Gian Maria Varanini

Maria Albina Federico

Giampietro Berti

Giuliana Ericani

Renata Del Sal

Donata M. Grandesso

Maria Luigia De Gregorio Giovanni Marcadella

Giambattista Vinco da Sesso

Giambattista Vinco da Sesso

Alessandra Magro

Carlo Presotto

Franco Scarmoncin e Lucia Verenini

Renzo Stevan e Eugenio Rigoni

La costruzione della seconda cerchia di mura (1312 ss.) e la nuova cinta interna del Castello Superiore (sec. XIV)

Nel periodo fra il 1259, che segna la fine del regime ezzeliniano, e il primo decennio del Quattrocento, con l’arrivo di Venezia, si annoverano fasi di continuità e di radicale ristrutturazione del complesso urbano. Si dà qui ragione solo delle trasformazioni più significative e contenendo al minimo lo sviluppo del discorso. Alla notevole crescita demica ed economica corrispose la vigorosa gemmazione sul corpo della «terra murata» dei borghetti, già menzionati a partire dal 1175. Da tre o quattro che erano alla metà del Duecento - addensati all’esterno e più di frequente intorno alle vie di uscita dal borgo, protetto ciascuno da un fossato, da un terrapieno e da una porta affidata alla cura dei vicini - erano diventati circa dieci nel 1295-1301, durante la dominazione padovana, comprendendone uno al capo del Ponte, verso Angarano, e un altro nel Margnano, confinato in tale ruolo perché era rimasto fuori le mura (fig.5).

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5. La distribuzione dei borghetti nel XIII e avvio del XIVsecolo. Sono sommariamente segnati i settori e non precisamente l'area di ciascun borghetto. Quello al capo del Ponte figura solo per  la parte bassanese. Questi abitati periurbani si concentravano all'uscita dalle porte oppure in zone di specifica attività economica o presso gli ospizi e le sedi religiose.

Fu infatti il comune della città di sant’Antonio, qui egemone dal 1268 al 1319, a procurare le modifiche più vistose all’assetto urbano. Allo scopo di controllare efficacemente il caposaldo di Bassano, fra il 1268 e il 1295 Padova ordinò la costruzione del rettifilo della via nova che tagliando in diagonale (si badi) lungo le odierne vie Roma e Beata Giovanna collegò più direttamente il borgo con la strada principale per Padova, allora in via di rifacimento. Inoltre la città dominante mise in opera un “girone”, ovvero una ridotta fortificata, già avviato nel 1274 e probabilmente realizzato entro il 1278. Potrebbe identificarsi col «cassero della torre bianca», di dichiarata committenza padovana, che nel 1315 fu adattato ad abitazione (temporanea?) di podestà e capitani (e forse piuttosto di questi) inviati da Padova e che, sicuramente impiegata anche dai capitani viscontei, coincide col nostro Palazzo Pretorio lungo la via Matteotti, già «della biada». L’intervento, concepito all’origine per garantire militarmente l’occupazione padovana, sanzionò il primato dell’asse di attraversamento del borgo da nord a sud, accostato da una delle sedi di chi dominava.[37] In maniera ancor più decisiva e aggravando pesantemente la finanza bassanese e il suo ricorso al prestito, Padova impose l’edificazione della seconda cerchia urbana che aumentò l’area urbanizzata, globalmente, di circa quattro volte rispetto a quella definita dalla prima (fig.6).

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 6. Area urbanizzata dopo la costruzione della seconda cerchia urbana (post 1312).

È ormai assolutamente da escludere che l’iniziativa dell’opera spetti a Gian Galeazzo Visconti, alla fine del Trecento. Fu invece voluta per difendere Bassano, le sue risorse e i borghetti, dal prevedibile assalto di Cangrande della Scala, nella crisi seguita alla perdita padovana di Vicenza nel 1311. Avviato nel 1312, a buon punto o forse già realizzato entro il 1338, il recinto era in opera nel 1350, 1373, 1390, regolarmente punteggiato con torri scudate e torricelle per la difesa di fiancheggiamento. Anche la parte antica dell’apparato fu militarmente aggiornata nel 1315: nelle torri e nei sistemi di chiusura alle testate del ponte, per esempio. Questo secondo giro delle mura continuò ad appoggiarsi tatticamente – nei lati nord e ovest, rispettivamente – al ciglio del terrazzo sopra il Margnano e alla riva alta del Brenta mentre verso la campagna, a est e a sud, fu rinforzato con un doppio fossato a secco (fig.7).

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7. Bassano del Grappa. Particolare delle mura trecentesche. Collezione privata. Le mura trecentesche della seconda cerchia urbana, dalla Porta delle Grazie verso ovest, prima della loro demolizione nel 1887.

I nuovi segmenti, raccordandosi a giro, si innestarono su quelli antichi a partire dal palazzo Sturm e dalla piazzetta Zaine la cui porta, di Aureola, fu spostata a est in quella oggi detta «delle Grazie». La porta «dei Leoni», conservando il nome, fu trasferita a sud accanto al Castello Inferiore, dove preesisteva una torre lignea d’avvistamento che servì di mira per il tracciamento convesso della parte meridionale del circuito. L’apertura della nuova Porta di Brenta lungo la via dei Portici Lunghi, fatta di muro e non precariamente ricavata come nel 1295, agevolò la sistemazione del poi denominato Porto di Brenta. Il Castello Inferiore, innestato sulla cinta e di presidio all’importante arteria della via nova di collegamento con Padova, fu prescritto nel 1315 svolgendo anche funzione di bilanciamento tattico rispetto a quello Superiore (fig.8).

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8. Pianta ideale e schematica di Bassano (part.), penna e inchiostro su carta, 1690-1691. Bassano del Grappa, Museo Biblioteca Archivio, Archivio Comunale, Mappe, n. 12. Il Castello Inferiore prima del 1541. In evidenza il fossato di perimetro, la porta con ponte levatoio verso la città e la (seconda) Porta dei Leoni, ora dell’Angelo.

Il vasto fossato che perimetrava a meridione la precedente cerchia del XII-XIII secolo, progressivamente terrapienato dopo il 1312 ma già avanti rinsaldato dall’allineamento a poca distanza dal margine esterno delle sedi religiose di San Francesco e di San Giovanni - della seconda metà del Duecento e, rispettivamente, del 1308 - fu destinato alle piazze, oggi della Libertà e Garibaldi, che da allora rappresentano, in modo urbanisticamente originale rispetto ad altri e paragonabili centri del Veneto, il blocco di tenuta e lo snodo di convergenza dell’intera città e, perché no, il suo spettacolo. Salvo che nel settore di Campomarzo, come vedremo, l’area circondata dalla nuova cinta non fu interamente riordinata con isolati compiutamente regolari. Permanevano infatti, anche nelle proprietà, i segni ormai consolidati dell’insediamento delle strade e dei borghetti, pur dopo lo spianamento dei relativi terrapieni e fossati di cintura. Come si verifica, una trama ortogonale non poteva perciò trovare applicazione nelle zone adiacenti alle vie nova e Marinali, in diagonale la prima e sinuosa la seconda che era rimasta quel percorso di campagna, storicamente rilevante ma non più modificabile, che si indirizzava dall’esterno verso la (prima) porta dei Leoni.[38] Non sappiamo chi, quando e per quale originaria ragione di difesa abbia fondato il complesso della «torre grande del comune» sopra la piazza Garibaldi, già forse inclusa in un recinto, presumibilmente non riferibile al “girone” del 1274-1278, appostata (di fatto) verso l’angolo di sud est della prima cerchia urbana e trasformata all’apice su progetto del 1823. Attestata nel 1389, forse coincidente con una contemporanea torre comunale della campana e questa con un’altra del genere del 1349-1350, figura da quel tempo nella proprietà del comune, adibita unicamente al battito delle ore e alla sorveglianza dall’alto di incendi, tumulti e turni comunali di guardia urbana. È ipotizzabile una sua correlazione con la costruzione della seconda cerchia, a far data dal 1312, o con lo sviluppo ad ampio raggio dell’abitato nel periodo di cerniera fra il XIII e il XIV secolo. È indubitabile la sua funzione di sigillo materiale e di simbolo comunitario per quello che era diventato il nuovo baricentro della città. Dalla sua cima si allargava e geometrizzava la mira a tutto orizzonte, dentro e oltre le mura, antiche e recenti (fig.9; tav.14).

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9. Francesco e Leandro Dal Ponte, Pianta della città di Bassano (1583-1610) (part.). Bassano del Grappa, Museo Biblioteca Archivio, Archivio Comunale, Mappe, n. 10. Si riconoscono la «torre grande» in piazza Garibaldi e il suo ambito, ancora relativamente libero da costruzioni.

[39] Nel più generale quadro del rifacimento della difesa nel XIV e nel primo lustro del XV secolo si colloca infine la costruzione della cinta interna del Castello Superiore databile, stando alla documentazione, nell’arco teorico fra circa il 1315, quando «il muro del castello delle canipe» sembra ancora unico, e il 1388, quando cessa il dominio dei Carraresi, la cui insegna era ben riconoscibile in due merli della nuova cortina nel periodo 1680 ca.-1740. Questo lungo lasso è indiziariamente riducibile, quantomeno per la conclusione del lavoro, fra il 1350 e il 1388. Di misura ben ridotta rispetto all’antico circuito e da questo abbracciato – ma non a sud, dove fu costruita e rimane una sola cortina - designato come arx Belvedere o come «castello di Belvedere superiore di Bassano» (già forse compiuto nel 1380), fornito di un moderno apparato - le torri scudate, la porta di ingresso a saracinesca e anticipata da un rivellino a camera e da un ponte levatoio, la stessa torre sopra l’entrata, nella sua parte superiore - questo arnese da guerra, presidiato da professionisti, era incompatibile con ogni pratica diversa da quella militare. Da quando entrò in funzione e fino al quarto decennio del Quattrocento ne fu impedito l’accesso e l’uso civile, con l’eliminazione delle canipe e degli edifici comunali, e quello cimiteriale e religioso (forse integralmente), con il trasferimento della sede plebaniale, finora male interpretato, nella chiesa di San Giovanni: con notevoli effetti sull’esercizio delle funzioni urbane.[40] Contestualmente, la vasta striscia dell’odierna Piazza Terraglio, non più inclusa nell’ambito castellano, fu destinata a nuovo spazio aperto e di variegata utenza comunale, a far data dal XV-XVI secolo (fig.10).

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10. Francesco e Leandro Dal Ponte, Pianta della città di Bassano (1583-1610) (part.). Bassano del Grappa, Museo Biblioteca Archivio, Archivio Comunale, Mappe, n. 10.
La ricostruzione interna del Castello Superiore, databile fra il 1315 e il 1388. Si segnalano il fossato di cintura a sud e il rivellino davanti all’ingresso, oggi eliminati.

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