[1] Questo paragrafo è stato curato da Francesco Cozza.  
[2]  G. FASOLI, La Storia, in Atlante storico delle città italiane, Veneto, Bassano del Grappa, a cura di G. Fasoli, Bologna, Grafis, 1988, p. 7.  
[3]  Nelle campagne della Rosa. Dieci anni di ricerche archeologiche a Rosà, a cura di E. Pettenò, Bassano del Grappa, Editrice Artistica Bassano, 2004.  
[4] Accertamenti stratigrafici nel Castello degli Ezzelini di Bassano del Grappa: evidenze archeologiche e dati storici a confronto, a cura di E. Bianchin Citton, S. Tuzzato, in «Quaderni di archeologia del Veneto», XXI (2005), pp. 103-115.  
[5]  Gli interventi di controllo archeologico – effettuati in cantiere dallo Studio di Archeologia Cipriano-Meloni sotto la direzione scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto operata dallo scrivente - sono avvenuti in due fasi: la prima, relativa alla trincea funzionale al restauro statico della facciata della casa canonicale, nei mesi di febbraio-marzo e la seconda, per la posa di tubazioni, nei mesi di ottobre-novembre (cfr. relazioni di scavo in archivio SBAV).  
[6]  F. SCARMONCIN, scheda VI.1.6 Un castello per tutti, in Ezzelini: signori della Marca nel cuore dell’impero di Federico II, catalogo della mostra, Bassano del Grappa, 2001-2002, a cura di C. Bertelli e G. Marcadella, Bassano del Grappa, Comune, 2001.  
[7]  M. CORTELLETTI, Bassano, il castello degli Ezzelini, in Ezzelini. Signori della Marca nel cuore dell’Impero di Federico II, a cura di C. Bertelli e G. Marcadella, Milano, Skira, 2001, pp. 119-121.  
[8] FASOLI, La storia cit.  
[9]  Lo scavo archeologico – eseguito sotto il controllo scientifico della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto e diretto dai funzionari archeologi Elodia Bianchin e Francesco Cozza - è stato condotto tra l’aprile e l’agosto del 2008 da una equipe di archeologi coordinati da Stefano Tuzzato.  
[10] Una seconda buca di dimensioni più grandi (m 1,80 x 2,10) con analogo riempimento di ciottoloni che può confermare la funzione di silos è stata messa in luce in un settore di scavo limitrofo (saggio 3).  
[11]  Le murature in ciottoli avevano uno spessore di m 0,70 e in base alla ricostruzione grafica avrebbero composto un vano rettangolare con lati di m 8 x 10 ca; il focolare, posto a contatto con il muro ovest, misurava m 1,60 x 2,20.  
[12] Da un primo livello d’uso (US 8), che obliterava i piani interni della prima struttura abitativa, provengono due monete scodellate d’argento assegnate rispettivamente ai dogi Orio Malipiero (1178-1192) ed Enrico Dandolo (1192-1205); ringrazio Giulio Carraro per le classificazioni dei reperti numismatici.  
[13] Lo scavo esaustivo dell’area è stato condotto in cantiere da Paolo Paganotto con la supervisione tecnica di Cristiano Miele e Paolo Marcassa della ditta cooperativa P.ET.R.A. sotto il coordinamento scientifico della Soprintendenza per i beni Archeologici del Veneto nelle persone dei funzionari archeologi Elodia Bianchin e Francesco Cozza. Dal mese di maggio 2009, con interruzioni, è in corso di verifica archeologica anche il sedime degli edifici già adibiti a carcere.  
[14] La sepoltura all’interno delle capanne abitative, tardo antiche e altomedievali, è documentata in vari casi, cfr. relazione di scavo e ivi bibliografia di rimando a cura di Paolo Paganotto in archivio SBAV-PD.  
[15]  Un indicatore cronologico è il cambiamento delle tipologie formali della ceramica grezza, infatti viene meno l’uso dell’olla e si afferma quello della pentola a secchiello. 

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