[60] G. LUNARDON, Il Convento benedettino di San Fortunato a Bassano: un’ipotesi di conservazione e riuso museale, tesi di laurea, Università degli Studi di Padova, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1972-1973, p. 100.

[61]  CROSATO LARCHER, L’età rinascimentale cit., p. 75.

[62]  CROSATO LARCHER, L’età rinascimentale cit., p. 76 e CROSATO LARCHER, Palazzo Sale Pengo cit., p. 288. La ripresa, da parte del Nasocchi, dei busti dei Padri della Chiesa affrescati da Giovanni Speranza nella chiesa delle Grazie, è stata riconosciuta da G. ERICANI, La decorazione pittorica cit., p. 60. Francesco Nasocchi (1470/1480-1558/1560) e Bartolomeo (documentato tra il 1508 e il 1541), figli di Nicolò (documentato dal 1465 al 1507), operarono spesso in collaborazione; un approfondimento sulla loro attività di pittori di pale d’altare è in F. CASAGRANDA, Per Francesco Bassano cit., pp. 125-126.

[63]  Una puntuale analisi di questa e delle altre pale di Francesco il Vecchio è in PELLIZZARI, Francesco dal Ponte il Vecchio cit., pp. 4-21. Si è già rilevata l’importanza che dovettero avere, per la formazione di Francesco il Vecchio, i testi pittorici del Montagna e di Giovanni Speranza nella chiesa delle Grazie, riconosciuti da G. ERICANI, La decorazione pittorica cit., pp. 60-63.

[64] Cfr. PELLIZZARI, Francesco dal Ponte il Vecchio cit., pp. 12, 14.

[65]  G. GEROLA, Il primo pittore bassanese, Francesco da Ponte il Vecchio, «Bollettino del Museo Civico di Bassano», IV (1907), 3, p. 82.

[66] E. ARSLAN, I Bassano, 2 voll., Milano, Ceschina, 1960, I, p. 25.

[67] MURARO, Il libro secondo cit.: le registrazioni sono a c. 55v.

[68]  MURARO, Il libro secondo cit., p. 22; già l’Arslan individuava nel paesaggio la mano di Jacopo. Per questo e gli altri suoi interventi nelle teste della Maddalena e di san Giovanni Evangelista supposti dalla critica cfr. la scheda relativa al dipinto in Il Museo Civico di Bassano del Grappa. Dipinti dal XIV al XX secolo, a cura di L. Magagnato e B. Passamani, Venezia, N. Pozza, 1978, p. 13.

[69] Cfr. PELLIZZARI, Francesco dal Ponte il Vecchio cit., pp. 20-21.

[70] Le due commissioni nel libro di bottega si trovano rispettivamente a c. 18v e a c. 135v.

[71] A. BALLARIN, Cacciata dei mercanti dal tempio, in Jacopo Bassano e lo stupendo inganno dell’occhio cit., pp. 58-61.

[72]  Vedi su questo soggiorno: C. PIN, Antonio eremita e la Compagnia di Gesù in Mille anni di storia: Bassano 998-1998, a cura di R. Del Sal, M. Guderzo, Cittadella, Biblos, 1999, pp. 71-72.

[73]  P. MARINI, Una nuova immagine di Jacopo Bassano in Jacopo Bassano cit., p. XXXVIII. Domenico Priuli, della famiglia patrizia veneziana proprietaria dei mulini sul Brenta ai piedi del Castello, fu podestà di Bassano dal 20 luglio 1567 al 30 ottobre 1568.

[74] G. ERICANI, Fuga in Egitto, in Jacopo Bassano e lo stupendo inganno dell’occhio cit., p. 62.

[75] ERICANI, Fuga in Egitto cit., p. 62.

[76]  Cfr. D. SAMADELLI e C. SCARDELLATO, scheda del dipinto in I Bassano a raggi X. Jacopo dal Ponte e la bottega attraverso la diagnostica per immagini, catalogo della mostra, Museo Biblioteca Archivio, 26 marzo-3 luglio 2011, a cura di D. Samadelli e C. Scardellato, Cinisello Balsamo, Silvana, 2011, p. 21.

[77] Vedi l’analisi di queste opere nel capitolo L’edilizia pubblica.

[78] Vedi qui il capitolo La città dipinta.

[79]  S. BETTINI, L’arte di Jacopo Bassano, Bologna, Cedam, 1933, p. 47. La lettura della prassi esecutiva di questo affresco è fatta da: G. ERICANI, Jacopo frescante in Jacopo Bassano c. 1510-1592 cit., p. CCXXXIX.

[80] L. MAGAGNATO, Dipinti dei Bassano recentemente restaurati, catalogo della mostra, Bassano del Grappa, Museo civico, 20 luglio-30 novembre 1952, a cura di L. Magagnato, Venezia, N. Pozza, 1952, p. 41.

[81] Per la vicenda critica riguardante il dipinto e la sua definitiva datazione al 1542-1543 cfr. la scheda a esso relativa di P. MARINI in Jacopo Bassano c. 1510-1592 cit., p. 286, ripresa e ampliata in Jacopo Bassano e lo stupendo inganno dell’occhio cit., p. 78.

[82] VERCI, Notizie intorno alla vita cit., p. 79.

[83] G. ERICANI, Martirio di santa Caterina, in Jacopo Bassano e lo stupendo inganno dell’occhio cit., p. 80.

[84]  Piero Pizzamano fu in carica dal marzo 1544 all’agosto 1545. I Pizzamano erano di casa a Bassano perché vi possedevano un’abitazione in contrà Campo Marzio, vicino a quella dei Cappello; e nel Libro secondo risultano committenti della bottega dalpontiana tra il 1537 e il 1545. Nel 1544 Piero e i suoi due fratelli, Marco e Francesco, sono tutti impegnati nella vita pubblica: in quell’anno Francesco fu nominato arciprete di Santa Maria in Colle e Marco si trova a ricoprire la carica di podestà di Cittadella. Quest’ultimo nell’ottobre 1539 ordinò a Jacopo il Cristo tra i dottori nel tempio (ora all’Ashmolean Museum di Oxford).

[85] A. BALLARIN, Jacopo Bassano 1545-1555 in Jacopo Bassano e lo stupendo inganno dell’occhio cit., p. 42.

[86]  È del 24 dicembre 1546 un pagamento ricevuto da Jacopo per la realizzazione della pala: sommando i vari pagamenti fino al saldo, avvenuto il 12 luglio 1548, l’ammontare complessivo del prezzo della pala fu di lire 310: è un costo abbastanza alto perché comprensivo dell’«adornamento», cioè dell’incorniciatura con le colonne lignee. Il lungo iter dei rapporti tra i committenti e la bottega dalpontiana è ripercorso analiticamente da D. SAMADELLI, La Santissima Trinità di Jacopo Bassano, in La Santissima Trinità, pala di Jacopo Bassano, Cartigliano, Bozzetto, 2009, pp. 4-20.

[87] VERCI, Notizie intorno alla vita cit., pp. 85, 319.

[88] W. R. REARICK, Vita ed opere di Jacopo Dal Ponte, detto Bassano, in Jacopo Bassano c. 1510-1592 cit., p. LXXXIX.

[89] L. ZOTTMAN, Zur Kunst der Bassani, Strassburg, Heitz & Mündel, 1908, p. 25.

[90]  SAMADELLI, La Santissima Trinità di Jacopo Bassano cit., p. 8. Le diverse redazioni sono precisamente analizzate da Samadelli e Scardellato, in I Bassano a raggi X cit., p. 30.

[91]  B. AIKEMA, Jacopo Bassano and His Public: moralizing Pictures in an Age of Reform: ca 1535-1600, Princeton (N.J.), Princeton University Press, 1996, pp. 31-34.

[92] La paletta rimase in Municipio fino al 1831 quando fu rivendicata dalla famiglia Costa che vantava il giuspatronato dell’altare e che, ritornata in possesso, lo vendette ai Thiene di Vicenza; fu acquistata nel 1863 dal canonico Merlo che nel 1866 la donò al nostro Museo.

[93] A. SARTORI, Il San Giovanni Battista nel deserto del Bassano, «Arte Veneta», XII (1958), pp. 200-201.

[94]  Corrado Pin nel suo articolo Jacopo Bassano: la religiosità, in Mille anni di storia cit., p. 80, trova singolare il ruolo di devoto committente di don Bartolomeo Testa che una ventina di anni prima aderiva alle dottrine zwingliane.

[95] V. ROMANI, San Giovanni Battista nel deserto, in Jacopo Bassano e lo stupendo inganno dell’occhio cit., pp. 93-95.

[96] P. MEILMAN, Jacopo Bassano’s St. John in the Desert Altarpiece, «Venezia Cinquecento», III (1993), 5, pp. 119-139.

[97] P. BERDINI, The Religous Art of Jacopo Bassano. Painting as Visual Exegesis, Cambridge, Cambridge University Press, 1997.

[98]  M. E. AVAGNINA, in Jacopo Bassano c. 1510-1592 cit., p. 53.

[99]   Cfr. E. PAN, Jacopo Bassano e l’incisione. La fortuna dell’arte bassanesca nella grafica di riproduzione dal XVI al XIX secolo, catalogo della mostra, Bassano del Grappa, Ghedina & Tassotti, 1992, cat. 90.

[100] VERCI, Notizie intorno alla vita cit., pp. 77-78.

[101]  Cfr. la scheda relativa al disegno di V. ROMANI, in Jacopo Bassano c. 1510-1592 cit., pp. 220-221. Grazie alle indagini radiografiche è stato rilevato un pentimento presente sulla testa dell’apostolo dal manto verde seduto a sinistra della Vergine: cfr. SAMADELLI e SCARDELLATO, in I Bassano a raggi X cit., p.33.

[102] Cfr. la scheda sul dipinto, con relativa bibliografia, di P. MARINI, in Jacopo Bassano c. 1510-1592 cit., p. 290, ripresa e aggiornata in Jacopo da Bassano e lo stupendo inganno dell’occhio cit., pp. 97-98.

[103] V. ROMANI, in Jacopo Bassano c. 1510-1592 cit., p. 220.

[104]  Vedi una scheda sul documento conservato in ACB (Confraternite): L. ALBERTON VINCO DA SESSO, Maneggio della scuola di santa Maria e di san Giuseppe (1522-1580) in Mille anni di storia cit., p. 114. Un’esaustiva bibliografia sull’opera è nella scheda di L. Alberton Vinco da Sesso, in Jacopo Bassano c. 1510-1592 cit., pp. 129-131 e in Jacopo Bassano e lo stupendo inganno dell’occhio cit., pp. 111-114.

[105] VERCI, Notizie intorno alla vita cit., pp. 82-83.

[106]  F. VETTORI, Origine e vicende della chiesa di Santa Maria delle Grazie, in La chiesa di Santa Maria cit., pp. 13-45. La pala rimasta al suo posto anche dopo il 1659, quando la chiesa passò in proprietà della famiglia Danieli di Bassano, fu depositata al Museo Civico da don Antonio Danieli nel 1842.

[107] ERICANI, La decorazione pittorica cit., p. 64.

[108] VERCI, Notizie intorno alla vita cit., pp. 82-83 per le pale d’altare e p. 89 per gli affreschi.

[109]  ERICANI, La decorazione pittorica cit., pp. 64-65. L’affresco con la Santissima Trinità strappato nel 1969 e trasportato su paniforte, è ora ricollocato nella parete sinistra del ciborio.

[110] ARSLAN, I Bassano cit., I, p. 141.

[111]  G. B. ROBERTI, Lettera del signor conte abate Giambattista Roberti al signor cavalier conte Giambattista Giovio e risposta del medesimo sopra Giacomo Da Ponte pittore, Lugano, Agnelli, 1777, p. 28.

[112]  Per la questione critica e la bibliografia sull’opera cfr. L. ALBERTON VINCO DA SESSO, in Jacopo Bassano c. 1510-1592 cit., pp. 148-151 e in Jacopo Bassano e lo stupendo inganno dell’occhio cit., pp. 123-124. Per la complessa lettura simbolica cfr. B. AIKEMA, in Jacopo Bassano and His Public cit., pp. 396-397.  

[113] La pala rimase nella chiesa di Santa Caterina fino alla soppressione nel 1772 del convento e della chiesa, acquistati, con tutto l’arredo, dalla famiglia Verci di Bassano; da Giambattista Verci fu venduta nel 1783 al conte Giuseppe Remondini, che la donò nel 1785 al Comune di Bassano, come risulta dagli Atti Consigliari di quell’anno.  

[114]  G. ERICANI, scheda San Martino e il povero e sant’Antonio abate, in Jacopo Bassano e lo stupendo inganno dell’occhio cit., pp. 118-120.

[115] È proposta la datazione al 1578 nella scheda dedicata alla pala da L. ALBERTON VINCO DA SESSO, in Jacopo Bassano c. 1510-1592 cit., pp. 176-179 e al 1578-1580 nella scheda di ERICANI, in Jacopo Bassano e lo stupendo inganno dell’occhio cit., pp. 118-120. La Ericani discute la datazione anche nella scheda San Martino e il povero con sant’Antonio abate, in Martino. Un santo e la sua civiltà nel racconto dell’arte, catalogo della mostra di Illegio, a cura di A. Geretti, Milano, Skira, 2006, p. 130.

[116]  Come risulta dalle indagini radiografiche, l’effetto di chiasmo che accentua la profondità della composizione è stato raggiunto dal pittore cambiando due volte di posizione le figure di san Martino e del povero in uno stadio avanzato di finitura: cfr. SAMADELLI e SCARDELLATO, in I Bassano a raggi X cit., p. 50.  

[117]
 Le indagini radiografiche hanno rivelato un altro spostamento del libro: cfr. SAMADELLI e SCARDELLATO, inI Bassano a raggi X cit., p. 50.  

[118] R. PALLUCCHINI, Bassano, Bologna, Capitol, 1958 p. 52.  

[119] L. MAGAGNATO, Dipinti dei Bassano recentemente restaurati cit., p. 46.

[120]  L’eremita Antonio, figlio del maestro pellizzaro Giovanni Grande da Colonia, è raffigurato con san Bassiano ai piedi della Vergine nella ricordata pala Seicentesca (ora dispersa) dipinta da Giulio Martinelli per un altare di Santa Maria in Colle. Egli si era ritirato alle Salbeghe nel 1545 dopo aver lasciato il romitorio presso la chiesetta di San Vito: per questo periodo vedi qui la nota 72.

[121]  D. M. DA PORTOGRUARO, I Cappuccini a Bassano del Grappa 1568-1810, in Storia dei Cappuccini Veneti II. Primi sviluppi 1560-1580, Venezia-Mestre, Curia Provinciale dei FF.MM. Cappuccini, 1957, pp. 121-149.

[122] G. ERICANI, Il Paradiso, in Jacopo Bassano e lo stupendo inganno dell’occhio cit., pp. 121-123.

[123] ERICANI, Il Paradiso cit., p. 121.  

[124] VERCI, Notizie intorno alla vita cit., p. 75.  

[125] RIDOLFI, Le maraviglie dell’arte cit., I, p. 326.  

[126] ERICANI, Il Paradiso cit., p. 123.  

[127]  ERICANI, Il Paradiso cit., p. 123. Per questa attribuzione cfr. della stessa autrice anche la scheda Il Paradiso, in Apocalisse. L’ultima rivelazione, catalogo della mostra di Illegio, a cura di A. Geretti, Milano, Skira, 2007, pp. 211-212. Per gli apporti distinti riconoscibili dalla diversa scioltezza nel modo di rendere le figure cfr. anche SAMADELLI e SCARDELLATO, in I Bassano a raggi X cit., p. 49. Per il dipinto vedi la scheda di P. MARINI, in Jacopo Bassano c. 1510-1592 cit., pp. 296-297 e quella più recente di G. ERICANI, in Agata Santa. Storia, arte, devozione, catalogo della mostra tenuta a Catania, Firenze, Giunti, 2008, p. 289.

[128] Per il dipinto vedi la scheda di P. MARINI, in Jacopo Bassano c. 1510-1592 cit., pp. 296-297 e quella più recente di G. ERICANI, in Agata Santa. Storia, arte, devozione cit., p. 289.

[129] VERCI, Notizie intorno alla vita cit., pp. 50-51.

[130]  P. MARINI, Madonna con il Bambino in gloria e le sante Agata e Apollonia, in Jacopo Bassano e lo stupendo inganno dell’occhio cit., p. 127.

[131] A. BALLARIN, Chirurgia bassanesca (I), «Arte Veneta», XX (1996), pp. 112-136, ripubblicato in A. BALLARIN, Jacopo Bassano. Scritti 1964-1995, a cura di V. Romani, tomi 2, Cittadella, Bertoncello Artigrafiche, 1995, I, pp. 71-95; A. BALLARIN, La vecchiaia di Jacopo Bassano: le fonti e la critica (nota introduttiva alla “Chirurgia bassanesca”), con in appendice la ristampa dell’elogio del Marucini e la traduzione italiana della “Vita” del van Mander, «Atti del R. Istituto veneto di scienze, lettere ed arti», CXXV (1966-1967), pp. 151-193, ristampato in BALLARIN, Jacopo Bassano cit., pp. 39-68.  

[132] VERCI, Notizie intorno alla vita cit., pp. 91-100.

[133]  Per le vicende del Battesimo di Cristo, cfr. L. ALBERTON VINCO DA SESSO, La raccolta di “quadri di eccellente pittura” della famiglia Stecchini e il fondo di dipinti bassaneschi degli ultimi discendenti dei dal Ponte: episodi di collezionismo bassanese tra la fine del '600 e l’inizio del '700, «Bollettino del Museo Civico di Bassano», n. s., 13-15 (1992-1994), pp. 204-217.

[134] È il passo degli Atti del Consiglio del 17 febbraio 1576 riportato da: L. ALBERTON VINCO DA SESSO in Il duomo di Santa Maria in Colle di Bassano del Grappa, Bassano del Grappa, Comitato per la Storia di Bassano, Cassa di Risparmio di Verona Vicenza e Belluno, 1991, p. 64.

[135] A. BALLARIN, Jacopo Bassano 1573-1580, in Jacopo Bassano c. 1510-1592 cit., pp. CC-CCI.

[136]  W. R. REARICK, Jacopo Bassano e il ritratto dogale di Sebastiano Venier, in Jacopo Bassano e il doge Sebastiano Venier, catalogo della mostra, Bassano del Grappa, Associazione Amici dei Musei e dei Monumenti di Bassano del Grappa, 1996, p.7. Il breve dogato del Venier fu segnato dall’incendio di Palazzo Ducale e interrotto dalla morte sopraggiunta il 3 marzo 1578.

[137] REARICK, Jacopo Bassano e il ritratto cit., p. 11.

[138] REARICK, Vita ed opere cit., pp. CLXIII, CLXVI.

[139]  REARICK, Jacopo Bassano e il ritratto cit., p. 11. A propagandare la fama di Francesco nella capitale contribuì lo scritto promozionale Il Bassano (1577) di L. Marucini, come rileva BENZONI, Bassano: un’identità nella soggezione cit., p. 36.

[140] Per una sintesi dei dati biografici, aggiornati sui ritrovamenti documentari, dei quattro figli di Jacopo si vedano le voci di L. ALBERTON VINCO DA SESSO, in DBI, 32, 1984 e, per l’intera famiglia, sempre L. ALBERTON VINCO DA SESSO la voce Bassano, in The Dictionary of Arts, New York, Grove; London, Macmillan, III, 1996.

[141] Per queste vicende cfr. ALBERTON VINCO DA SESSO, La raccolta di “quadri di eccellente pittura” cit., pp. 204-217.

[142] L. ALBERTON VINCO DA SESSO, F. SIGNORI, Il testamento di Jacopo Bassano, «Arte Veneta», XXXIII (1979), pp. 161-164.

[143]  G. ERICANI, Dipinti inediti per l’attività tarda di Jacopo Bassano, «Bollettino del Museo Civico di Bassano», n. s., 25 (2004), pp. 160-166.

[144] ERICANI, Dipinti inediti cit., p. 166.

[145]  Su questo intervento edilizio cfr.: F. SIGNORI, Storia di un edificio, in Il duomo di Santa Maria cit., p. 17. Girolamo Compostella fu arciprete dal 1573 al 1611.

[146] SIGNORI, Storia di un edificio cit., p. 17.

[147]  Di quest’opera esiste un bozzetto dipinto a olio su rame, già di proprietà Böhler, a Monaco con la firma di Leandro, dove non è raffigurata santa Lucia. Una piccola copia della pala, attribuita a bottega dalpontiana, è esposta al Museo Civico di Bassano: in essa è diversa la parte superiore dove appaiono il Cristo risorto con la croce e il Padreterno e un angelo con la palma del martirio.  

[148] SIGNORI, Altare della Madonna del Rosario, in Il duomo di Santa Maria cit., p. 74.  

[149] La data è suggerita da A. BASSOTTO GNASSO, Leandro dal Ponte. Vita ed opere, «L’illustre bassanese», 15 (1992), p. 21.  

[150] Marino Grimani fu doge dall’aprile 1595 allo stesso mese dell’anno successivo.  

[151] La pala fu allungata in basso di 60 cm.

[152]  L. ALBERTON VINCO DA SESSO, Altare del Santissimo Sacramento o della Madonna del Parto, in Il duomo di Santa Maria cit., p. 61.  

[153]
  In questa visita viene annotata la presenza nella cappella del Crocifisso ligneo duecentesco (ora esposto in San Francesco), due angeli e una lampada sempre accesa: cfr. F. SIGNORI, Altare del Santissimo Sacramento o della Madonna del Parto in Il duomo di Santa Maria cit., p. 61.  

[154] L’attribuzione a Gerolamo è proposta da chi scrive nella scheda dedicata all’altare del Santissimo Sacramento o della Madonna del Parto in Il duomo di Santa Maria cit., p. 61.  

[155]  Essa era una milizia urbana, formata da 350 soldati, tre capicenturia, un sergente e un tenente ed era agli ordini del podestà di Bassano in carica.  

[156] VERCI, Notizie intorno alla vita cit., p. 211.  

[157]  L’Inventario è pubblicato da: S. MASON, L’Inventario di Gerolamo Bassano e l’eredità della bottega, «Notiziario degli Amici dei musei e dei monumenti di Bassano del Grappa», numero speciale – dicembre 2009. Vi vengono elencate 900 voci, tra quadri (seicentoquarantadue), disegni (centoventisette) e stampe (centotrentuno). Per la proposta che si tratti di un modello della pala cfr. p. 24.

[158]  Elisabetta Merzari riconosce questa assistenza del figlio Gerolamo nel proprio testamento, nominandolo suo erede universale per averla sempre «trattata e governata in le malattie con gran amore e servitù»: cfr. La famiglia di Jacopo nei documenti d’archivio, a cura di F. Signori – G. Marcadella, Bassano del Grappa, Minchio, 1992, p. 39. Nel lascito confluirono anche le opere che sono elencate nel ricordato Inventario, del 27 aprile 1592, delle opere trovate nella bottega dopo la morte di Jacopo.  

[159] F. SIGNORI, Origini e vicende del monastero benedettino di San Fortunato di Bassano, Bassano del Grappa, s. e., 2000.  

[160] SIGNORI, Origini e vicende cit., pp. 76-78, 149.  

[161] MASON, L’Inventario di Gerolamo Bassano cit., p. 22.  

[162] VERCI, Notizie intorno alla vita cit., p. 211. 

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