Gian Maria Varanini

Maria Albina Federico

Giampietro Berti

Giuliana Ericani

Renata Del Sal

Donata M. Grandesso

Maria Luigia De Gregorio Giovanni Marcadella

Giambattista Vinco da Sesso

Giambattista Vinco da Sesso

Alessandra Magro

Carlo Presotto

Franco Scarmoncin e Lucia Verenini

Renzo Stevan e Eugenio Rigoni

Nel disegno della storia urbanistica tardomedievale e moderna di Bassano, merita attenzione un fenomeno, fin qui trascurato, che accomuna questa città con le altre nel Veneto. Nel momento di colmo della sua potenza militare, quasi allo scadere della dominazione viscontea e precisamente nel 1402, Bassano si attrezzava di un buon patrimonio di architettura militare, incardinata nei castelli Superiore e Inferiore, in quello di guardia al ponte-diga per deviare il Brenta a danno di Padova e nello stesso Ponte Vecchio, esso pure un «castello sull’acqua». Venezia ereditò il complesso e lo curò fin verso la metà del Quattrocento quando, per convenienza strategica e di risparmio della spesa, cessò di mantenerlo in efficienza, con solo qualche precario restauro in caso di conflitto o di vistoso crollo delle cortine. L’assetto urbano era impalcato anche dal reticolo delle fortificazioni. Il loro degrado e quindi la rovina indussero effetti notevoli nel tessuto della città. Dalla seconda metà del XV secolo le cesure fra i luoghi fortificati, separati e non agibili, e gli altri di uso civile cominciarono a sparire. A poco a poco i sistemi castellani, le torri, i fossati e le rive di cintura della cerchia muraria divennero quasi sempre praticabili col versamento di un canone a Venezia. Gli spazi si contaminarono e amalgamarono, perdendo ciascuno l’originaria identità e la qualità della sua differenza. La strada di soccorso alla difesa che perimetrava le mura dall’interno fu interrotta in diversi punti e ne rimane appena qualche segmento, come nella via delle Mura del Bastion (fig.13).

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13. Tratto delle mura dalla torre in capo alla via Da Ponte (demolita nel 1854) a quella sul piazzale Trento. Inchiostro e acquerello su carta, ASV, Rason Vecchie, b. 212, dis. 928. Notevole esempio di privatizzazione, nel 1695, di una strada di contorno alle mura e già di valenza militare.

Fu così che avvenne la prima e grave smagliatura della forma urbana di Bassano. Il comune stesso sfruttò l’occasione. Nel 1540-1545 ottenne per denaro la concessione a livello del rovinato Castello Inferiore e nel 1669 acquistò da Venezia un tratto di muro del Castello Superiore a cui applicò più capienti locali (ora dell’Ufficio Tecnico) per i grani del Fontico e per i pegni del Monte di Pietà[45]

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