[76] P. ORSI, III. Bassano Veneto. Reliquie di età romana presso Angarano, «Notizie degli Scavi di Antichità», 1894, pp. 165-166; cfr. anche M. J. STRAZZULLA, Terrecotte architettoniche del Museo Civico di Bassano del Grappa, «Archeologia Veneta», VII (1984), pp. 168-169; STRAZZULLA, Le terrecotte architettoniche della Venetia romana. Contributo allo studio della produzione fittile nella Cisalpina (II a.C. - II d.C.), Roma, «L’Erma» di Bretschneider, 1987, pp. 301-303; CAVe, 1988, p. 147, n. 96.3; BRUNO, Produzione cit., pp. 138-141. Su Paolo Orsi si vedano soprattutto i saggi raccolti in Paolo Orsi e l’archeologia del ‘900, Atti del Convegno, Supplemento agli «Annali dei Musei Civici di Rovereto, Sezione Archeologia, Storia e Scienze Naturali», 6 (1990), Rovereto 1991 e A. MARCHESE-G. MARCHESE, Bibliografia degli scritti di Paolo Orsi, Pisa, Scuola Normale Superiore, 2000. 
[77] Può, infatti, essere posto in relazione col gentilizio Ancharius, discretamente attestato nel Veneto centro orientale (CIL, V, 2193, 2317, 2461, 2559, 2857; SI, 554; SupplIt, 15, 16), dove compare anche nell’ambito della produzione di laterizi e di lucerne: CIL, V, 8110, 39a, 8114, 54w; si veda inoltre S. CIPRIANO, S. MAZZOCCHIN, Produzione e circolazione di laterizi nel Veneto tra I secolo a.C. e II secolo d.C.: autosufficienza e rapporti con l’area aquileiese, in Aquileia dalle origini alla costituzione del Ducato longobardo. Territorio-Economia-Società, a cura di G. Cuscito e C. Zaccaria, Trieste, Editreg, 2007, pp. 639, 642.
[78]  STRAZZULLA, Terrecotte architettoniche cit., p. 173, n. I, fig. 1; STRAZZULLA, Le terrecotte cit., pp. 304-305, n. 372, tav. 72, 372.  
[79] STRAZZULLA, Terrecotte architettoniche cit., p. 169; STRAZZULLA, Le terrecotte cit., p. 301; BRUNO, Produzione cit., p. 139.
[80] CAVe, 1988, p. 146, n. 95; BUSANA, Architetture cit., p. 54 ; BRUNO, Produzione cit., p. 138.  
[81]  Per gli approfondimenti si rimanda a STRAZZULLA, Terrecotte architettoniche cit., pp. 167-190; STRAZZULLA, Le terrecotte cit., pp. 301-317.  
[82] Così definite nella letteratura archeologica dal nome del loro primo collezionista e illustratore, Giovanni Pietro Campana (1808-1880): N. PARISE, Campana, Giovanni Pietro, in DBI, 17 1974, pp. 349-355. Oltre all’ancora fondamentale H. VON ROHDEN-H. WINNEFELD, Architektonische römische Tonreliefs der Kaiserzeit, Berlin-Stuttgart, W. Spemann, 1911, si vedano A. BORBEIN, Campanareliefs. Typologische und stilkritiche Untersuchungen, Heidelberg, DAI, 1968 e M. J. STRAZZULLA, Il principato di Apollo. Mito e propaganda nelle lastre «Campana» dal tempio di Apollo Palatino, Roma, «L’Erma» di Bretschneider, 1990. 
[83] STRAZZULLA, Terrecotte architettoniche cit., pp. 304-317, nn. 372-394.  
[84]  A «modelli, probabilmente trasmessi mediante carto­ni, rielaborati e trasposti su matrice localmente» pensa STRAZZULLA, Le terrecotte cit., p. 304; cfr. STRAZZULLA, Terrecotte architettoniche cit., pp. 172-173.  
[85] Nei territori di Verona, Este, Adria, Padova, Vicenza: CIPRIANO, MAZZOCCHIN, Produzione cit., pp. 637, 640, 646, 669, 671, 674, 677: la sede della manifattura è stata identificata a Montegrotto, nell’agro di Padova (CIPRIANO, MAZZOCCHIN, Produzione cit., p. 647), ma nulla esclude che a San Giorgio si trovasse una sua filiale.  
[86] CIPRIANO, MAZZOCCHIN, Produzione cit., p. 669.  
[87]  Laterizi con il suo marchio sono attestati a Este, Adria e Padova: CIPRIANO, MAZZOCCHIN, Produzione cit., pp. 639, 642, 669, 670, 674. Sulle diversificate attività della gens Avillia: G. CRESCI MARRONE, Gens Avil(l)ia e il commercio dei metalli in valle di Cogne, «Mélanges d’archéologie et d’histoire de l’Ècole Française de Rome. Antiquité», 105 (1993), pp. 33-37; G. MENNELLA, Un patavino verace: nota onomastica a CIL, V, 6899, in Est ille enim flos Italiae... Vita economica e sociale nella Cisalpina romana, Atti delle giornate di studio in onore di Ezio Buchi, Verona, QuiEdit, 2008, pp. 219-221.  
[88]  Anche se alcune indagini archeometriche su anfore Dressel 6B hanno individuato una possibile area di produzione fra Brenta e Piave: ERCOLINO, MAZZOCCHIN, La coltura cit., p. 172.  
[89]  Il marchio, infatti, è attestato su anfore Dressel 20, provenienti dalla Betica: P.P.A. FUNARI, Dressel 20 Inscriptions from Britain and the Consumption of Spanish Olive Oil with a Catalog of Stamps, Oxford, Tempvs Reparatvm, 1996, pp. 32, 111, n. 63; debbo la segnalazione all’amichevole cortesia di Stefania Pesavento dell’Università di Padova.  
[90] Cfr. BRUNO, Produzione cit., p. 139.  
[91] Cfr. anche BRUNO, Produzione cit., pp. 139-140.  
[92]  Si veda soprattutto D. MANACORDA, I diversi significati dei bolli laterizi. Appunti e riflessioni, in P. BOUCHERON, H. BROISE, La brique antique et médiévale. Production et commercialisation d’un matériau, Actes du Colloque International, Rome, École Française de Rome, 2000, pp. 127-159. 

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