Gian Maria Varanini

Maria Albina Federico

Giampietro Berti

Giuliana Ericani

Renata Del Sal

Donata M. Grandesso

Maria Luigia De Gregorio Giovanni Marcadella

Giambattista Vinco da Sesso

Giambattista Vinco da Sesso

Alessandra Magro

Carlo Presotto

Franco Scarmoncin e Lucia Verenini

Renzo Stevan e Eugenio Rigoni

Nessuna città desidera di tornare a vivere giorni drammatici come quelli trascorsi da appena una generazione. Questa sorte toccò a Bassano, divenuta di nuovo città simbolo appena venticinque anni dopo la prima volta. Il Ponte palladiano, il fiume, il viale che corre lungo le mura e guarda la Valsugana fiorente di olivi e giardini tornavano a essere luoghi significativi anche per la storia nazionale. Il nemico per molti era lo stesso di allora, anche se in altre vesti: la lingua era la stessa, le divise erano quelle dell’esercito nazista e delle SS, ma per venti mesi il nemico non era oltre le linee, presenza minacciosamente incombente. Era un occupante ostile, diffidente di luoghi e persone, ma alleato, per quanto insicuro, di alcuni tra gli abitanti della città, che lo aiutavano contro loro concittadini. La situazione non era chiara come nella prima guerra, italiani di qua e austrotedeschi di là: adesso c’erano possibili nemici anche fra i vicini di casa (fig.1).

1MonumentoCaduti

1. Lapide monumento ai Caduti del rastrellamento del Grappa nel settembre 1944 (1957). Bassano del Grappa, viale dei Martiri. La lapide, che dedica “onore e gloria ai caduti per la libertà” venne realizzata per il viale dell’eccidio del 1944, congiuntamente con l’altra che reca la motivazione della medaglia d’oro alla resistenza infissa sul fianco destro della chiesa di san Francesco.

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