Gian Maria Varanini

Maria Albina Federico

Giampietro Berti

Giuliana Ericani

Renata Del Sal

Donata M. Grandesso

Maria Luigia De Gregorio Giovanni Marcadella

Giambattista Vinco da Sesso

Giambattista Vinco da Sesso

Alessandra Magro

Carlo Presotto

Franco Scarmoncin e Lucia Verenini

Renzo Stevan e Eugenio Rigoni

Il segmento meridionale del primo giro delle mura urbane, di cui c'è più sicura notizia nel terzo decennio del Duecento, andava dall'odierno palazzo Sturm a una zona vicina alla torre di piazza Garibaldi, costruita più tardi. Passava, grosso modo, lungo il margine nord di piazza Libertà dove, nell'intorno (ad ampio raggio) dello sbocco in essa di via Matteotti, si apriva la porta del Leone, sorvegliata o inclusa in un “girone”, una ridotta militare di ulteriore fortificazione. Al piede delle mura, verso sud, correva un vasto fossato a secco, di rinforzo alla difesa delle cortine.
L'ampliamento del circuito delle mura intorno al borgo (il secondo), occasionato dal timore di un assalto scaligero, avviato nel 1312 e forse già definito nel 1338, comportò il radicale riassetto dell'area urbanizzata, ingrandita di circa quattro volte. Il limite della difesa e alcune porte si erano spostate a sud e a est. Le opere militari verso la piazza Libertà diventavano inutili e furono progressivamente abbattute o incluse negli stabili che si affiancarono a ridosso, da nord. Il fossato sotto le mura, di conseguenza, fu riempito di terra, trasformandosi nello spazio aperto della piazza Libertà (e dell'altra, confinante a est, oggi intitolata a Garibaldi) che divenne il cardine di tenuta urbanistica e di convergenza dell'intera città.
La definizione dello slargo iniziata, si può credere, nel terzo decennio del Trecento era ragionevolmente già realizzata nel 1349 – 1350 e venne perfezionata nella seconda metà di quel secolo.
Proprio qui, nel suo angolo di nord est, trovò logicamente posto la nostra Loggia. Guardava gli accessi mediani e di angolo nel campo della piazza, di cerniera e di snodo fra la parte antica del borgo e quella che si era aggiunta. Si proiettava sulla discesa dei Portici Lunghi e sul Porto di Brenta, sulla ricchezza delle merci, cioè, che andavano o risalivano dal fiume. Prospettava la chiesa di San Giovanni (eretta da privati nel 1308, con l'annesso ospedale) e un monastero femminile lì accanto. Si accostava, lungo la direttrice della via Matteotti che si prolungava a sud per la via Roma, all'asse principale di attraversamento del borgo, indirizzato a nord verso la Valsugana e il Tirolo e a sud verso Padova.
La loggia, dunque, rappresentò “l'occhio del controllo radente del (nuovo) baricentro urbano” che dall'alto, a tutto orizzonte, era sorvegliato dalla “torre grande del comune” sopra la piazza Garibaldi.

Questo sito usa cookies per il proprio funzionamento (leggi qui...)