Gian Maria Varanini

Maria Albina Federico

Giampietro Berti

Giuliana Ericani

Renata Del Sal

Donata M. Grandesso

Maria Luigia De Gregorio Giovanni Marcadella

Giambattista Vinco da Sesso

Giambattista Vinco da Sesso

Alessandra Magro

Carlo Presotto

Franco Scarmoncin e Lucia Verenini

Renzo Stevan e Eugenio Rigoni

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Sembra che questa casata si sia stanziata nella laguna al tempo dell'invasione degli Unni e si divise in varie fami-glie con stemmi diversi.
A Bassano fu concesso in locazione altro terreno comunale a vari proprietari, tra cui Bartolomeo Pandolfino che doveva dare in cambio sia denaro che 1000 mattoni per restaurare la chiesa di S. Maria.
Nel luglio del 1470 i Turchi conquistarono Negroponte e massacrarono i difensori. Il 6 marzo 1471 i Bassanesi deliberarono di fare una donazione di 10 ducati per il nobile Zane di Negroponte, che aveva perduto tutti i beni nella distruzione della città e decisero che la sua famiglia sarebbe stata riscattata a loro spese.
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Ritroviamo qui un podestà appartenente alla famiglia Contarini, che già aveva dato due rettori a Bassano.
Non sono note le attività del Comune, perché mancano le relazioni del Consiglio da quest'anno fino al 1474.
Venezia per fare guerra contro il sultano Maometto II si alleò al re di Persia, e il generale Pietro Mocenigo con la flotta veneziana operò nel Peloponneso in aiuto dei Persiani contro i Turchi.
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È il quarto membro della casata Minotto assegnato come podestà a Bassano.
Venezia continuò in questo periodo le operazioni navali in appoggio ai Persiani, che si scontrarono in grandi battaglie con i Turchi.
Morì nel luglio del 1473 Giacomo II Lusignano lasciando vedova Caterina Cornaro. Congiure di palazzo e assassinii politici si verificarono allora in Cipro, al cui controllo aspirava anche il re di Napoli. Il generale della flotta Pietro Mocenigo fu quindi inviato dal Governo a occupare l'isola. 
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I Nani erano un casato proveniente da Altino e trasferitosi poi a Torcello. Si divisero in diversi rami e ciò rende difficile stabilire quale fosse veramente lo scudo del podestà Francesco.
Nel luglio del 1475 il Consiglio comunale inviò nunzi a Venezia per chiedere che fosse definitivamente interdetto agli Ebrei di prestare denaro in Bassano.
Morì nel luglio del 1475 il doge Nicolò Tron e fu eletto Nicolò Marcello, che però non era il podestà di Bassano del 1412-13.
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È questo il terzo podestà che apparteneva alla famiglia Priuli.
Durante il suo governo il Comune nominò nove revisori degli Statuti che provvidero a riscriverli e a sottoporli all'approvazione del Governo veneziano. Distribuì inoltre a vari proprietari numerosi appezzamenti della campagna bassanese e avviò restauri alle chiese cittadine e al convento di S. Francesco; deliberò anche di scavare un pozzo a cisterna nella piazza comunale.
Nel maggio del 1477 fu fatto un accordo con il pittore Nicolò da Marostica per dipingere la facciata della loggia rivolta a sud.
Tra Venezia e i Turchi fu intanto stabilita una tregua, ma si continuarono i preparativi per la ripresa delle ostilità e per questo venne ingrandito l'arsenale.
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Questo casato aveva diverse arme; quella raffigurata nella loggia manca di una fascia azzurra con tre gigli d'oro sulla partizione rossa, come solitamente portavano i Bon.
Il Comune in questo periodo appaltò a mastro Antonio dalla Porta il restauro di alcune parti delle mura cittadine e nel contempo inviò ambasciatori a Venezia per convincere la Repubblica ad assumersi l'onere di tale ricostruzione.
La diffusione della peste spinse la municipalità a nominare cinque provveditori per sorvegliare il contagio e autorizzò a prelevare dalla cassa del Fontico il denaro necessario per gli aiuti agli appestati. Ben presto però i provveditori si abbandonarono la città.
Il podestà il 4 giugno del 1478 approvò la costituzione di un piccolo corpo di guardie cittadine restando prudentemente affacciato alla finestra del Palazzo pretorio.
L'esercito di Maometto II intanto, passando per la Croazia, arrivò in Friuli e attaccò quello veneziano presso Gradisca, facendone strage. Giunto a tre miglia da Udine però si ritirò. Per evitare in futuro simili disastri, i Veneziani decisero di rafforzare la frontiera e costruirono fortificazioni davanti alle città di Udine, Gradisca e Cividale.
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È il secondo dei Foscarini inviato come podestà in Bassano.
Nel febbraio del 1479 si celebrarono solennemente in città molte S. Messe a ringraziamento della protezione celeste contro la peste appena conclusa. Furono poi ripresi i lavori pubblici e quelli alla rosta Rosà; si studiarono ipotesi per condurre l'acqua in piazza a Bassano, prendendola dalla sorgente Rea di Campese, ma il progetto non ebbe seguito. Si deliberò anche la costruzione di un palazzo ad uso tribunale e cancelleria a fianco della chiesa di S. Giovanni, e anche questo, per mancanza sia di spazio adeguato che di mezzi finanziari, non fu realizzato.
Anche a Venezia per 18 mesi imperversò la peste, poi la Repubblica fu coinvolta nelle ostilità tra Firenze e il Papato, che aveva favorito il 26 aprile del 1479 la congiura dei Pazzi contro Lorenzo e Giuliano de' Medici.
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A distanza di due anni ritroviamo a Bassano un altro podestà appartenente alla famiglia Bon.
Nel mese di luglio il Comune decretò che fosse prodotto uno stendardo in seta con il Leone di S. Marco e lo stemma di Bassano. In questo periodo molti altri appezzamenti di terreno comunale furono assegnati a vari cittadini e 25 campi nell'area di San Zeno furono affittati al sacerdote della cappella di S. Antonio Abate eretta in Rosà, al canone di un solo soldo all'anno per campo, ma con la condizione che quella chiesa restasse dipendente dalla pieve di Bassano. Da poco nominato arciprete di Bassano, Benedetto Novello, chiese di potersi assentare per compiere gli studi universitari a Padova.
Dopo la morte del sultano Maometto II salì al trono in Turchia Bayezid II e i Veneziani sperarono di concludere con lui una pace che ponesse fine alla guerra con l'Impero Ottomano. Le trattative avviate nell'agosto del 1481 si conclusero positivamente agli inizi dell'anno successivo.
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É questo il secondo podestà della casata Bolani dopo quello presente nel 1448-49 .
Il Comune si preoccupò per la diffusione di una nuova epidemia di peste, ma i provveditori nominati per tenerla sotto controllo abbandonarono l'ufficio e anche il Podestà approvò il passaggio dell'incarico ad altri restando alla finestra del Palazzo per paura del contagio. Il 14 aprile 1482 si deliberò di costruire una loggia nel Palazzo Pretorio, per rendere giustizia, e il Comune si assunse l'onere di pagare il salario degli operai. Il 19 novembre fece anche un contratto con un pittore bassanese per l'esecuzione di un fregio nella loggia appena costruita.
Il Comune inviò poi alcuni nunzi a Venezia per protestare contro l'imposizione di aiuti militari per la preparazione della guerra contro il duca di Ferrara Ercole I d'Este. La Repubblica nominò quindi generale dell'esercito veneziano Roberto da Sanseverino, che avanzò rapidamente fino alla rocca Stellata sul Po e pose l'assedio a Ficarolo. Nel luglio del 1482 fu presa Rovigo e invaso il territorio ferrarese; ma a questo punto l'intervento di papa Sisto IV in favore del duca estense rallentò le operazioni dell'esercito veneziano.
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I Bragadin provenivano dall'isola di Veglia, di cui erano signori, e si dice che furono tra le famiglie che fondarono Venezia. Il casato è famoso soprattutto per il valore del generale Marc'Antonio Bragadin, che difese Famagosta dai Turchi durante un lunghissimo assedio nel 1570. Dopo la sua resa fu orrendamente torturato e scuoiato vivo ma, grazie al suo sacrificio, Venezia ebbe il tempo di preparare la flotta che a Lepanto distrusse l'esercito ottomano.
Il Comune deliberò la spesa di 300 lire per il restauro del monastero femminile di S. Giovanni, ma le monache si divisero tra quelle che volevano ritornare e quelle che preferivano restare a S. Pancrazio.
Fu edificato in questo periodo il Lazzaretto bassanese per internare gli appestati e furono redatti vari regolamenti sull'uso del vignale, sull'arte della lana e la vendita dei panni. In novembre 1483 nacque inoltre un conflitto con Vicenza per i confini nelle zone di Cartigliano e di Primolano; a Venezia fu chiesto di avere in concessione una riva dove scaricare le botti di vino bassanesi.
Nel maggio del 1483 Sisto IV lanciò contro la Repubblica di Venezia la scomunica e l'interdetto, che colpì tutto lo Stato. Il Governo veneziano reagì chiedendo la convocazione di un concilio. Ferrara fu assediata dall'esercito veneziano, ma furono le ristrettezze economiche a consigliare al duca Ercole di intavolare con la Serenissima trattative di pace, che fu conclusa il 7 agosto 1484. Il giorno 12 morì anche Sisto IV, qualcuno dice per l'inquietudine prodottagli dai gravi insuccessi della sua politica. Il successore Innocenzo VIII tolse infine la scomunica allo Stato veneziano.
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I Balbi vantavano origini antiche, ma erano divisi in più casati con stemmi diversi. Qui a fianco compare quello del ramo principale.
A Bassano il 15 marzo 1485 venne istituito un corpo di quattro vigili con il compito di sorvegliare le piazze e le botteghe del centro, sia di giorno che di notte. Si provvide anche a organizzare la distribuizione degli spazi per la fiera di S. Martino. Il Comune fu costretto inoltre a chiedere l'intervento del Vescovo per placare la lite che era sorta fra le monache trasferitesi a S. Pancrazio e quelle che avevano voluto rientrare in S. Giovanni.
In quest'anno fu splendidamente ospitato in Palazzo Pretorio l'imperatore Federico III che per la seconda volta passava per Bassano.
A Venezia il doge Giovanni Mocenigo morì di peste e fu eletto Marco Barbarigo, che governò però solo pochi mesi. Dopo di lui subentrò il fratello Agostino.
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È questo il terzo podestà appartenente alla casata dei Foscarini.
Durante il suo mandato il Comune di Bassano fu costretto a chiedere al Vescovo di Vicenza l'assoluzione per i Bassanesi che erano incorsi in scomunica per aver partecipato alle feste nuziali di famiglie ebraiche; si oppose poi ai nobili Dalla Tavola che pretendevano l'esclusivo diritto di pesca nel fiume Brenta.
A causa di contrasti sorti tra Sigismondo d'Austria e Venezia per il Cadore, truppe austriache attaccarono il confine e i Bassanesi furono costretti a raccogliere imposte straordinarie per la difesa di Primolano e a inviare grano all'esercito stanziato in Valsugana.
Per intervento del papa Innocenzo VIII fu infine trattata la pace tra Venezia e Sigismondo.
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Gli Zen o Zeno appartenevano alla più antica e prestigiosa aristocrazia veneziana, quella delle case vecchie.
In Bassano venne diffuso in gennaio uno scritto contro il podestà Foscarini e il Comune pose una taglia di L. 1000 per chi avesse fatto scoprire il responsabile. Ugualmente procedette contro la diffusione di ingiurie nei confronti del professore di grammatica Giovan Battista Scijta, il quale venne riconfermato nell'incarico. In settembre si decise di costruire un muro divisorio davanti al postribolo per togliere dalla vista dei passanti le meretrici al lavoro. Alla spesa concorse il confinante Pietro Stecchini.
A Cipro la regina Caterina Cornaro si trovava frattanto in gravi difficoltà politiche e il Senato di Venezia decise di inviare suo fratello Giorgio Cornaro a prelevarla. Caterina pur a malincuore decise di accettare l'aiuto e lasciò Cipro con il fratello, mentre i Veneziani prendevano possesso dell'isola.
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La famiglia Benedetti aveva origini antiche, ma era stata ammessa al patriziato soltanto nel XIII secolo e operava nel settore del prestito. Si estinse però assai presto. Lo stemma dei Benedetti di Venezia è qui indicato con riserva perché illeggibile nella loggia.
Bassano in quest'anno inoltrò querela al Vescovo contro l'arciprete Benedetto Novello che aveva abbandonato il suo servizio alla comunità. Altri problemi insorsero relativamente al confine con il territorio trevigiano, perchè nella contrada della Lugana erano stati arbitrariamente spostati i cippi confinari. Il 3 luglio del 1489 l'imperatore Federico III sostò nuovamente a Bassano con un folto seguito di nobiluomini e fu alloggiato molto onorevolmente nella casa Morganti in via Campo Marzio.
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La famiglia Pizzamano si distinse particolarmente nella guerra contro i Turchi a Negroponte.
Durante questa podesteria furono stabilite regole per la protezione della qualità dei panni di lana prodotti in Bassano. Il Comune approvò poi un contibuto di L. 25 per allargare il Passo della Corda e favorire il transito verso la Germania senza dover transitare per Feltre.
Il Sultano d'Egitto riconobbe intanto ai Veneziani il controllo su Cipro, che essi avevano occupato abusivamente sottraendola al dominio della regina Caterina Cornaro.
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Il Comune deliberò di far dorare il Leone di S. Marco in pietra fatto scolpire dal Podestà e posto sopra l'ingresso del Palazzo Pretorio. Furono eletti due massari per amministrare i beni della pieve, mentre con l'arciprete Novello sorsero altri motivi di dissenso relativamente alla chiesa di Rosà. Le divergenze furono composte il 31 maggio 1492 da un lodo arbitrale.
In giugno fu chiesto alla Repubblica di concedere l'istituzione del Monte di Pietà e a predicare in suo favore fu chiamato fra Bernardino (Martino Tomitano) da Feltre, famoso predicatore contro gli ebrei, che a Trento nel 1475 aveva accusato di aver ucciso Simonino. Nel Luglio del 1492 fu inoltre creato l'archivio notarile e il dottore in legge Andrea Fraccari fu eletto procuratore e rappresentante perpetuo di Bassano in Venezia.
Intanto maneggi segreti tra Ludovico il Moro, Ferdinando di Napoli e Lorenzo de Medici stavano incrinando la pace raggiunta con il trattato di Lodi.
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È questo il secondo podestà bassanese appartenente al casato dei Zorzi; un Fantino Zorzi fu anche podestà in Treviso nel 1476.
Agli inizi del suo mandato, nel mese di ottobre, furono inviati a Venezia ambasciatori per chiedere di provvedere alla ricostruzione del ponte sul Brenta, che era andato distrutto; nell'attesa fu costruito un traghetto nella zona del porto di Brenta per far passare persone e bestiame. Si decise però che il nuovo ponte sarebbe stato costruto in pietra. Fu deliberato anche di abbellire la cappella della Beata Vergine delle Grazie portandovi una colonna con capitello, che giaceva abbandonata in una casa del Comune.
I maneggi dei signori italiani convinsero infine Carlo VIII, re di Francia, dell'opportunità di scendere in Italia per conquistare il regno di Napoli. Nel settembre del 1494 egli passò le Alpi con il suo esercito. Venezia però si astenne dal fare accordi con lui.
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I Bondumier appartenevano alle case nuove e sembra che provenissero da Acri, da dove erano fuggiti all'arrivo dei Turchi.
A Bassano l'8 febbraio 1495 fu acquistata la casa di Marco Botton, che stava a est della loggia di piazza, per costruirvi la cancelleria comunale. Per il timore del diffondersi di pestilenze furono eletti due nuovi provveditori alla sanità.
Mentre il re di Francia Carlo VIII scendeva rapidamente per l'Italia e arrivava a Napoli, Venezia favorì segretamente la costituzione di una lega tra gli Stati italiani. Quando il Re ne fu informato decise di ritornare rapidamente in Francia. L'esercito della lega lo attese però a Fornovo sul Taro, dove il 6 luglio 1495 le truppe si scontrarono in una grande battaglia. L'esercito francese riuscì a passare, nonostante le gravi perdite subite, ma dovette abbandonare il tesoro reale e il bottino fatto nel regno napoletano.
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I Landi erano una famiglia appartenente alle case nuove e probabilmente si erano insediati nella laguna provenendo da Altino.
In questo periodo presso la torre civica fu restaurata la casa appartenente al Comune e costruito il primo vespasiano ad uso pubblico. Il Consiglio fece poi ricorso contro il progetto di scavare un nuovo alveo per il fiume Brenta, e invece inviò l'arciprete Benedetto a chiedere che il Governo intervenisse nella ricostruzione del ponte fornendo il legname adatto. Furono stabiliti inoltre nuovi regolamenti per il Fontico, affinchè i provveditori non potessero sottrarre il denaro.
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Questo è il secondo podestà bassanese appartenente alla famiglia Querini.
Durante il suo mandato fu ricostruito il ponte sul Brenta e fu donato all'arciprete Benedetto Novello un piviale d'oro, perchè aveva ottenuto da Venezia il legname richiesto per fare i lavori.
Peggiorarono in questo periodo i rapporti tra Venezia e Ludovico Sforza detto il Moro, signore di Milano; i Veneziani si unirono allora ai Pisani per contrastare lui e i Francesi suoi alleati. Improvvisamente però morì il re Carlo VIII e diventò re di Francia Luigi XII.

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