[6] O. BRENTARI, Storia di Bassano e del suo territorio, Bassano, S. Pozzato, 1884, p. 528.

[7] BRENTARI, Storia di Bassano cit., p. 529.

[8]  Il riconoscimento del Mocenigo, con punto interrogativo, è nella didascalia del dipinto in Jacopo Bassano e lo stupendo inganno dell’occhio cit., p. 29.  

[9] G. GEROLA, Bassano, Bergamo, Arti Grafiche, 1910, p. 68. L’attribuzione del Gerola è accettata da tutti gli autori di pubblicazioni su Bassano.  

[10]  Un aggiornato studio sulla vita e sulle opere di Francesco Zamberlan si trova in: L. COLLAVO, Per Francesco Zamberlan, architetto e ingegnere bassanese del Cinquecento. Nuovi tracciati documentali e riflessioni per un disegno storiografico e un profilo biografico, «Arte/Documento», 25 (2009), pp. 101-115. La Collavo in base a testimonianze documentarie da lei riportate in luce, ritiene che lo Zamberlan si sia trasferito a Venezia «forse proprio a partire dallo stabile insediamento di una fiorente bottega di lapicida, che fin dall’inizio del 1566 risulta contemporaneamente impegnata nella realizzazione di una villa sul Brenta, a Fiessetto, e di un palazzetto in città», la prima per i Longo del ramo di Santa Maria Formosa, il secondo per gli Zane del ramo di San Trovaso (p. 101).  

[11] Il documento è pubblicato da: O. BRENTARI, L’acqua a Bassano, Bassano, Pozzato, 1883, in Nozze Chemin-Tattara XX Maggio 1883, pp. 21-27.  

[12]  Per le vicende storico-costruttive del Palazzo Pretorio cfr. G. PETOELLO, Palazzo Pretorio, in Interni bassanesi, a cura di L. Alberton Vinco da Sesso, Bassano del Grappa, Tassotti, 1996, pp. 132-142.

[13]  W. R. REARICK, Vita e opere di Jacopo dal Ponte, detto il Bassano c. 1510-1592, in Jacopo Bassano c. 1510-1592, catalogo della mostra, a cura di B. L. Brown, P. Marini, Bologna, Nuova Alfa Editoriale, 1992, pp. LXVII-LXVIII.

[14] C. RIDOLFI, Le maraviglie dell’arte, overo le vite degl’illustri pittori veneti e dello Stato […], descritta dal Cavalier Carlo Ridolfi, Venezia 1648, ed. a cura di D. von Hadeln, I-II, Berlino, G. Grote, 1914-1924.  

[15] Per la storia decorativa di Palazzo Pretorio cfr. V. ROMANI, Palazzo Pretorio, in Interni bassanesi cit., pp. 143-156.  

[16] RIDOLFI, Le maraviglie dell’arte cit., I, p. 397, nota 10.  

[17]  G. B. VERCI, Notizie intorno alla vita e alle opere de’ pittori scultori e intagliatori della città di Bassano, Venezia, G. Gatti, 1775, pp. 88, 318.  

[18] VERCI, Notizie intorno alla vita cit., pp. 89, 318.  

[19]  VERCI, Notizie intorno alla vita cit., pp. 191, 318. Anche se il Verci non ne informa, i due teleri Soranzo e Cappello esposti nel nuovo palazzo municipale provenivano certamente dal Pretorio.  

[20]  Cfr. L. ALBERTON VINCO DA SESSO, Leandro Bassano ultimo erede di una dinastia di pittori in Il Natale degli umili nella pittura di Leandro Bassano, catalogo della mostra, a cura di R. Pancheri, Trento, Museo diocesano tridentino, Comune di Trento, 2007, p. 12.  

[21]  VERCI, Notizie intorno alla vita cit., pp. 32-33. Giuseppe Nasocchi è figura che non riceve alcuna consistenza negli studi su questa famiglia compiuti da Giovanni Chiuppani nel primo Novecento, per i quali cfr. le conclusioni critiche di F. CASAGRANDA, Per Francesco Bassano il Vecchio, «Arte/Documento», 22 (2010), pp. 125-131.  

[22]  La discussione degli storici sulla strana presenza del ponte palladiano nell’affresco datato 1528 è riassunta da B. Passamani nella scheda sul disegno in: Album bassanese: stampe, disegni di Bassano e dintorni, a cura di B. Passamani, Bassano del Grappa, Rotary Club di Bassano, 1969, p. 15.  

[23] VERCI, Notizie intorno alla vita cit., p. 89 e BRENTARI, Storia di Bassano cit., pp. 533-534.  

[24] La macchina dell’orologio nel 1747 fu sostituita da quella, ancora funzionante, di Bartolomeo Ferracina.  

[25]  Per le iscrizioni commemorative della costruzione e dei restauri della Loggia del Belvedere vedi: BRENTARI, Storia di Bassano cit., pp. 534-535. L’ambiente fu trasformato nell’Ottocento in caffè. 

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