[1] Tale istituzione è da tenere ben separata dalla Camera dei pegni, concessa a Bassano il 7 dicembre 1448 (ACB, 2. Bassano, b. 75, fasc. 6, ducale di Francesco Foscari).  

[2]  La diffusione dei monti in area veneta è documentata da V. MENEGHIN, I monti di pietà in Italia dal 1462 al 1562, Vicenza, L.I.E.F., 1986. Sulla natura bancaria G. GARRANI, Il carattere bancario e l’evoluzione strutturale dei primigenii Monti di pietà. Riflessi della tecnica bancaria antica su quella moderna, Milano, Giuffrè, 1957.  

[3]  Le vicende che hanno accompagnato l’erezione del Monte a Bassano sono tratteggiate da F. PULIN, Il Monte di pietà di Bassano (1492-1797), Vicenza, L.I.E.F., 1985, pp. 34-40.  

[4] ACB, 2. Bassano, vol. 7, fasc. 2. Segnalo che questa è la prima lista degli oblatori raccolta nel fascicolo che contiene anche documenti di diversa natura.  

[5] Tale analisi è stata possibile a Padova, G. SILVANO, A beneficio dei poveri. Il Monte di pietà di Padova tra pubblico e privato (1491-1600), Bologna, il mulino, 2005, pp. 135-191.   [6] Capitoli del Monte di pietà di Bassano, formati dal Consiglio e decretati dall’eccellentissimo senato nel tempo dell’erettione, con aggionta d’altri ordini […] l’anno 1622 et altre nuove regole, stabilite dal Consiglio e decretate dall’eccellentissimo senato l’anno 1670, Bassano, per Gio.Antonio Remondin, 1672.  

[7] Capitoli cit., p. 41.  

[8]   Poteva trattarsi di una camisola a 3 lire, un lenzuolo a 5, un secchio a 2, uno scaldaletto a 3.4, una vera d’oro, che poteva valere da 8 a 14 lire, una palandrana a 10, una filza de coralli a 30, una stadiera a 1.10, una bombasina a 6, una pignata a 5, una filza de pirole et una fede a 22 e di altro ancora (ACB, 2. Bassano, b. 7, fasc. 3). Il fascicolo raccoglie carte diverse; solo le prime si riferiscono al 1615 e, in particolare, solo al mese di agosto. Queste parziali informazioni suggeriscono che l’attività creditizia del Monte bassanese sia stata, in quel periodo, limitata.  

[9]  Capitoli cit., p. 24.  

[10]  G. SILVANO, Padova democratica (1797). Finanza pubblica e rivoluzione, Venezia, Marsilio 1996 e G. BERTI, Otto e Novecento, in Storia di Bassano, Bassano del Grappa, Comitato per la Storia di Bassano, 1980, pp. 117-122.  

[11] ACB, 2. Bassano, b. 9, fasc. 9. I due bilanci raccolti nel fascicolo si riferiscono al 1799 e al 1800.  

[12]  Questo bilancio fu firmato dal quaderniere del Monte di Bassano Ambrosio Lugo (ACB, 2. Bassano, b. 9, fasc. 9). Anche il bilancio dell’anno successivo fu firmato dallo stesso quaderniere.  

[13]  ACB, 2. Bassano, b. 9, fasc. 7, 8 agosto 1758. La richiesta era diretta al doge e fu approvata il 21 settembre dello stesso anno. In tal modo il salario del massaro passava da 380 a 500 ducati per due anni di attività, dovendosi intendere compresi anche i due mesi successivi alla scadenza del mandato, durante i quali il massaro doveva presentare il conteggio complessivo del suo massariato, dopo avere espletato tutti gli incanti del caso.  

[14] Il 24 giugno 1622 sindaci, avogadori e inquisitori di Terraferma e Istria, a proposito del Santo Monte di Bassano avvertono che «Tutti li massari nel libro dei sopravanzi dei loro pegni venduti, debbono notar prima di dentro per lettera, la quantità delle lire e soldi del sopravanzo et poi gettar fuori per abbaco la medesima summa […] et ciò per schivar molte fraudi che si potrebbono commettere» (Capitoli cit., pp. 33-34).  

[15]  Il contesto politico cittadino che fece da sfondo a tali provvedimenti di riforma è ben tratteggiato da PULIN, Il Monte di pietà cit., pp. 78-82. Si era rilevato, da parte del Zaccaria Bembo podestà di Bassano, che tra il denaro dato a credito e i pegni offerti a garanzia, non vi era congruenza, per cui il Monte si trovava a fronteggiare una situazione di possibile insolvenza. Azioni giudiziarie furono avviate e gran parte del denaro dato a prestito tornò in cassa, rendendo di fatto necessario un intervento normativo di riordino per vanificare la tentazione di pratiche creditizie troppo discrezionali.  

[16] ACB, 2. Bassano, b. 9, fasc. 3.  

[17] ACB, 2. Bassano, b. 8, fasc. 2, c. 91.  

[18]  ACB, 2. Bassano, b. 8, fasc. 2, c. 87. Sono rendicontati anche altri trasferimenti, iscritti in carte diverse. All’interno dello stesso registro compaiono anche i depositi attivi presso il Monte bassanese. Con ogni probabilità si decise di tenere un unico documento contabile per tener conto dei depositi, della cassa, e dell’attività dei massari. «Cassa del santo Monte di pietà die dar per tanti depositadi in quella per il Reverendo Messer fra Arcangelo Chiapin da Vicenza, benemerito prior del convento di S. Maria delle Grazie di questa terra di Bassan, alla presentia di […] ducati 39» (ACB, 2. Bassano, b. 8, fasc. 1, c. 93). Il deposito era vincolato a determinate disposizioni, come spesso avveniva in casi analoghi.  

[19] Il ricco dossier sulla commissaria Apollonio è conservato in ACB, 2. Bassano, b. 52, fasc. 4, c. 1.  

[20] ACB, 2. Bassano, b. 9, fasc. 4.  

[21]  Le prime 5 carte registrano tali pagamenti dal 1682 al 1750, mentre in seguito si fa riferimento all’affitto del terzo granaio del fontego scaduto il 31 luglio 1712. In questo secondo caso la contabilizzazione termina con il 1724. L’importo dell’affitto era di 620 lire (ACB, 2. Bassano, b. 9, fasc. 4, cc. 6-8).  

[22] ACB, 6. Confraternite, b. 12, Scuola di San Giuseppe livelli per le grazie alle donzelle 1696, cc. 1-8. da altra documentazione si chiarisce che questa attività iniziò almeno nel 1576.  

[23] ACB, 6. Confraternite, b. 12, Scuola di San Giuseppe, primo articolo di una nota del 1576, a cura dei massari della Scuola stessa.  

[24] ACB, 6. Confraternite, b. 12, Scuola di San Giuseppe, parte presa in capitolo il 26 marzo 1674.   [25] ACB, 2. Bassano, b. 76, fasc. 3, Costruttione del Lazzaretto et vari ordini in materia di sanità, bando del 25 agosto 1585.  

[26] ACB, 2. Bassano, b. 5, fasc. 1.  

[27]  Sulla natura e le funzioni di un ente ospedaliero tra età moderna e contemporanea G. SILVANO, Ospedale e clinica a Padova in età contemporanea: la costante ricerca di un’alleanza, in Pensare e finanziare la cura. Momenti della sanità a Padova tra pubblico e privato (secc. XIII-XXI), a cura di G. Silvano, C. Maddalena e M. Rippa Bonati, Milano, F. Angeli, in corso di stampa.  

[28] ACB, 6. Confraternite, b. 12, Ospedale degli infermi, 18 settembre 1694.  

[29] ACB, 2. Bassano, b. 16, fasc. 4.  

[30]  Curiosamente le richieste per poter accedere a capitali di livello sono attestati per Feltre tra documenti tutti riguardanti il Monte di Bassano, senza che vi sia alcuna evidente connessione (ACB, 2. Bassano, b. 9, Terminazione per presentar supplica per la permissione di ricevere a livello fiancabile ducati 4.000 per il sovvengo dei poveri, 18 agosto 1749).  

[31] ACB, 2. Bassano, b. 10, fasc. 1.  

[32]  ACB, 2. Bassano, b. 10, fasc. 3, documento del 30 giugno 1706. I beni immobili contavano per 3.032 ducati, i mobili per 2107.  

[33]  ACB, 2. Bassano, b. 10, fasc. 4. Sul tema delle denuncie segrete vedi l’ormai classico P. PRETO, Persona per hora secreta. Accusa e delazione nella Repubblica di Venezia, Milano, Il Saggiatore, 2003.   [34] ACB, 2. Bassano, b. 11, fasc. 2, c. 4.  

[35] ACB, 2. Bassano, b. 11, fasc. 2, c. 32.  

[36] ACB, 2. Bassano, b. 11, fasc. 5.  

[37] ACB, 2. Bassano, b. 12, fasc. 4.  

[38]  G. J. FERRAZZI, Degli istituti di beneficenza nella R. città di Bassano. Cenni illustrativi, Bassano, Tipografia Baseggio, 1854, p. 5. L’autore riporta anche una frase dal Tommaseo: «queste patrie istituzioni non sono portate di fuori, ma eredità di tradizioni venerate e di consuetudini care».  

[39] L. DE ROSA, Storia delle casse di risparmio e della loro associazione 1822-1950, Roma-Bari, Laterza, 2002, pp. 24-27. 

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