Gian Maria Varanini

Maria Albina Federico

Giampietro Berti

Giuliana Ericani

Renata Del Sal

Donata M. Grandesso

Maria Luigia De Gregorio Giovanni Marcadella

Giambattista Vinco da Sesso

Giambattista Vinco da Sesso

Alessandra Magro

Carlo Presotto

Franco Scarmoncin e Lucia Verenini

Renzo Stevan e Eugenio Rigoni

Dopo gli studi di Verci la Storia di Brentari segna uno spartiacque della storiografia su Bassano: punto di arrivo di una secolare attività di ricerca e nel contempo avvio di una ancor più feconda stagione di indagini, cui ora, tra fine ‘800 e ‘900, offrono sicuro riferimento le acquisizioni metodologiche della “scuola storica”. Momento decisivo per questi nuovi indirizzi di ricerca è senza dubbio la triennale direzione del museo bassanese da parte di Giuseppe Gerola (1877-1938); dopo iniziali studi di storia medievale e letteratura passa alle predilette ricerche di pittura, scultura, architettura, archeologia; nel bel profilo per il Dizionario biografico degli italiani Gian Maria Varanini sottolinea come il sicuro metodo filologico accompagni tutte le sue indagini scientifiche, dai volumi sui monumenti artistici veneziani a Creta (frutto di una campagna di scavi) ai saggi di numismatica, sfragistica, epigrafia, araldica, ai preziosi contributi della rivista «Felix Ravenna» da lui fondata, alla meritoria azione per il recupero dei beni archivistico-bibliografici trentini dopo il conflitto mondiale e per il restauro del castello del Buonconsiglio[65]. Nei tre anni di direzione del museo bassanese (settembre 1903 – fine 1906) studia la storia della pittura (in particolare i Da Ponte), si prodiga per la conservazione del patrimonio monumentale (v. la Bassano camuffata del 1906) ma soprattutto fonda e dirige il «Bollettino del Museo Civico di Bassano» che diventa il punto di riferimento e di promozione degli studi storico-artistici su Bassano e il territorio. Si scorra la prima serie, dal 1901 al 1914, sotto la direzione sua e, dal 1906, del successore Paolo Maria Tua, e vi si trova una miniera di notizie e indagini, sempre attentamente ancorate alla rigorosa verifica documentaria, sulla storia civile, politica, religiosa, economica, la pittura, scultura, archeologia, letteratura: vi scrivono contributi studiosi ben attrezzati nel metodo filologico-storico, come Giovanni Chiuppani jr.[66], Baldino Compostella[67], Giovanni Spagnolo[68], Giambattista Cervellini[69], Alfredo Donà[70], Giambattista Zanazzo[71], il giovane Roberto Cessi[72], lo stesso Gerola, di cui segnalo alcune indagini archeologiche e il più volte citato saggio sui cronisti bassanesi[73]. Anche il successore, Paolo Maria Tua, promotore di ricerche e autore a sua volta di saggi, continua a fare del «Bollettino» una tribuna per le ricerche sulla storia di Bassano[74]; la rivista si arresta, com’è noto, nel 1914 e riprenderà le pubblicazioni solo nel 1986. Nel periodo 1900-1914 si segnalano anche altri studi di storia bassanese: la modesta compilazione biografica di Giovanni Ferraro[75], altre pubblicazioni “genealogiche” di Baldino Compostella[76] e i saggi di Luigi Bailo, Gian Domenico Belletti e Giovanni Chiuppani sul congresso di Bassano del 1797, momento significativo della breve stagione democratica veneta: lo stesso Chiuppani scrive anche un saggio sugli ebrei a Bassano[77]. La storia di Bassano nel XX secolo conosce, come in tutto il resto d’Italia, un ampliamento di orizzonti e di impegno di ricerca in tute le aree disciplinari; lasciando da parte la storia delle arti figurative, cui in questa Storia di Bassano sono riservati uno spazio ed una trattazione particolare, mi limito qui a tracciare una sintetica menzione dei più significativi contributi nell’ambito della storia politico-sociale. Figura di spicco nella storia civile e culturale di Bassano, ma anche nello specifico campo degli studi sulla storia della città, è ovviamente Gina Fasoli (1905-1992) (fig.7);

7GinaFasoli

7. Gina Fasoli (1905-1992). Figura di spicco nella storia civile e culturale di Bassano, negli studi medievistici e nello specifico campo della storia della città.

la sua eredità scientifica nella più recente storiografia, soprattutto nella medievistica, è stata ampiamente e compiutamente ricostruita in un convegno di studi tenuto a Bassano e a Bologna nel novembre 2005 e di cui nel 2008 sono stati pubblicati gli atti[78]. “Gina Fasoli, Bassanensis” titolava efficacemente Giuliana Ericani la presentazione di questo volume; alla sua città natale è riservata la ricerca iniziale della tesi di laurea, da cui scaturiscono il saggio Un comune veneto del Duecento: Bassano («Archivio veneto» 15(1934), pp. 1-4) e la successiva edizione degli statuti bassanesi (1940). Gina Fasoli ha mantenuto stretti legami culturali e scientifici con la “sua” Bassano, anche quando le vicende accademiche l’hanno portata sulle cattedre di Catania e Bologna. Il frutto più bello e duraturo del suo magistero si può cogliere, credo, nell’impulso che proprio a Bassano è venuto intorno alla biblioteca-museo-archivio e al rinato, nel 1986, «Bollettino», ad una ampia e feconda generazione di studiosi a riprendere ed approfondire in tutte le aree disciplinari la storia di Bassano, quella prediletta dell’età medievale ma anche quella dell’età moderna e contemporanea. Quando nel 1993, un anno dopo la sua scomparsa, si tiene a Bassano una Giornata di studi di storia bassanese in sua memoria, il panorama dei contributi, originali e dislocati in tutte le aree (storia, letteratura, arte) è davvero ricco ed articolato: molti degli autori che vi compaiono li ritroviamo, in quegli anni e nei successivi, con ulteriori apporti scientifici e ora anche come autori di questa Storia di Bassano[79]. Nel già citato volume su L’eredità culturale di Gina Fasoli, l’ultima sezione è dedicata a Nuove ricerche per la storia di Bassano; studiosi dei nostri giorni apportano nuovi originali contributi ad una storiografia bassanese che ormai, nel corso del XX secolo, si radica nel territorio e fa propri i più originali e aggiornati temi di indagine. Elodia Bianchin Citton indaga il popolamento in età preromana, Paolo Paganotto l’archeologia medievale, Silvio Ceccon le chiese urbane medievali, Giamberto Petoello l’autonomia istituzionale di Bassano, Franco Scarmoncin e Giovanni Marcadella aspetti di vita allo specchio dei registri notarili, Rachele Scuro l’amministrazione cittadina nel primo ‘400, Franco Signori la biografia di Antonio di Giovanni “Teutonico” e Fabio Sbordone l’utilizzazione del legname a fini edilizi[80]. All’iniziativa e al coordinamento di Gina Fasoli si deve anche, nel 1980, la nuova organica Storia di Bassano, che mette insieme, per un lavoro di ampio respiro, un qualificato manipolo di studiosi: Fasoli scrive ovviamente da par sua la parte dall’antichità al dominio veneto, Federico Seneca l’età veneziana, Giampietro Berti l’età contemporanea, ancora la Fasoli e Giovanni Mantese la storia religiosa, Franco Signori tratta l’economia, Giovanni M. Zilio l’arte della stampa, Nadir Stringa la ceramica, Giuseppe Chiuppani le arti dei metallurgici, mobilieri e orefici, Giamberto Petoello e Ferdinando Rigon lo sviluppo urbanistico, Livia Alberton Vinco da Sesso le arti figurative, Giambattista Vinco da Sesso la scuola e la cultura, Remo Schiavo il teatro[81]. Tra il 1986 e il 1992 nell’ambito della storia medievale bassanese si segnalano i lavori di Antonio Morsoletto e Franco Scarmoncin[82]. Nel 1986 riprende le pubblicazioni il «Bollettino del Museo Civico»; si segnalano in particolare alcuni numeri monografici: nel 1986, a cura di Renata Del Sal, esce il catalogo delle Edizioni del Cinquecento, nel 1994 (anni 1992-94) il già citato volume sulla Giornata di studi di storia bassanese in memoria di Gina Fasoli, nel 1995 quello su Jacopo Vittorelli e la cultura del suo tempo, nel 2003 (anni 1998-2003) L’archivio di pietra. Il lapidario del Museo Civico, a cura di Livia Alberton Vinco da Sesso e Giamberto Petoello, nel 2005 il numero unico delle Collezioni naturalistiche del museo-biblioteca-archivio: l’erbario e la biblioteca scientifica di Alberto Parolini (1788-1867), a cura di Cristina Busatta. Nel secondo dopoguerra, contemporaneamente all’impetuoso sviluppo economico, urbanistico, civile della città, fioriscono studi e ricerche sui più vari aspetti della storia di Bassano, dal mondo antico all’età contemporanea. Oltre agli autori e ai contributi ricordati nelle pagine precedenti, ricordo almeno gli studi più significativi. Nel 1963 Gabriele Lombardini pubblica un importante saggio sulla politica annonaria di Bassano in età veneziana[83]; nel 1972 Ermenegildo Reato studia l’atteggiamento del clero bassanese di fronte alla questione romana[84] e nel 1980 Giovanni Mantese studia la religiosità bassanese nel passato[85]. Nel 1980 Mario Infelise traccia per la prima volta una compiuta ricostruzione storica dell’industria editoriale dei Remondini[86]; ripreso e arricchito nella seconda edizione del 1990 il libro di Infelise dà l’avvio ad una feconda stagione di ricerche e pubblicazioni che trova la sua consacrazione nel convegno bassanese del 28-29 settembre 1990 su L’editoria del Settecento e i Remondini: l’omonimo volume degli atti, edito nel 1992, raccoglie una nutrita serie di contributi di qualificati studiosi italiani e stranieri[87]. Particolarmente significativa, in questo torno di anni, la ripresa di interessi, di studi e di pubblicazioni sulla storia naturale bassanese, che, com’è noto, tra ‘700 e ‘800 ha annoverato in Giambattista Brocchi (1772-1826) e in Alberto Parolini (1788-1867) due protagonisti di prim’ordine. Dopo gli ottocenteschi profili di Larber e Baseggio, gli atti celebrativi del primo centenario del 1873 e la biografia del Giacomini del 1972[88], nel 1987 Bassano ha dedicato un convegno di studi al Brocchi; numerosi studiosi ne hanno ripercorso l’avventura umana e scientifica, con un ampio ventaglio di nuove originali indagini documentarie e bibliografiche[89]. L’anno successivo, il 1988, Giampietro Berti ha ripreso e condensato in una nuova originale monografia di taglio biografico le acquisizioni più recenti sulla vita e l’opera scientifica di questo singolare naturalista[90]. Anche Alberto Parolini ha avuto in Giuseppe Busnardo il suo biografo[91]; una giornata di studi a lui dedicata nel bicentenario della nascita (1988) ha offerto l’occasione a vari studiosi di tracciare un bilancio della storia naturale bassanese nell’ultimo secolo[92]. Negli anni ’90 sono ormai maturi i tempi per una ricostruzione storiografica dell’800 e ‘900 bassanese: la compie nel 1993 Giampietro Berti, con la Storia di Bassano, inserita in una collana di monografie sulle città delle Venezie diretta da Emilio Franzina e Mario Isnenghi[93]. Nel 1997 il centenario della battaglia napoleonica offre l’occasione di una mostra e del relativo catalogo con vari saggi di storia e storia dell’arte[94]; nel 1998 è pubblicata un’antologia-miscellanea di brevi saggi storici su Bassano dall’antichità all’età contemporanea: vi collaborano studiosi bassanesi già da anni attivi nelle ricerche e pubblicazioni di storia locale[95]; in questo stesso anno esce anche la Toponomastica storica bassanese di Franco Signori[96]. Un nuovo originale contributo alla storia economico-sociale di Bassano in età veneziana è la monografia di Francesco Vianello su La politica nella comunità rurale, del 2004: lo stesso Vianello ha poi approfondito i temi dell’industria della lana e della seta nella Bassano dell’età veneziana all’interno di una più ampia ricerca sulle manifatture e i commerci del Vicentino tra fine ‘500 e ‘700[97]. La storia contemporanea di Bassano, dopo il volume di Berti del 1993, conosce negli ultimi anni sviluppi di ricerca e di pubblicazione di notevole rilievo. Ricordo almeno i lavori di Marco Mondini, Maurizio Beccherle – Paolo Pozzato, Fabio Zanin, Giovanni Favero[98]. A completare il panorama della produzione storiografica su Bassano antica, medievale, moderna e contemporanea (con esclusione della storia dell’arte cui in questa Storia di Bassano sono riservati capitoli particolari) si aggiungono i saggi usciti nei numeri più recenti del rinato e rinnovato «Bollettino del Museo Civico» e le numerose tesi di laurea, su svariati argomenti storici, discusse in diverse sedi universitarie e depositate nella biblioteca del Museo Civico.

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