Gian Maria Varanini

Maria Albina Federico

Giampietro Berti

Giuliana Ericani

Renata Del Sal

Donata M. Grandesso

Maria Luigia De Gregorio Giovanni Marcadella

Giambattista Vinco da Sesso

Giambattista Vinco da Sesso

Alessandra Magro

Carlo Presotto

Franco Scarmoncin e Lucia Verenini

Renzo Stevan e Eugenio Rigoni

Dall’anno scolastico 1868-69 le scuole esistenti a Bassano venivano aperte secondo le norme del Regolamento adottato nella seduta consigliare straordinaria del 9 settembre 1868[7]. Di conseguenza la scuola elementare maggiore della città assumeva il nome di Scuola Urbana Superiore maschile[8] con 316 alunni ed era affiancata dalle scuole elementari minori, denominate Suburbane Inferiori, di Angarano e San Eusebio, sempre di due anni con doppia sezione ciascuno[9], che complessivamente contavano 49 iscritti, mentre l’istruzione femminile continuava a prevedere unicamente una Scuola Urbana Superiore con 106 iscritte. A questi dati si devono poi aggiungere quelli provenienti dagli istituti privati con una forte incidenza sul versante dell’istruzione delle fanciulle[10]. La comunità bassanese sembrava avere preso sufficiente coscienza dell’importanza di una diffusione dell’istruzione se come affermava Giambattista Malucelli, già insegnante di latino e greco nel ginnasio comunale, da poco incaricato direttore delle scuole cittadine, carica che lo vide impegnato per più di trent’anni dal 1870 al 1905, la folla che «convenne quasi a festa domestica», in occasione della distribuzione dei premi, era la misura del riconoscere «che nelle scuole riposa l’avvenire delle nazioni, che i maestri sono i primi fattori della civiltà dei popoli»[11](fig.2).

2Insegnante

2. Insegnante di materie tecniche. La messa in posa non riesce a nascondere l’autorevolezza e la dignità dell’insegnante.

Per avvicinare maggiormente la scuola ai giovani, il direttore si faceva inoltre promotore di una nuova idea di scuola al fine di togliere da essa, richiamandosi al metodo froebeliano, «quell’aspetto di cupa paurosa severità (…) secondare, volgendo a buon fine il naturale istinto dei ragazzi, incline ai voli, al gioco, alla varietà, al bello fisico; innamorarli della scuola, in guisa che non una obbedienza forzata, ma la loro stessa volontà, un’attrazione simpatica li richiami ogni giorno tra le sue pareti (…)»[12]. Vent’anni più tardi, grazie anche a un aumento considerevole degli edifici scolastici[13], cui non era certo estraneo l’assiduo impegno a favore di una sempre maggiore diffusione della scuola elementare portato avanti da Giuseppe Jacopo Ferrazzi (1813-1887), Ispettore Scolastico per i comuni del distretto di Bassano e Asiago, il numero degli iscritti era quasi raddoppiato, anche se considerevole rimaneva il numero degli abbandoni durante l’anno e ancor più l’assenteismo agli esami di fine anno al quale poi si sommava il non trascurabile dato concernente le bocciature. Così nell’anno scolastico 1889-90 alle scuole primarie di Bassano erano iscritti complessivamente 1304 alunni dei quali il numero maggiore era dato dagli iscritti, in totale 473, alla Scuola Urbana Superiore maschile di cinque classi con doppia sezione, denominata I o II camera, di questi 73 abbandonarono in corso d’anno, 358 si presentarono agli esami ma ne risultarono promossi solo 231. Decisamente inferiori i numeri relativi alla Scuola Urbana femminile di cinque classi con unica sezione con un totale di 212 iscritte, 25 abbandoni durante l’anno, 134 presenze agli esami e 111 promozioni. Più esigui i dati relativi a frequenza e completamento degli studi nelle scuole minori suburbane di tre anni per ottemperare lo proscioglimento dell’obbligo scolastico, sancito dalla legge Coppino del 1877, con l’esclusione per altro della scuola di San Eusebio che prevedeva solo il primo biennio[14]. Complessivamente a fronte di un positivo interesse per una diffusione dell’istruzione elementare, rimaneva, nella realtà dei fatti, una grande differenza tra scuole urbane e rurali, in particolare il rapporto fra iscritti e presenti effettivi nonché promossi era l’indice di un’indiscutibile difficoltà di raggiungere un buon livello di prima allargata istruzione per tutti. Continuavano poi ad aver vita gli istituti privati specie per l’educazione femminile l’istituto delle suore Canossiane contava nel 1891, a cinquant’anni dalla sua fondazione, circa 300 allieve alle quali era offerta un’istruzione di costume e di buone maniere adatta alle figlie delle classi più agiate. Erano attivi anche l’istituto Morosini, il collegio Malgarini, il Guizzetti, fondato nel 1863 per le figlie della media ed alta borghesia cittadina, ai quali si aggiunse, nel 1892 l’educatorio Zonta per la formazione delle maestre elementari, seguito cinque anni più tardi dall’apertura dell’Istituto delle Figlie del Sacro Cuore[15](fig.3).

3IstitutoFiglieSacroCuore

3. Istituto delle Figlie del Sacro Cuore ora Liceo Brocchi. Esterno. Bassano del Grappa, via XI Febbraio. Acquisito dopo la Seconda Guerra Mondiale per la scuola, il complesso fu ingrandito dalle Figlie del Sacro Cuore per le scuole magistrali.

Merita ricordare inoltre che il direttore Malucelli, deplorava, toccando con mano, le funeste conseguenze della mancanza di un asilo infantile; la città, infatti, rimasta estranea alla diffusione dell’asilo aportiano, in epoca preunitaria, non mostrava ancora particolare interesse per tale educazione. I costi di gestione di un asilo portavano il Malucelli a porre l’accento sull’impossibilità per l’erario comunale di accollarsi anche l’onere di un asilo infantile, quindi si prodigava affinché il riconoscimento dell’importanza di una tale educazione spingesse la popolazione a concorrere spontaneamente al sostentamento di tale istituzione, come era già accaduto in altri comuni[16]. A Bassano, infatti, pur essendo stata più volte propugnata «questa nobile causa», non aveva ancora trovato «nella massa dei cittadini, e specialmente nelle classi ricche ed agiate, un largo ed efficace assentimento»[17]. Solo nel 1878 grazie alle risorse finanziarie messe a disposizione da Giustiniano Vanzo Mercante e sull’onda della diffusione del metodo fröbeliano, si riuscì ad aprire il primo, e per molti anni l’unico, asilo d’infanzia bassanese[18]. L’asilo, secondo le indicazioni dello stesso Vanzo Mercante, avrebbe dovuto ospitare gratuitamente almeno sessanta bambini provenienti da famiglie di operai artigiani. Nel 1885 il numero dei bambini aveva raggiunto le 150 unità e richiedendo ulteriori risorse finanziare giunse ad ospitare fino a 300 bambini, passando poi sotto la gestione del Comune. Successivamente nel 1902 si tentò la gestione di un asilo notturno per i figli degli operai occupati durante la notte, ma tale esperienza non ebbe grande successo e seguito. Nel settore dell’istruzione secondaria il Consiglio Comunale, il 2 agosto 1865, considerando che un ginnasio superiore di otto classi sarebbe costato troppo mentre uno inferiore di quattro classi sarebbe riuscito inutile, proponeva di trasformare il ginnasio che allora era di sei classi, quattro pubbliche e due private, in un ginnasio reale o misto comprendente le quattro classi proprie di un ginnasio inferiore ma anche quattro classi delle scuole tecniche «per contemporaneo beneficio delle due categorie in cui si può dividere la società civile». Il Consiglio approvava questa proposta il 3 marzo del 1866 ma di lì a poco la caduta del governo austriaco rimescolò le carte tanto che, il 21 novembre di quell’anno, venne deliberata la conservazione del ginnasio comunale di cinque classi. La scelta fatta non era però tanto pacificamente condivisa né tanto meno accettata, infatti, il consigliere Vanzo proponeva, il 28 agosto 1869, che si dovesse preferire, per l’istruzione secondaria, «quel sistema che meglio favorisse la classe popolare». Di conseguenza fu nominata una commissione con l’incarico di studiare un piano di riforma per l’istruzione secondaria. Dopo lunghe peripezie, tale commissione proponeva, e il consiglio deliberava il 7 agosto 1872, la «morte» del ginnasio e l’istituzione di una scuola tecnica. Le proteste suscitate nella città furono di tale entità che «tale deliberazione (…) venne poscia modificata nel senso di istituire per l’anno 1872-73 una Tecnica, ma di conservare in pari tempo il Ginnasio». Le scuole tecniche vissero solo tre anni e il 25 giugno 1875 si deliberò di conservare solo il ginnasio, lamentando che le condizioni finanziarie del comune non permettevano di continuare entrambi gli istituti, ma anche facendo esplicito riferimento alla possibilità di un’adeguata offerta privata, come in realtà avvenne nel giro di pochi anni[19]. Nel campo dell’istruzione privata, infatti, dopo i positivi risultati ottenuti, in due anni, con la «pensione famigliare» di alcuni studenti della scuola elementare, veniva istituito, nell’ottobre del 1883, il collegio maschile Luigi Vinanti, (fig.4)

4CollegioLuigiVinanti

4. Collegio maschile Luigi Vinanti. Bassano del Grappa, via Jacopo da Ponte. Il Collegio iniziò la sua attività nel 1883 con scuole elementari, tecniche e ginnasio. Dagli anni ’50 ospitò l’Istituto Vaccari, scuola privata di ragioneria.

approvato nello stesso anno dal R. Provveditore agli studi di Vicenza mentre il Municipio di Bassano gli concedeva il patrocinio morale[20]. L’istituto di notevole importanza per la formazione dei figli della piccola e media borghesia cittadina, in particolare per il carattere decisamente laico dell’istruzione impartita, prevedeva l’insegnamento delle scuole elementari, tecniche e ginnasiali, con l’integrazione di corsi liberi di ginnastica, lingue straniere e musica. Le scuole tecniche del collegio Vinanti furono ben presto seguite dalla Tecnica “Bartolomeo Ferracina” del Collegio Gasparotto, fondato nel 1898 da un ex insegnante elementare, alla quale si aggregò, nei primi anni del nuovo secolo, il Collegio Graziani che offriva un servizio di doposcuola per gli alunni delle scuole tecniche[21](fig.5).

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5. Collegio Graziani. Bassano del Grappa, via ca’ Rezzonico. Il Collegio vescovile Graziani fu aperto ai primi del Novecento e destinato all'inizio a doposcuola per le scuole tecniche.

Accanto al ginnasio, che verrà pareggiato nel 1879, continuava la Scuola Speciale di Disegno, applicata alle arti ed industrie che dal 1861 si era fusa con un’analoga iniziativa promossa dalla “Società di Mutuo Soccorso fra gli Artigiani”. Alla sua direzione per un cinquantennio rimase Giuseppe Lorenzoni attento a diffondere l’istruzione tecnico-artistica tra le classi più umili. La scuola presentava due possibilità di frequenza poteva, infatti, essere frequentata in orario serale o festivo con un discreto numero di iscrizioni come si evince dalla comunicazione del risultato degli esami nell’anno scolastico 1893-94 durante il quale a fronte di 40 iscritti, dei quali 16 nel primo corso, 10 nel secondo e 14 nel terzo, presero parte alla prova finale 27 alunni[22].

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