scudi.053 001
I Foscarini erano una famiglia antica, giunta a Venezia da Altino o da Padova e si suddivisero in più casati. Di Bartolomeo non conosciamo però altri incarichi.
A Bassano proseguì la distribuzione di campi comunali; si decise inoltre di costruire un macello e di calmierare i prezzi delle carni.
Sorse nel frattempo un contenzioso tra Bassano e le ville contermini di Rosà, Solagna, Pove e Rossano per problemi legati alla tassazione.
Accaddero in quest'anno avvenimenti importanti, come la nomina di papa Pio II e la preparazione della guerra contro i Turchi, guidati allora dal sultano Maometto II.
scudi.054 001
Durante il rettorato di questo podestà, altro membro della famiglia Malipiero già incontrata, proseguì la causa contro le comunità del contado, Solagna, Pove e Rossano, che si concluse con un concordato il 18 giugno 1460.
In Italia nel frattempo era in atto un conflitto per il controllo del trono di Napoli; Venezia ne restò coinvolta poiché favoriva segretamente Giovanni d'Angiò contro Ferdinando d'Aragona.
scudi.055 001
Questa casata diede alla Repubblica ben otto dogi e fu una delle più fiorenti, tanto che erano 107 le famiglie censite come Contarini nel 1500. Tra i numerosi Contarini che furono podestà nelle principali città venete non si trova però traccia di questo Alessandro. Bassano si attivò in questo periodo per trovare un nuovo Arciprete e un mastro da preporre all'arte della lana. Al professore di grammatica Oliviero da Arzignano fu assegnato l'incarico di maestro della scuola cittadina. Venezia, preoccupata per l'avanzare dei Turchi, inviò il generale Alvise Loredan nel gennaio 1463 a presidiare le isole dell'arcipelago del mare Egeo occupate dai Veneziani. Nel maggio del 1462 morì il doge Malipiero e gli successe Cristoforo Moro.
scudi.056 001
I Venier furono una casata di origini molto antiche, forse proveniente da Vicenza; diedero allo Stato tre dogi e numerosi magistrati. Una parte dei Venier si trasferì poi a Candia, dove partecipò ad una rivolta contro Venezia, l'altra rimase fedele alla Repubblica. Di Nicolò non conosciamo altri incarichi, nonostante siano numerosi i Venier che furono rettori nelle città venete.
A Bassano durante il suo mandato il Comune deliberò di fare una doppia tassazione per ricostruire la chiesa di S. Giovanni e cercò di organizzare presso il convento di S. Francesco il Capitolo Generale dei frati Minori.
A vari immigrati fu concessa la cittadinanza e si continuò a cedere campi in affitto.
Intanto a Venezia fervevano i preparativi per la guerra contro i Turchi voluta da papa Pio II.
scudi.057 001
I Barbaro, originari di Trieste, appartenevano a uno dei più importanti casati veneziani e si dividevano in molti rami. Non si conoscono però altri incarichi assegnati a questo podestà e anche gli Atti del Consiglio non riportano fatti di rilievo per questo periodo. Nel luglio del 1464 la flotta preparata per la guerra contro i Turchi si raccolse ad Ancona, dove però nel contempo era morto papa Pio II. La spedizione fu quindi sospesa e fu eletto papa il cardinale veneziano Pietro Barbo che prese il nome di Paolo II.
scudi.058 001
Torna a distanza di pochi anni un altro Malipiero, ma anche di questo podestà non si conoscono altri incarichi.
A Bassano il 9 giugno del 1465 si deliberò di far aggiustare la campana della torre che si era rotta; i mastri Baldisserra e Andrea da Vicenza si impegnarono a rifonderla nel tempo di 15 giorni. Si decise anche di restaurare la stufa pubblica (il postribolo) e di concederla in appalto.
scudi.059 001
I Dolfin furono un'importante casata, attestata fin dal X secolo, che annoverò fra i suoi membri vescovi, cardinali e dogi. Di questo podestà non conosciamo però altri incarichi e per questo anno manca pure la documentazione negli Atti del Comune
I rapporti tra Venezia e il Papato intanto si incrinarono. La Repubblica aveva infatti deciso di tassare anche il clero, per ovviare alla grave crisi finanziaria legata alle spese per la preparazione della guerra contro Maometto II.
scudi.060 001
Questo podestà apparteneva alla famiglia Erizzo che aveva già dato in precedenza un altro rettore nel 1445-46. Mancano per quest'anno notizie sulle attività del Consiglio di Bassano.
A Venezia nacquero nel frattempo dissapori con il governo di Pietro de Medici, signore di Firenze, e gli esuli fiorentini fecero pressioni sulla Serenissima perché intervenisse. Il generale Bartolomeo Colleoni prese allora l'iniziativa di attaccare Firenze, ma il papa Paolo II riuscì a riportare la pace.
Il 30 luglio 1468 la quattordicenne Caterina Cornaro sposò per procura Giacomo II Lusignano, re di Cipro. Era figlia di Andrea Cornaro, che aveva prestato soccorso a Giacomo, trovandosi a Cipro esiliato da Venezia. La Repubblica però da quel momento adottò Caterina come figlia dello Stato e inviò quattro galere per la sua protezione.
La biblioteca di S. Marco (Marciana) si arricchì in quest'anno della raccolta del famoso cardinale Bessarione che lasciò i suoi libri alla Repubblica.

Questo sito usa cookies per il proprio funzionamento (leggi qui...)