[9] RAFFESTIN, Per una geografia cit., p. 189. 

[10] M. ORTOLANI , Geografia delle sedi, Padova, Piccin, 1984, p. 147.  

[11] P. GOUROU, Per una geografia umana, Milano, Mursia, 1978, pp. 250-258.  

[12] ORTOLANI , Geografia cit., p. 147  

[13]  L’edificazione di un ponte è proprio uno degli esempi citati dall’Autore per testimoniare come la costruzione di artefatti materiali incrementi le possibilità d’azione delle società umane, nello specifico favorendo la rapidità degli spostamenti, assicurandone la stabilità perché «sopprime la discontinuità fisica che originava il problema della mobilità», aggiungendo nuove funzioni territoriali a quella costitutiva dell’intervento di trasformazione (una nuova «intensificazione della relazionalità umana»), A. TURCO, Verso una teoria geografica della complessità, Milano, Unicopli, 1988, p. 98.  

[14]  Un particolare significativo della cura rivolta alle strutture difensive è dato da FASOLI, La storia cit., p. 14, a proposito del terrapieno che era «rinforzato da siepi di “spini bianchi” e di “spini rossi” (crataegus axyacantha), che finirono per essere preferite, in considerazione delle loro lunghe acutissime spine, a siepi accuratamente mantenute».  

[15] «La struttura fu il braccio proteso che permise l’avvenire di Bassano, il simbolo dell’operazione che le assicurò egemonia rispetto ai villaggi prossimi, quale testa di ponte. La sua collocazione fu favorita dall’imminenza del colle – dove sorge il castello – sul Brenta e da una strozzatura del fiume tra le due sponde di Bassano e Angarano, proprio in quel punto. Bassano produsse il ponte e, contemporaneamente, venne da esso avvalorata e urbanisticamente orientata», PETOELLO, RIGON, Sviluppo urbanistico cit., p. 403.  

[16] Come afferma Ortolani, «è innegabile che la presenza di un ponte verso il quale converge la rete stradale sollecita la nascita e lo sviluppo di un abitato, i cui compiti di smistamento e controllo tendono a mantenersi nel tempo» (ORTOLANI , Geografia cit., p. 158) . Un’altra sua osservazione ben si attaglia a Bassano, quando nota (p. 160) che, se le rive presentano diversa altimetria, il nucleo cittadino primitivo sta sempre sulla riva alta. Spesso poi «la città trabocca facilmente con un sobborgo sulla riva opposta. Il travaso oltre fiume può essere stato preceduto dalla esistenza di un propugnacolo difensivo. Ne risulta sovente una certa “discriminazione sociale” fra le due rive».  

[17] ORTOLANI, Geografia cit., p. 147.  

[18] L. FEBVRE, La terra e l’evoluzione umana. Introduzione geografica alla storia, Torino, Einaudi, 1980, p. 405. 

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