[148] Sullo sviluppo dell’industria laniera nei distretti veronese e vicentino si veda E. DEMO, L’“anima” della città cit.; lo stesso autore si è occupato anche del caso marosticense in E. DEMO, Un’area a forte vocazione manifatturiera. Marostica e il territorio vicentino tra Medioevo ed età moderna (secc. XV-XVII), in Marostica: profilo istituzionale di un centro urbano nell’età della Serenissima, a cura di C. Povolo, Vicenza, La Serenissima, 2004, pp. 192-227, alle pp. 195-212. Per il Trevigiano L. PESCE, Vita socio-culturale in diocesi di Treviso nel primo Quattrocento, Venezia, Deputazione di Storia Patria per le Venezie, 1983, alle pp. 273-285 e l’appendice documentaria alle pp. 337-367 mentre per una prospettiva di lungo periodo L. MELCHIORI, L’arte della lana nel Pedemonte Veneto, Roncade, Morganti, 1994; per il Padovano si deve invece fare ancora riferimento agli studi di R. CESSI, Le corporazioni dei mercanti di panni e della lana in Padova fino a tutto il secolo XIV, Venezia, Ferrari, 1908; R. CESSI, Per la storia delle corporazioni dei mercanti di panni e della lana in Padova nei secoli XIII e XIV, in Padova medioevale cit., pp. 299-304 e M. BORGHERINI, L’arte della lana in Padova durante il governo della Repubblica di Venezia. 1405-1797, Venezia, La Deputazione, 1964.  

[149] Ce ne fornisce un esempio il lanaiolo Ambrogio di Giovanni da Brescia quando intorno al 1460 creditore verso il marosticense Pietro del fu Bertazzo per circa £ 96 di piccoli, che avrebbe dovuto ripagare lavorando «in magisterio artis lane, habente ipso magistro Ambroxio lanas» (ASB, Notai di Bassano, b. 11a, reg. 4, cc. 129v-130r [9 luglio 1460]).  

[150] ACB, 4. Atti del Consiglio, vol. 2, s.d. (12 ottobre 1405, 18 luglio e 8 agosto 1406, 4 novembre 1425 e 11 febbraio 1427).  

[151]  ASB, Notai di Bassano,, b. 6, reg. 14, c. 13v (29 novembre 1434). La gualchiera si trovava sul Brenta, mentre le chioare erano posizionate lungo le mura del castello vecchio; il tutto per un affitto annuo di £ 90 di piccoli.  

[152] ASB, Notai di Bassano, b. 6, reg. 15, c. 6r-v (2 maggio 1435).  

[153] ASV, Senato misti, reg. 59 (bobina 264), c. 133r (22 novembre 1435).  

[154] ACB, 4. Atti del Consiglio, vol. 2, s.d. (18 maggio 1445).  

[155]  L’ammonimento ad osservare scrupolosamente la regolamentazione dell’arte della lana venne sottolineato ancora una volta la primavera seguente: per assicurare la bontà delle fasi di rifinitura (purgatura, garzatura, follatura) queste dovevano essere eseguite solo all’interno del territorio, non avvalendosi delle strutture e dei lavoranti delle località vicine, prevedendo una multa per i panni difettosi da pagarsi direttamente agli ufficiali addetti alla loro stima (ACB, 4. Atti del Consiglio, vol. 3, s.d. [4 aprile 1446]).  

[156] H. HOSHINO, L’arte della lana in Firenze nel Basso Medioevo. Il commercio della lana e il mercato dei panni fiorentini nei secoli XIII-XV, Firenze, Olshki, 1980, pp. 206-211.  

[157] ACB, 4. Atti del Consiglio, vol. 3, s.d. (1 febbraio 1456). Gli uomini scelti, anche in questo caso, oltre ad essere esponenti di spicco dell’Arte lo erano altrettanto di Consiglio, appartenenti ad alcune delle famiglie più importanti e di maggior sostanza.  

[158] ACB, 4. Atti del Consiglio, vol. 3, s.d. (29 giugno 1456); si tratta da parte del cancelliere della copiatura di una delibera di undici anni successiva, votata il 6 febbraio 1467, di cui si conserva questo frammento qui trascritto senza un’apparente motivazione. Non è possibile sapere se fu effettuata la registrazione integrale alla data corretta, poiché all’interno del reg. 4.4 sono andati perduti gli anni 1465-1471.  

[159] In quei mesi, per i primi abboccamenti fra le parti, venne ellectus ad concordandum cum magistro Apollonio, il gastaldo dell’Arte Alessandro Broconi Abbondio. A spingere i lanaioli bassanesi il fatto che ancora molti tessitori, purgatori e follatori – specialmente le ultime due categorie – lavorassero male i panni. La scelta di portare Apollonio a Bassano fu approvata a grande maggioranza, con 28 voti positivi e solo 8 contrari (ACB, 6. Confraternite, vol. 6, c. 2r, sine data).  

[160] ACB, 6. Confraternite, vol. 6, cc. 3v-5r (18 dicembre 1468).  

[161]  In proposito la causa che lo vide contrapposto al follatore Antoniolo è esaustiva del clima di tensione creatosi fra i lavoranti del lanificio; ACB, 6. Confraternite, vol. 6, c. 9v bis (14 aprile 1471).  

[162]  Fra i frammenti dei registri dell’Arte si trovano, ad esempio, i casi dei rosatesi Domenico Compostella e Domenico Jachini portati in giudizio per aver fatto lavorare dei panni senza licenza e senza essere iscritti alla matricola dei lanaioli bassanesi (ACB, 6. Confraternite, vol. 6, c. 1r bis [10 febbraio 1471] e 1v bis [15 febbraio 1471]).  

[163] DEMO, L’anima della città cit., pp. 81-84 e MELCHIORI, L’arte cit., pp. 89-96, 101-104 .  

[164] ACB, 4. Atti del Consiglio, vol. 4, s.d. (21 maggio e 4 giugno 1475; 22 e 28 luglio, 5 ottobre e 7 dicembre 1477).  

[165] ACB, 4. Atti del Consiglio, vol. 5, s.d. (17 aprile, 14 maggio e 9 luglio 1480).  

[166]  MELCHIORI, L’arte cit., pp. 94-95. Un’ambiguità, rispetto a quanto accadde nel vicino distretto vicentino che è da imputarsi non solo al differente ruolo e grandezza dei due capoluoghi ed al diverso peso dei due lanifici, ma anche all’incerto ed approssimativo ruolo che la Dominante assegnò al capoluogo bassanese per tutto il secolo ed oltre.  

[167] ACB, 4. Atti del Consiglio, vol. 5, s.d. (9 luglio 1480).  

[168] ACB, 4. Atti del Consiglio, vol. 5, s.d. (29 ottobre 1483).  

[169]  Alcuni casi in ASB, Notai di Bassano, b. 9a, reg. 12, c. 53r (20 giugno 1461), b. 8a, reg. 6, cc. 68r-69r (14 dicembre 1453) e reg. 9, c. 12r (4 febbraio 1457), b. 588, reg. 1452, cc. 82r-83r (23 giugno 1453), b. 11b, reg. 6, cc. 169v-170r (16 agosto 1463) e b. 17, reg. 1, cc. 31v-32r (23 marzo 1482).  

[170] Esempi in ASB, Notai di Bassano, b. 8a, reg. 10, c. 16v (7 marzo 1458) e c. 33r (30 maggio 1458), b. 13a, reg. 11, cc. 35v-36r (10 marzo 1474), reg. 8, cc. 73v-74r (14 luglio 1470), reg. 9, cc. 82v-83r (7 agosto 1471) e b. 11a, reg. 4, cc. 146v-147r (9 ottobre 1460).  

[171] F. BAUCE, Manifatture e commerci a Brescia nel XV secolo: brevi note d’archivio, in Inquirere veritatem. Studi in memoria di mons. Antonio Masetti Zannini, 1, numero monografico di «Brixia Sacra. Memorie Storiche della Diocesi di Brescia», XII (2007), pp. 299-314, alle pp. 106-107.  

[172]  F. VIANELLO, Seta fine panni grossi. Manifatture e commerci nel vicentino. 1570-1800, Milano, F. Angeli, 2004. Per uno sguardo più ampio si rimanda alla recente raccolta di studi La seta in Italia dal Medioevo al Seicento. Dal baco al drappo, a cura di L. Molà, R. C. Mueller e C. Zanier, Venezia, Marsilio, 2000  

[173]    ACB, 4. Atti del Consiglio, vol. 8, s.d. (28 giugno 1501).  

[174] ACB, 4. Atti del Consiglio, vol. 8, s.d. (7 luglio 1502).  

[175]  Un provvedimento veneziano del 1504 li annovera fra coloro che avevano subito danni dal dilagare dei furti di piante di gelso (ACB, 12. Statuti e privilegi, vol. 6, cc. 65v-66r [28 febbraio 1504]) 

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