[23] BRENTARI, Storia di Bassano cit., p. 68; FASOLI, La storia cit., pp. 8-9; A. CANOVA, G. MANTESE, I castelli medioevali del Vicentino, Vicenza, Accademia Olimpica, 1979, pp. 23, 53-55; SCARMONCIN, Presso un fiume cit., p. 15.  

[24]  Le fonti scritte e una serie di sondaggi archeologici hanno finora attestato in quel secolo soltanto tre siti fortificati nel comprensorio pedemontano del Grappa, dal Brenta al Piave: Solagna (915), Asolo (969), Rovigo di Pederobba (996). Per tutto ciò cfr. SETTIA, “Ecclesiam incastellare” cit., pp. 58-62; SETTIA, Castelli e villaggi cit., pp. 126-130, 170-172; R. ERCOLINO, Il popolamento medievale nel Pedemonte del Grappa tra villaggi e castelli, in Siti fortificati cit., pp. 213-216.  

[25] All’atto sul castelletto edito da C. F. POLIZZI, Ezzelino da Romano, signoria territoriale e comune cittadino, Romano d’Ezzelino, Comune, 1989, pp. 210-215, va accompagnato un altro in ACapT, scat. 2, n. 375. Per la data 1302 cfr. TESSAROLO, Aspetti del paesaggio agrario cit., p. 304, n. 218. La capacità di calamitazione del Brenta, a corso lungo, è analizzata da BORTOLAMI, Il Brenta medievale cit., p. 211.  

[26] Per questo palazzo, riferito in maniera un po’ diversa nel 1262, 1271, 1293, cfr., nell’ordine, Regestum cit., p. 183; G. B. VERCI, Storia della Marca Trivigiana e Veronese, Venezia, Storti, 1786-1791, t. 2, doc. CLXXXIX; ACB, 2. Bassano, vol. 48, fasc. 1, Inventario dei beni della Comunità di Bassano del 1293 (d’ora in poi Inventario 1293), c. 2r.  

[27]  Le pretese vescovili e l’indicazione della Fasoli rispettivamente in F. SCARMONCIN, Tra comune e signoria a Bassano: alcuni aspetti di un complesso rapporto, in Nuovi studi ezzeliniani, Roma, Istituto storico italiano per il Medioevo, 1992, pp. 373-374; FASOLI, Signoria feudale cit., pp. 19-21; FASOLI, La storia cit., pp. 8, 10; FASOLI, Prefazione, in Statuti del comune di Bassano cit., pp. XV e nota 2, XXIV-XXV.  

[28]  Per il muro, il fossato e il terraglio si rinvia a Statuti del comune di Bassano cit., pp. 67, 107, 133, 350; Inventario 1293 cit., cc. 2r-6r. Sul «vecchio» castello e sul suo perimetro cfr. ACB, 2. Bassano, vol. 48, fasc. 2: Descrizione di Beni della Magnifica Comunità di Bassano fatta l’anno 1410 (d’ora in poi Inventario 1410), cc. 2v, 6r; M. SALE, Compendi historici delle Memorie della Provincia Veneta, indi Marca Trivigiana… BCB, ms. 33.B.18, c. 100r; FASOLI, La storia cit., p. 12; PETOELLO, Il castello del XIII secolo cit., pp. 115-117. All’interno dei nn. civici 5 e 7 di vicolo Gamba si segnalano, entrambe da indagare, una muratura da est a ovest di notevole consistenza forse associabile con una parete di grande altezza, ortogonalmente vicina.  

[29]  Cfr. in questo volume il saggio di Bortolami, Pigozzo, p.100. L’area castellana entro l’originario perimetro, misurando grosso modo, è tra i 15 e i 20000 metri quadri: di valore medio alto per i castelli del X-XI secolo (SETTIA, Castelli e villaggi cit., pp. 206-209, 223-224).  

[30]  Adattabile a Bassano, con alcune varianti, è il modello di sviluppo dei centri minori proposto da A.A. SETTIA, Da villaggio a città: lo sviluppo dei centri minori nell’Italia del Nord, in Città murate cit., pp. 23-34 (in particolare pp. 29, 34). Il rapporto tra pievi e fortezze e tra villaggio fortificato e castello deposito (compreso quello di Bassano), l’honor castri in SETTIA, Castelli e villaggi cit., pp. 250-252, 374, 379, 423 nota 232, 444-454, 460 note 46, 53. Sui castelli deposito e sui relativi livelli nel Trevigiano cfr. S. COLLODO, I «vicini» e i comuni di contado (secoli XII-XIII), in Storia di Treviso cit., pp. 271-277. Nel Vicentino, un precocissimo esempio di conversione in deposito nel 1085 di un castello – quello di Bressanvido, in destra di Brenta - è segnalato da A. CASTAGNETTI, Vicenza nell’età del particolarismo: da comitato a comune (888-1183), in Storia di Vicenza, II, a cura di G. Cracco, Vicenza, N. Pozza, pp. 36-37. Per il livello e l’honor castri: ACapT, scat. 2, 316, 365, scat.3, 551; TOGNANA, Il paesaggio fortificato cit., p. 44 e nota 84; G. RIPPE, Padoue et son contado (Xe-XIIIe siècle), Rome, École française de Rome, 2003, pp. 304-314. Sulla territorialità è d’avvio il classico di P. VACCARI, La territorialità come base dell’ordinamento giuridico del contado nell’Italia medievale, Milano, Giuffrè, 1963, specialmente pp. 10-15, 56-58, 66-68, 98-101. Il tema della personalità giuridica del castello ricorre negli studi di G. VISMARA, La disciplina giuridica del castello medievale (secc. VI-XII) e Istituzioni e disciplina giuridica del castello senese, ora ripubblicati in Scritti di storia giuridica, 4, Milano, Giuffrè, 1986: rispettivamente alle pp. 112-115 e 198-199. Da vedere, P. BRANCOLI BUSDRAGHI, La formazione storica del feudo lombardo come diritto reale. Seconda edizione riveduta e ampliata, Spoleto, Centro italiano di studi sull’alto medioevo, 1999, pp. 254-257.  

[31] Per le canipe e la sede comunale cfr. SCARMONCIN, Comune e debito pubblico cit., doc. 23, 51, 64, 66, 112, 128; Inventario 1293 cit., c. 1v.  

[32]  Per il muro, nel 1226 e 1315, cfr. ACapT, scat. 2, n. 406, e VERCI, Storia della Marca cit., t. 7, doc. DCCLXXXI. Per l’apparato castellano, di approccio bibliografico, cfr. PETOELLO, Il castello del XIII secolo cit., pp. 115-117; CORTELLETTI, Bassano, il castello degli Ezzelini cit., pp. 119-121; PERBELLINI, Analisi del castello, in Indagine storico conoscitiva cit.. La relazione di castello e dongione in SETTIA, Castelli e villaggi cit., p. 379; SETTIA, I caratteri edilizi cit, pp. 201-203.

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