[18] Le opere del Roberti apparvero inizialmente in pubblicazioni celebrative di limitata tiratura, edite per lo più dal fratello Guerrino; ma già sul finire della sua vita esse confluirono in edizioni complessive come fu la Raccolta di varie operette, Bologna, Della Volpe, 1767-1795, in 8 tomi. Postume poi uscirono le Opere dell’abate Giambattista Roberti in svariate edizioni: a Bassano, presso i Remondini nel 1789, in 14 volumi, e ancora nel 1797, in 15 volumi; a Lucca, presso Bertini, nel 1817, in 13 volumi; a Napoli, presso Minerva, nel 1826, in 11 volumi; e da ultimo a Venezia, presso Antonelli, nel 1830-31, in 19 volumi. Dopo tanto fervore editoriale tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, sullo scrittore bassanese sembra essere calato il silenzio anche da parte della critica, che gli riserva spazi sempre più limitati in opere di carattere generale. Costituiscono una meritoria eccezione in tempi più moderni la smilza monografia di P. PELOSI, Una lettura leopardiana: Giovan Battista Roberti, Salerno, Edisud, 1988, e l’ampia e documentata ricostruzione, fondata sullo spoglio dell’epistolario, di G.B. SANDONÀ, Ragione e carità. Per un ritratto di Giambattista Roberti (1719-1786), Venezia, Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, 2002.

[19] G. LEOPARDI, Crestomazia Italiana, La Poesia, a cura di G. Savoca, Torino, Einaudi, 1968, pp. 132-134. 

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