[26] S. BORTOLAMI, Il Brenta medievale nella pianura veneta. Note per una storia politico-territoriale, in Il Brenta cit., p. 219; peraltro è praticamente certa l’esistenza di una qualche derivazione dal fiume già a partire dal XIII secolo: F. SIGNORI, Economia e società di Bassano nel Due e Trecento, in Bassano nei secoli della sua formazione:. città e territorio tra Duecento e Trecento, Bassano del Grappa, Comitato per la storia di Bassano, 1991, p. 106.  

[27] BORTOLAMI, Il Brenta medievale cit., pp. 215-221.  

[28]  ASV, Commissione all’esame delle investiture di acque nel dipartimento del Bacchiglione, b. 11, fasc. n. 755, cc. 510-536, titoli per la conferma dei diritti del Consorzio Rosà (decreto prefettizio 18 luglio 1813); fasc. 715, cc. 72-84, titoli per la conferma dei diritti della roggia Balbi. Nella sintetica ricostruzione della rete dei canali artificiali, mi sono servito anche di alcuni materiali della tesi di laurea di N. MAZZERACCA, Acque e manifatture nel Bassanese (XVI-XVIII secolo), Università Ca’ Foscari di Venezia, a.a. 1995/96, relatore: G.L. Fontana, correlatore: W. Panciera.    

[29] ASV, B.I. Investiture, b. 411, cc. 164r e 192v, 9 ottobre 1762 e 2 gennaio 1764; per il parere positivo ottenuto dai Balbi da parte del consorzio della roggia Rosà: ASV, B.I. Consorzi, b. 803, cc. 136-160 (richiesta e autorizzazione del Consorzio sono in data 1 settembre 1762); VIELMO, VELO, L’utilizzazione cit., p. 148; il disegno del tracciato completo di quest roggia è stato riprodotto in G. CECCHETTO, La Podesteria di Castelfranco nelle mappe e nei disegni dei secoli XV-XVIII, Castelfranco Veneto, Banca Popolare di Castelfranco, 1994, pp. 164-165 (la mappa si trova in ASV, B.I. Disegni, rot. 474, m. 54a, dis. 3).  

[30] ASV, B.I. Processi, b. 475, copia delle concessioni in data 6 aprile 1557, 7 gennaio 1558 e notifica del 5 marzo 1645.  

[31] ASV, B.I. Investiture, b. 383, conferma a favore di Giovanni Giacomo Bernardi, 3 dicembre 1649.  

[32] A. CURCI, La Roggia Dolfina, in Il Brenta cit., pp. 320-321.  

[33] ASV, B.I Processi, b. 495, investitura del 2 settembre 1602; VIELMO, VELO, L’utilizzazione cit., p. 149.  

[34]  CECCHETTO, La Podesteria di Castelfranco cit., pp. 162-163 (la mappa disegnata da Michelangelo Mattei è in data 2 ottobre 1762 e si trova in ASV, Savi ed Esecutori alle acque, rot. 47, dis. 146).  

[35] ASV, B.I Processi, b. 493, copia dell’atto di livello del 29 settembre 1389.  

[36]  VIELMO, VELO, L’utilizzazione cit., p. 149. La presa della Isacchina superiore è ben visibile nella mappa topografica di Giuseppe Marini del 1833: ACB, Mappe, n. 34 (in Album bassanese. Stampe e disegni di Bassano e dintorni, Bassano del Grappa, Rotary Club di Bassano, 1988, pp. 107 e 109).  

[37] ASV, B.I. Investiture, filza 407 e reg. 413, c. 187v, 3 ottobre 1785, a favore di Giovan Battista Antonibon e fratelli; la concessione a Pasquale Antonibon per la prima ruota pestasassi in filza 402, 6 settembre 1752. Sulla lavorazione di ceramiche e terraglie: La ceramica degli Antonibon, a cura di G. Ericani, P. Marini, N. Stringa, Milano, Electa, 1990; N. STRINGA, La famiglia Manardi e la ceramica a Bassano nel ‘600 e ‘700, Bassano del Grappa, G.B. Verci, 1987; N. STRINGA, Ceramisti e ceramiche, in Cultura popolare vicentina. Mestieri e saperi fra città e territorio, a cura di G. L. Fontana e U. Bernardi, Vicenza, N. Pozza, 1999.  

[38] VIELMO, VELO, L’utilizzazione cit., pp. 149-150.  

[39]  La mappa, che si trova nell’Archivio di Stato di Bassano, è riprodotta in Il Brenta cit., pp. 290-291. Altro disegno dell’area di mano dei periti Angelo Minorelli e Girolamo Tomasi: ASV, B.I. Disegni, rot. 294, m. 97, dis. 5, 26 giugno 1704.  

[40] MOZZI, I Magistrati veneti cit., pp. 32-37.  

[41]  Cfr. I. CACCIAVILLANI, Le leggi veneziane sul territorio, 1471-1789. Boschi, fiumi, bonifiche e irrigazioni, Padova, Signum, 1984, pp. 126-129 e 215-216.  

[42] Gli atti sono in ASV, Commissione all’esame delle investiture di acque nel dipartimento del Bacchiglione, bb. 6-11.  

[43] MAZZERACCA, Acque e manifatture cit., pp. 88-103.  

[44]  In epoca veneziana, il quadretto o piede quadro, misura sulla quale venivano rapportate le concessioni, esprimeva la sezione della bocca di presa ed era equivalente a 0,1156 metri quadrati (144 once); naturalmente, questa misura non considerava la velocità del flusso ed era quindi approssimativa, tanto che nel XVIII secolo si cominciò qualche volta a tenerne conto: CIRIACONO, Acque e agricoltura cit., pp. 61-62.    

[45] MAZZERACCA, Acque e manifatture cit., p. 93; altro esempio di una “carratada” straordinaria per la riparazione della roggia Rosà secondo una disposizione del magistrato del 9 febbraio 1768: ASV, B.I. Consorzi, b. 803, bilancio riassuntivo in data 26 aprile 1771 (spese per 18672 lire e 5 soldi; contribuzioni riscosse per 19628 lire, 14 soldi e 4 denari).  

[46]  Piano di discipline a sistemazione del consorzio rosta Rosà alla sinistra del fiume Brenta presso la comune di Bassano, Bassano, Baseggio, 1812, pp. 5-16 (piano), p. 4 (dispaccio di approvazione del Prefetto n. 24552) e 62-72 (decreto 20 maggio 1806). Dallo Elenco di tutti gli interessati incollato sul retro della copertina, risulta che all’epoca il più importante concessionario era ancora di gran lunga l’ex nobile veneziano Almerigo Balbi: con otto ruote idrauliche e mezzo possedeva 238 dei 538,3 carati del consorzio (ca. il 44%); il secondo era Antonio Alessi con una ruota e 35 carati (in totale le ruote idrauliche erano dieci e mezzo; i concessionari 34). 

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