[60] RIGON, Le istituzioni ecclesiastiche cit., p. 219.  

[61]  Mi limito a citare solo uno degli ultimi contributi che Giuseppina De Sandre ha dedicato a queste tematiche: G. DE SANDRE, In un lebbrosario medievale veronese: tracce di religione “vissuta”, in Una strana gioia di vivere. A Grado Giovanni Merlo, a cura di M. Benedetti, M.L. Betri, Milano, Biblioteca francescana, 2010, pp. 125-143, in particolare le pp. 125-129.  

[62] Ne ha censiti la maggior parte G.M. VARANINI nella prima parte di un contributo redatto insieme a G. DE SANDRE GASPARINI, Gli ospedali dei «malsani» nella società veneta del XII-XIII secolo. Tra assistenza e disciplinamento urbano, in Città e servizi sociali nell’Italia dei secoli XII-XV. Atti del dodicesimo convegno internazionale di studio (Pistoia, 9-12 ottobre 1987), Pistoia, Centro italiano di studi di storia dell’arte, 1990, pp. 141-165, in particolare su Bassano p. 149, nota 17.  

[63] I due testamenti sono stati pubblicati in G.B. Verci, Storia degli Ecelini, Bassano, nella stamperia Remondini, 1779, III (= Codice diplomatico eceliniano), pp 101-102, 111-112 e pp. 135 sgg. per il codicillo di Speronella.  

[64] Sono ricordati nel testamento oltre ai malsani di Bassano anche quelli di Monselice, Padova, Este, Vicenza, Feltre e Treviso.  

[65] Gli statuti del comune di Bassano, statuti del 1259, libro II, cap. XXXIX: Quod malsani non vadant per burgum Baxani. Ibidem, statuti del 1295, libro III, cap. XVI: De leprosis.  

[66] SIGNORI, La religiosità dalle origini cit., p. 59. Dello stesso autore: Origini e vicende del monastero benedettino di San Fortunato di Bassano, Bassano del Grappa, s. e., 2000, p. 6. Lo studioso identifica tali monache con quelle attestate nel Regesto dei beni ezzelinani: apud monacas de post Sancto Fortunato … in hora Caxerii apud monesterium Sancti Felicis (ibidem, nota 29, p. 12). In un documento del 20 aprile 1290 si fa menzione di un luogo denominato Sancto Felice supra flumen Brente anche se non si fa cenno alla presenza di un monastero o del lebbrosario: I documenti del comune di Bassano cit., p. 438.  

[67]  A. RIGON, S. Giacomo di Monselice nel Medioevo (sec. XII-XV). Ospedale, monastero, collegiata, Padova, Istituto per la storia ecclesiastica padovana, 1972; Rigon, Le istituzioni ecclesiastiche cit., pp. 219-220.  

[68]  I documenti del comune di Bassano cit., p. 261. Il 27 maggio 1278 Morando del fu Torengo qui fuit de Romano et nunc manet ad Domum Dei donò una terra situata a Romano d’Ezzelino a frate Roberto, rettore dell’ospedale e «ricevente a nome proprio e dei poveri di Cristo». Qualche anno dopo il suo successore alla guida della “Casa di Dio”, frate Floriano, ricevette una donazione mortis causa da Viviano Scalzavacca, alla presenza di Bono sacerdote di Santa Maria e di un certo Marchesino servitore dello stesso istituto (I documenti del comune di Bassano cit., pp. 454-455, 1291 febbraio 13). Nel 1293 il priore della Domus Dei è invece frate Leonardo (I documenti del comune di Bassano cit., p. 507).  

[69] Statuti del comune di Bassano cit., Statuti del 1295, cap. XXVIII, p. 285-286.  

[70] Statuti del comune di Bassano cit., Statuti del 1295, Libro IV, cap. XX, p. 423.  

[71]  Secondo Franco Signori la nuova Domus Dei venne ricostruita solo alla fine degli anni Quaranta del XIV secolo in hora Bobus o contrada dei Bò: F. SIGNORI, Sulle origini della chiesa di San Francesco, in «Bollettino del Museo Civico di Bassano», n. s., 3-6 (1987-1988), pp 21-30, in particolare nota 12 p. 24; F. SIGNORI, Sulle origini della chiesa di San Francesco, in «Notiziario degli Amici dei Musei e dei Monumenti di Bassano del Grappa», nn. 26-29 (2003), pp. 9-44.  
[72]
  VERCI, Storia della Marca cit., t.v doc. CDXL, 18 gennaio 1308. Ne parlano anche FASOLI, MANTESE, La vita religiosa cit., p. 442.  

[73] Si veda qui il contributo di FRANCO SCARMONCIN e GIAN MARIA VARANINI.  

[74]  Si vedano a tale proposito le osservazioni di G. DE SANDRE GASPARINI, Tra pietà e opere. Considerazioni sull’associazionismo devoto medievale, in Studi e fonti del medioevo vicentino e veneto, II, a cura di A. Morsoletto, Vicenza, Accademia Olimpica, 2003, pp. 80-84.  

[75]  TH. FRANK, Confraternite e assistenza, in Studi confraternali. Orientamenti, problemi, testimonianze, a cura di M. Gazzini, Firenze, Firenze university press, 2009, pp. 217-238, in particolare pp. 217-218.  

[76] Una buona quantità di notizie su questo ospedale si trova in MANTESE, Bassano nella storia. La religiosità cit., pp. 48 e 142-144.  

[77] MANTESE, Bassano nella storia cit., pp. 47-48.  

[78]  Gli statuti della confraternita di Santa Maria e di San Paolo pubblicati alla fine dell’Ottocento da O. CHILESOTTI sono stati ripubblicati da MANTESE, Bassano nella storia cit., pp. 313-318 (in particolare le norme sulla visita ai fratelli infermi anche in caso di pestilenza a pp. 315 e 317). Cenni anche in G. DE SANDRE GASPARINI, Il movimento delle confraternite nell’ area veneta, in Le mouvement confraternel au Moyen Âge. France, Italie, Suisse. Actes de la table ronde organisée par L’Université de Lausanne avec le concours de l’Ècole française de Rome et de l’Unité associée 1011 du CNRS «L’institution ecclésiale à la fin du Moyen Âge» (Lausanne, 9-11 mai 1985), Rome, École française de Rome, 1987, p. 376.  

[79] Anche gli statuti della confraternita del Corpo di Cristo sono stati pubblicati da MANTESE (benché in traduzione) nel volume Bassano nella storia cit., pp. 299-312. Sul successo della confraternita presso le testatrici bassanesi di primo Quattrocento si veda SCARMONCIN, Squarci cit., pp. 587-599, in particolare p. 595. 

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