[11] Sul medio corso del fiume invece ne esistevano, tanto che nel Settecento il governo veneziano ne vietò la presenza fino a Limena: C. GRANDIS, I mulini ad acqua dei colli euganei, Este, Parco regionale dei Colli Euganei, 2001, pp. 21-22.  

[12] MBAB, Pinacoteca, inv. 74.  

[13]  ACB, Bassano, 2.66, disegno dei periti Giuseppe Cuman e Renato Rocca in data 10 febbraio 1667 (copia identica in ASV, B.I. Disegni, rotolo 436, mazzo28b, dis. 2).  

[14] Risalendo la città. Guida all’esposizione permanente nella Torre Civica, a cura di R. Del Sal, Bassano del Grappa, Comune, 2003, p. 24.  

[15] Il termine rosta venne spesso usato nei documenti e nelle mappe per indicare anche la roggia, ossia il canale artificiale, che nella maggiore parte dei casi finiva per convogliare l’acqua deviata dal fiume; l’oggetto in questo caso giustifica ampiamente la confusione dei campi semantici.  

[16] «La differenza fra la rosta e il cordone o traversagna si è che la rosta è di maggior fattura e più alta, riduce l’acqua verso delle rive per esser estratta fuori dell’alveo a servizio degli edifizij, ha un riforo o stramazzo di livello più basso del ciglio della fabbrica verso del mezzo, che da quei paesani viene detto bocchiero, dove la traversagna chiude il fiume dall’una e dall’altra parte, ma non si tiene alta che a pelo di ghiara o d’acqua bassa, nè ha bocchieri alcuno. Ha due usi la rosta, cioè di sostener l’acqua e di divertirne fuori del fiume, dove la traversagna non ne ha che uno di sostenere semplicemente le acque, ridurle in qualche parte violente; prima [sic = priva] però questa e di bocchiero e di esito laterale, ricerca più fortezza della rosta per sostenere il movimento dell’acqua e può restare assai di leggieri staccata dalle rive nelle escrescenze col precipizio delle medesime.»: ASV, B.I. Consorzi, b. 802, fasc. a stampa “Rosta Rosà” (in penna aggiunto: “per Ca’ Capello”), p. 30, relazione di Bernardino Zendrini, 18 maggio 1727 (sullo Zendrini, noto matematico e ingegnere veneto nativo di Saviore: G.M. BONOMELLI, Bernardino Zendrini grande matematico della Repubblica di Venezia. Vita e opere, Cividate Camuno, Edizioni San Marco, 1976; A. ZENDRINI, Elogio di Bernardino Zendrini matematico della Repubblica di Venezia, Venezia, Palese, 1808).  

[17] ACB, Mappe, n. 18.  

[18] Risalendo la città cit., p. 20 (ASV, B.I. Disegni, rot. 480, m. 57, dis. 8)  

[19] MBAB, Incisioni bassanesi, n. 3577 e n. 3578.  

[20] ACB, Mappe, n. 22, in data 17 febbraio 1787.  

[21]  La cosa è ben visibile per i mulini Priuli e del Margnan a nord del Ponte: ACB, Bassano, 2.66, 10 febbraio 1667; ACB, Mappe, n. 15, 1736-1737. I mulini appartenenti alla famiglia nobiliare veneziana dei Priuli erano qui già in funzione a inizio Quattrocento: ASV, B.I. Investiture, b. 394, supplica del primo settembre 1713.  

[22]  Sull’istituzione di questa magistratura: U. MOZZI, I Magistrati veneti alle acque ed alle bonifiche. L’antico veneto magistrato alle acque - L’antico veneto magistrato dei beni inculti - L’attuale magistrato alle acque per le provincie venete e di Mantova, Bologna, Zanichelli, 1927, pp. 17-18 (e a pp. 60-62 il testo del decreto 10 ottobre 1556); E. CAMPOS, I consorzi di bonifica nella Repubblica veneta, Padova, Cedam, 1937, pp. 17-22; S. CIRIACONO, Acque e agricoltura. L’Olanda e la bonifica europea in età moderna, Milano, F. Angeli, 1999, pp. 49-52.  

[23]  ACB, Mappe, n. 10; un chiarissimo esempio: ASV, B.I. Disegni, rot. 284, m. 87, dis. 8, maglio di Angarano dei fratelli Ronzoni, 7 gennaio 1699, periti Domenico Piccoli e Girolamo Tomasi.  

[24] Carta disegnata da Giovan Domenico Dall’Acqua conservata nell’archivio del Comune di Nove, 1741.

[25] ACB, Mappe, n. 24, Giovanni Miazzi, 1790?, settore della Brenta con l’imbocco della roggia Rosà. 

Questo sito usa cookies per il proprio funzionamento (leggi qui...)