[38] L’atto notarile è riferito da SIGNORI, in MURARO, Il libro secondo cit., p. 344; della proprietà facevano parte anche le stalle e un forno.

[39] Cfr. MURARO, Il libro secondo cit. , p. 176: le registrazioni sono a c. 176v.

[40]  Poiché per la decorazione dell’arma in pietra il contratto è fatto «cum l’eccellentia del dottor suo fiolo» cioè Matteo, possono riferirsi a quest’ultimo le iniziali «D M». Questi lavori sono pagati in natura con frumento e segala secondo la registrazione nel libro dei conti il 23 marzo 1551, c. 67r. Della cura della villa suburbana e delle sue coltivazioni da parte dei Forcadura è testimonianza l’iscrizione con cui Matteo, nel 1584, dedicò umanisticamente il suo vigneto al piacere degli amici e al sollievo della vecchiaia (cfr. per le lapidi che riportano l’epigrafe: PETOELLO, in L’Archivio di pietra cit., pp. 237-239).

[41] La conclusione di questi lavori di adattamento è probabilmente ricordata dalla data 1797 che fino a qualche decennio fa si leggeva sul pavimento del salone passante (cfr. R. CEVESE, Ville della provincia di Vicenza, Milano, Rusconi, 1980, p. 277). Le iniziali «D M», le stesse incise nello stemma lapideo posto sul timpano in facciata, testimoniano che la decorazione è a esso contemporanea.

[42] S. VENDRAMIN, in Ville venete: la Provincia di Vicenza, a cura di D. Battilotti, Venezia, Istituto regionale per le ville venete, Marsilio, 2005, p. 60.  

[43] I dati sono riferiti da G. PETOELLO, Ca’ Erizzo, in Interni bassanesi cit., pp. 108-109.  

[44]
 Crf. la biografia di Ambrogio Frizier: SIGNORI, Notizie storiche cit., pp. 346-347.  

[45] PETOELLO, Ca’ Erizzo cit., p. 108.  

[46] La partita che lo riguarda è a cc. 1v-2r e in appendice V.  

[47]  è stata pubblicata da P. JOANNIDES, M. SACHS, A «Last Supper» by the young Jacopo Bassano end the sequence of this early work, «The Burlington Magazine», CXXXIII (1991), 1063, october, pp. 695-699.  

[48]  R. CEVESE, Ville della provincia di Vicenza, 2 voll., Milano, SISAR, 1971, II, p. 330. Ora la villa, di proprietà del Comune di Bassano del Grappa, è sede dell’Istituto Agrario “A. Parolini”.

[49] F. SIGNORI, Villa Rubbi, in Interni bassanesi cit., pp. 282-284.  

[50]  Per questa collocazione cronologica e la probabile committenza dell’affresco da parte dei Maggi vedi: L. ALBERTON VINCO DA SESSO, Villa Maggi, in Gli affreschi nelle ville venete. Il Cinquecento, a cura di G. Pavanello e V. Mancini, Venezia, Marsilio, 2008, pp. 131-134.  

[51] Cfr. L. CROSATO LARCHER, Villa Rubbi, in Interni bassanesi cit., pp. 284-285.  

[52] BROTTO PASTEGA, Ca’ Veggia Bonaguro, in Interni bassanesi cit., p. 193.  

[53] Cfr. L. ALBERTON VINCO DA SESSO, Ca’ Veggia, in Gli affreschi nelle ville venete cit., pp. 128-130.  

[54] L. CROSATO LARCHER, Ca’ Veggia Bonaguro, in Interni bassanesi cit., pp. 193-196.  

[55]  F. S. Toniolo espone ampiamente i risultati dei suoi studi sulle operazioni condotte da Giacomo Angarano per migliorare il suo fondo agricolo in Angarano, nella monografia Giacomo Angarano. Vita e opere, «L’illustre bassanese», 48 (1997), vedi in particolare pp. 7-8.

[56]  Una scheda recente sulla villa, ora di proprietà Bianchi-Michiel è di S. VENDRAMIN, in Ville venete: la Provincia di Vicenza cit., pp. 49-50.  

[57]  Cronaca di Fabio Monza (1548, 1549, 1563, 1564, 1567, 1587, 1590, 1591, 1592), a cura di L. Puppi, Vicenza, Errepidueveneto, 1988. Una scheda recente sulla villa è di S. VENDRAMIN, in Ville venete: la Provincia di Vicenza cit., p. 64.  

[58] CEVESE, Ville della provincia di Vicenza cit., II, p. 324.  

[59]
 G. PETOELLO, Stemma della famiglia Angarano dal Sole, in L’ Archivio di pietra cit., pp. 78-80. 

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