[16] Ai fondamentali studi di inizio Novecento di G. ZONTA, Note Betussiane, «Giornale storico della letteratura italiana», LII (1908), pp. 321-366, e alla sintetica scheda di C. MUTINI, Betussi Giuseppe, in DBI, 9, 1967, pp. 779-781, si sono aggiunti in tempi più recenti altri lavori importanti che segnano un rinnovato interesse nei riguardi di questo autore, anche al di fuori dell’Italia: L. NADIN BASSANI, Il poligrafo veneto Giuseppe Betussi, Padova, Antenore, 1992, e I.B. JAFFE, Giuseppe Betussi and Eleonora Falletti, poligraph and poet at the dawn of popular literature, New York, Gradiva, 2006. Le sue opere più importanti Il Raverta e La Leonora sono pubblicate in Trattati d’amore del Cinquecento, a cura di G. Zonta, Bari, Laterza, 1912, silloge poi riproposta nel 1975 con un’importante introduzione di M. Pozzi. La Leonora, corredata di traduzione inglese, si trova anche all’interno del saggio della Jaffe, che presenta il Betussi definito «apostle of women» ed in parallelo la poetessa Eleonora Falletti, inserendoli nel quadro del petrarchismo rinascimentale agli albori della letteratura popolare.  

[17] In questa raccolta, pubblicata a Venezia, presso Pietro de’ Franceschi, nel 1576, sono presenti a p. 99 due sonetti di Lattanzio Persicini, che costituiscono un’utile testimonianza per documentare la produzione pittorica di Jacopo Bassano. Sono infatti indirizzati al celebre pittore («Ponte») e fanno riferimento a due ritratti perduti di due poeti compresi nella raccolta: Alessandro Campesano e Lazzaro Dal Corno («l’illustre conte»). 

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