[1] Sulla formazione del Museo si vedano O. BRENTARI, Il museo di Bassano illustrato, Bassano, Pozzato, 1881, p. 34; L. MAGAGNATO, Introduzione (Bassano 1962), in Il Museo civico di Bassano del Grappa. Dipinti dal XIV al XX secolo, a cura di L. Magagnato e B. Passamani, Vicenza, N. Pozza, 1978, pp. IX-XX; P.MARINI, La formazione dei musei nelle città della terraferma, in Il Veneto e l’Austria. Vita e cultura artistica nelle città venete 1814-1866, catalogo della mostra di Verona, a cura di S. Marinelli,G. Mazzariol, F. Mazzocca, Milano, Electa, 1989, pp. 300-308; una sintesi delle sue raccolte è in Il museo civico di Bassano del Grappa, a cura di M. Guderzo, Milano, Electa, 1998; per la formazione della biblioteca cfr. R. DEL SAL, La nascita della Biblioteca Civica di Bassano, «Bollettino del Museo Civico di Bassano», n. s., 25 (2004), pp. 9-18.

[2] Si veda in questa storia un approfondimento nel saggio di Brotto Pastega.  

[3]  Esposizione di opere di artisti bassanesi fatta nella sala del Palazzo Municipale nei giorni 22-23 aprile 1825, Bassano, Baseggio, 1825.  

[4]  G. B. VERCI, Notizie intorno alla vita e alle opere de’ pittori, scultori e intagliatori della città di Bassano, Venezia, G. Gatti, 1775, pp. 83-85, 191.  

[5] Inv. 83 (dono di Giovanni Battista Roberti del 1841). L’epigrafe è in alto a destra: «D.lo Bapta/ Volpati Pict./ Bas. Anno Dni/ MDCL»: MAGAGNATO, in Il Museo civico cit., p. 118. Un suo autoritratto è citato da Verci (VERCI, Notizie intorno cit., p. 259).  

[6] Il dipinto proviene dalla donazione di Giannantonio Moschini del 1840. Per l’attribuzione cfr. G. ERICANI, Ritratto letterario, ritratto ideale e ritratto reale tra l’Emilia e Venezia ai primi del Cinquecento, in Tempo e ritratto. La memoria e l’immagine dal Rinascimento ad oggi, a cura di C. Virdis Limentani e N. Macola, Padova, Il Poligrafo, 2012, pp. 43-58 (pp. 56-58).  

[7]  DEL SAL, La nascita della Biblioteca cit., pp. 9-18. Altri disegni sono conservati nei fondi archivistici del Museo Biblioteca Archivio di Bassano del Grappa (AMB, b. 1849, fasc. 6).

[8]  D. GRANDESSO, Pietro Stecchini. Vita ed opere, «L’illustre bassanese», 24 (luglio 1993), p.13; O. GANZINA, Origini e vicende della nobile famiglia Stecchini di Bassano secondo la documentazione archivistica familiare, «Notiziario degli Amici dei Musei e dei Monumenti di Bassano del Grappa», 22-23 (2000), pp. 134-135.

[9]  BRENTARI, Il museo cit., p. 21.

[10] ASB, Pretura di Bassano, b. 17, Testamenti 1848-1849, n. 2351, Testamento e Scheda codicillare, datati 11 novembre 1844.

[11]  La Grandesso (D. M. GRANDESSO, Pietro Stecchini cavaliere e collezionista, «Bollettino del Museo Civico di Padova», 72 (1983), pp. 259-273) segnala, citando Rigon (Disegni di Canova del Museo di Bassano, catalogo della mostra di Roma e Bassano, a cura di F. Rigon, Milano, Electa, 1982, pp. 150-151, nn. 214-216), che non ne indica la provenienza, tre monocromi (Tre Grazie e due amorini danzanti, La Danza delle Grazie con Amorino con cetra e Tre Danzatrici), ma l’elenco e l’identificazione dei monocromi Stecchini non risulta in nessun documento storico.

[12] GRANDESSO, Pietro Stecchini cit., p. 265.  

[13]  Possagno, Casa dell’artista, inv. 305, olio su tela, cm 90x72. Risulta donato da Lawrence a Stecchini e da lui a Sartori Canova: ASB, Pretura di Bassano, Scheda codicillare cit., punto IX (in data 19 novembre 1844); G. ERICANI, “…La Regia Città di Bassano pel suo distinto affetto al celebre artista”. La donazione e il testamento di Giambattista Sartori Canova, «Bollettino del Museo Civico di Bassano», n. s., 27-28 (2007-2008), pp. 110-128.  

[14] Per il collezionismo canoviano cfr. G. PAVANELLO, La collezione di Antonio Canova: dipinti e disegni dal Quattrocento all’Ottocento, in Antonio Canova e il suo ambiente artistico fra Venezia, Roma e Parigi, a cura di G. Pavanello, Venezia, Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, 2000, pp. 327-380. Per il paesaggio in epoca neoclassica cfr. F. MAZZOCCA, Il mito dell’Italia. La riscoperta del paesaggio sulle tracce della letteratura classica e l’indagine della natura, in Il neoclassicismo in Italia da Tiepolo a Canova, catalogo della mostra, a cura di F. Mazzocca, E. Colle, A. Morandotti, S. Susinno, Milano, Skira, 2002, pp. 57-71; per Voogt, cfr. C. STEFANI, in Maestà di Roma. Da Napoleone all’unità d’Italia. Universale ed Eterna, capitale delle Arti, catalogo della mostra di Roma, a cura di S. Pinto, L. Barroero, F. Mazzocca, Milano, Electa, 2003, p. 87.  

[15] C. H. DE HEINECKEN, Idée générale d’une collection d’estampes, Lipsia e Vienna, J. P. Kraus, 1771.  

[16]  G. GORI-GANDELLINI, Notizie degli intagliatori, Siena, V. Pazzini Carli, 1771, voll. 3; A.BARTSCH, Le peintre-graveur, Vienna, J. V. Degen, 1802-1821, voll. 21.

[17] Per vicende del lascito Remondini cfr. G. ERICANI, Dal lascito al Museo, in Museo Remondini, Bassano del Grappa, Comune, 2007.  

[18]  G. B. BASEGGIO, Della calcografia in Bassano e dei calcografi bassanesi, in G. FERRAZZI, Di Bassano e dei bassanesi illustri, Bassano, Baseggio, 1847, pp. 163-218.  

[19] «A GIAMBATTISTA CO.REMONDINI/ EGREGIO D’ANIMO GENTILE DE MODI/ CARO A QUANTI CONOBBERO/ NEL REGGIMENTO MUNICIPALE LODATISSIMO/ MANCATO A VIVI NOVILUSTRE/ NEL III AGOSTO MDCCCXLIX/ PERCHE’ LA SUA STUPENDA COLLEZIONE D’INTAGLI/ OPERATI D’ANTICHI E NUOVI MAESTRI/ TRA LE PIU’ INSIGNI PRESTANTE/ MORENDO ALLA BIBLIOTECA LEGAVA/ QUESTO SEGNO D’AFFETTO NON PERITURO/ CON PUBBLICO VOTO IL COMUNE/ P.».  

[20] AMB, b. 1849, n. 2588.  

[21] AMB, b. 1852, doc. 459; BRENTARI, Il museo cit., p. 34.  

[22]  BRENTARI, Il museo cit., pp. 18-21; Il Museo civico di Bassano. I disegni di Antonio Canova, a cura di E. Bassi, Vicenza, N. Pozza, 1959, pp. 15-20; P. MARIUZ, Antonio Canova, in Il Museo civico di Bassano cit., pp. 65-73; una sintesi delle pubblicazioni precedenti, con alcune inesattezze, è in M. GUDERZO, Le collezioni canoviane di Bassano e Possagno, in Antonio Canova. Disegni e dipinti del Museo Civico di Bassano del Grappa e della Gipsoteca di Possagno presentati all’Ermitage, catalogo della mostra di San Pietroburgo, a cura di G. Pavanello, con la collaborazione di S. Androsov, I. Artemieva, M. Guderzo, Milano, Skira, 2001, pp.11-21 e M. GUDERZO, La collezione canoviana del Museo civico, in Canova, catalogo della mostra di Bassano del Grappa, a cura di S. Androsov, M. Guderzo, G. Pavanello, Milano, Skira, 2003, pp. 37-41; per una revisione archivistica del lascito Sartori Canova cfr. G. ERICANI, “…La Regia Città di Bassano cit., pp. 110-128.

[23] L’iscrizione è collocata sulla parete di fondo d salone: «AL CONCITTADINO/ GIOVANNI BATTISTA SARTORI CANOVA/ VESCOVO DI MINDO/ CAVALIERE DELLA FERREA CORONA/ DEL MUSEO PATRONO MUNIFICENTISSIMO/ LA SALA IL BUSTO IL CUORE/ CON PUBBLICA FESTA LI GRATI BASSANESI/ DEDICAVANO/ IL GIORNO XXII DI MAGGIO MDCCCLIII».  

[24]  Per la donazione canoviana cfr. E. BASSI, Caratteri e storia della raccolta, in Il Museo Civico di Bassano. I disegni cit., pp. 15-21; MARIUZ, Antonio Canova cit., pp. 65-73; ERICANI, “…La Regia Città di Bassano cit., pp. 110-128.  

[25] ERICANI, “…La Regia Città di Bassano cit., p. 117.  

[26]  Sulle caratteristiche del Museo Thorvaldsen cfr. ora G. CAPITELLI, La gloria di Thorvaldsen, in La gloria di Canova, Atti della V Settimana di Studi Canoviani (Bassano del Grappa 6-10 ottobre 2003), Bassano del Grappa, Istituto di ricerca per gli studi su Canova e il Neoclassicismo 2007, pp. 121-135.  

[27] AMB, b. 1859, n. 33, b. 41D; nel fondo archivistico della Fondazione Canova a Possagno (Lettere della Fondazione Canova di Possagno, b. 13, f. 7) compare un’altra copia del medesimo testamento ed un codicillo olografo datato 28 febbraio 1858 nel quale si ripetono le disposizioni testamentarie del donatore circa l’usufrutto in vita dei coniugi Canal, la nomina del Conservatore della Galleria e della Commissione di controllo. Il testamento è stato pubblicato, unitamente ai testamenti di Antonio Canova del 1815 e del 1822, da E. MALAMANI, Canova, Milano, U. Hoepli, 1911, pp. 345-352; sulle disposizioni testamentarie si veda ora ERICANI, “…La Regia Città di Bassano cit., pp. 116-118.  

[28] AMB, b. 1849, alla data.  

[29]  Il falegname Bordignon inizia a lavorare nei saloni su progetto di Antonio Gaidon negli anni Quaranta: DEL SAL, La nascita della Biblioteca cit., pp. 9-18.  

[30] DEL SAL, La nascita della Biblioteca cit., pp. 9-18; ERICANI, Vicende museografiche della raccolta Remondini. Dal lascito al Museo, in Museo Remondini, guida cit., pp.11-12.  

[31] In data 23 giugno 1850, AMB, b. 1850.  

[32] Nota prot. 2349, in Lettere della Fondazione Canova di Possagno, b. 13, f. 2.  

[33]  Il busto è attualmente collocato sullo scalone di entrata al Museo, inv. S685. E’ firmato e datato «PIETRO TENERANI FACEVA 1853», sul retro; la nota spese è in Lettere della Fondazione Canova di Possagno, b. 13, f. 2.  

[34] AMB, 1852, n. 459.  

[35] Inv. 362: PASSAMANI, in Il Museo di Bassano cit., p. 114.  

[36] Nessun quadro di Angelica Kauffmann è ora nelle raccolte bassanesi.  

[37]  Invv. 215, 216, 217: PASSAMANI, in Il Museo di Bassano cit., pp. 81-82; ed ora G. ERICANI in Casa di Re. Un secolo di storia alla Reggia di Caserta, catalogo della mostra, a cura di R. Cioffi e F. Mazzocca, Milano, Skira, 2005, p. 294.  

[38] Il prosieguo della donazione (vedi ultra) suggerisce che sotto questa denominazione siano inclusi i dipinti dell’artista: inv. 283: Antonio Canova, Ercole saetta i figli (PASSAMANI, in Il Museo di Bassano cit., p.52, con bibliografia precedente. Da ultimo G. ERICANI, in Passion and commerce. Art in Venice in the 17th and 18th Centuries, a cura di X. Barral I Altet, Barcellona, Fundacio Caixa Catalunya, 2007, pp. 354-355).  

[39] Invv. 11, 60; da ultimo, con bibliografia anteriore, ERICANI, in Casa di Re cit., p. 307.  

[40]  Si tratta del J. DUMONT, Corps universel diplomatique du droit des gens; contenant un recueil des traitez d’alliance, de paix, de treve, de neutralite, de commerce, d’echange, de protection et de garantie…, Amsterdam, P. Brunel, 1726-1731, 8 tomi in 15 voll., fol., presente nei fondi bibliotecari di Bassano con la segnatura 61.D.1.1/15.  

[41]  Si tratta dei volumi: J. G. GRAEVIUS, Thesaurus antiquitatum romanarum, in quo contientur lectissimi quique scriptores, qui superiori aut nostro seculo Romanae reipublicae rationem, disciplinam, leges, instituta, sacra, artesque togatas ac sagatas explicarunt et illustrarunt, congestus a… et graecarum, Lugduni Batavorum, F. Holman, P. van der Aa, 1694-1699, 12 tomi, folio, presente nei fondi bibliotecari di Bassano con la segnatura 56.B.1.1/11 (manca il tomo 2°); J. GRONOVIUS, Thesaurus Graecarum antiquitatum, in quo continentur effigies virorum ac foeminarum illustrium, …adjecta brevi descriptione singulorum,…autore…, Lugduni Batavorum, P. van der Aa, 1697-1702, 13 voll., folio, presente nei fondi bibliotecari di Bassano con le segnature 56.B.2.1/7 e 56.C.1.1/6.  

[42] Si tratta del S.PITISCUS, Lexicon antiquitatum romanarum: in quo ritus et antiquitates cum Grecis ac Romanis communes, tum Romanis peculiares, sacri et profani, publici et privati, civili ac militares exponuntur, Venezia, ex typographia Ballenoniana, 1719, 3 voll., folio, presente nei fondi bibliotecari di Bassano con la segnatura 56.C.7.1/3.  

[43] Si tratta del L. A. MURATORI, Antiquitates italicae medii aevii, sive dissertationes de moribus, ritibus…, autore, Milano, ex Typographia Societatis Palatinae in Regia Curia, 1738-1742, 6 voll., folio, presente nei fondi bibliotecari di Bassano con la segnatura 121.E.7.1/6.  

[44]  Si tratta del J. GRUTER, Inscriptiones antiquae totius orbis Romani in absolutissimum corpus redactae olim auspiciis Josephi Scaligeri et Marci Verseri industria autem et diligentia…; denuo cura viri summi Joannis Georgici Graevii recensitae, Amsterdam, F. Halma, 1707, 2 voll., fig., folio, presente nei fondi bibliotecari di Bassano con la segnatura 11.D.13.1/2.  

[45] Per la corrispondenza canoviana cfr. Inventari dei manoscritti delle Biblioteche d’Italia, a cura di A. Sorbelli, Bassano del Grappa, voll. L, LV, LVIII, Firenze, Olschki, 1931-1934; N. STRINGA, “scusate il cattivo carattere”…”brucciate questo foglio”. Piccola antologia di lettere di Antonio Canova”, in Canova cit., pp. 77-89. Gli anni 1816-1817 sono pubblicati dall’ Edizione Nazionale delle Opere di Antonio Canova in A. CANOVA, Epistolario (1816-1817), a cura di H. Honour e P. Mariuz, Roma, Salerno, 2 voll., 2002-2003.  

[46]
 Cfr. Libricino (1777-1779): SORBELLI, Inventari cit., n. 6097; I quaderni di viaggio (1779-1780): SORBELLI, Inventari cit., nn. 6095-6096; Libro dei conti (1783-1788): SORBELLI, Inventari cit., n. 6098; Nota delle spese (1787): SORBELLI, Inventari cit., n. 6090; Note di Antonio Canova sulle proprie opere (1787): SORBELLI, Inventari cit., n. 6091; Libretto di esercizi di lingua inglese di Antonio Canova: SORBELLI, Inventari cit., n. 6099; Nota di lavori di Antonio Canova per ordine de’ tempi nella sua dimora in Roma (1795): SORBELLI, Inventari cit., n. 6090; Nota degli oggetti d’arte in Austria e Germania (1798): SORBELLI, Inventari cit., n. 6088; Abbozzo di biografia (1804-1805): SORBELLI, Inventari cit., n. 6022; Conversazione tra Antonio Canova e Napoleone (1810): SORBELLI, Inventari cit., nn. 6085 e 6086; Appunti del viaggio in Inghilterra (1815): SORBELLI, Inventari cit., n. 6087. Tutti gli scritti dell’artista sono pubblicati in CANOVA, Scritti, a cura di H. Honour e P. Mariuz, Roma, Salerno, 2007.  

[47]
 «Le commissioni» dell’artista sono elencate in: SORBELLI, Inventari cit.  

[48] Si tratta di n. 1876 disegni raccolti in 10 albums e 8 taccuini, trattati in dettaglio più avanti.  

[49] I «Diplomi» sono elencati al Titolo VIII in SORBELLI, Inventari cit, pp.150-151  

[50] Si tratta dei suoi attrezzi di lavoro, 1 piccolissima penna, 1 martello, 1 grattatoio e due scalpelli.  

[51]  I modelletti si intendono sia in terracotta che in gesso, in considerazione che i gessi dei cavalli sono ricordati più sopra come «modelli». Per la loro analisi vedi ultra.  

[52] Il documento è pubblicato in ERICANI, “…La Regia Città cit., Appendice, doc. 1.  

[53] Le sculture in gesso del lascito, non citate in altre note, sono 53. Per i monocromi vedi ultra.  

[54]  Spoglio del Catalogo dei libri donati con lettera 3 Maggio 1852 alla Biblioteca Civica di Bassano da Monsignore Cavaliere GBatta Sartori Canova, eccettuati quelli da lei consegnati fino a tutto Ottobre 1857 e meno quelli che gli piacque disporre diversamente. GB. Baseggio, 6 fogli in 4. L’inventario è inserito con un asterisco nell’elenco dei volumi della biblioteca canoviana da Pavanello (G. PAVANELLO, La biblioteca di Antonio Canova, Possagno, Fondazione Canova; Verona, Cierre, 2007), che non riserva uno studio specifico ai volumi esistenti nella Biblioteca di Bassano del Grappa . L’inventario dovrà essere oggetto di una specifica pubblicazione nell’ambito dell’Edizione Nazionale delle Opere di Antonio Canova, che definisca le specifiche caratteristiche dei volumi di proprietà di Canova, ne studi l’edizione e il suo valore nella cultura del tempo e dell’artista.  

[55] I disegni, sciolti e in album non a Bassano sono conservati presso la Biblioteca del Museo Correr, un taccuino nella Biblioteca Civica di Cagli (H. OST, Ein Skizzenbuch Antonio Canovas, Tűbingen, E. Wasmuth, 1970), uno presso la Fondazione Canova di Possagno (A. MARIUZ, G. PAVANELLO, Antonio Canova. I disegni del taccuino di Possagno, Cittadella, Bertoncello, 1999) ed uno smembrato, in collezione privata (A. MARIUZ, G. PAVANELLO, Disegni inediti di Antonio Canova da un taccuino “Canal”, «Saggi e memorie di storia dell’arte», 19 (1994), pp. 321-354).  

[56] Antonio Canova cit., pp. 268-269. I disegni degli albums bassanesi sono catalogati dalla Bassi (Il Museo civico… i disegni cit.), e da Rigon (Disegni di Canova cit, pp. 14-27). Analisi su singoli fogli sono in C. L. RAGGHIANTI, Studi sul Canova, «Critica d’Arte», 22 (1957), pp. 3-102; L. MAGAGNATO, Disegni di Antonio Canova “alla Strozzina”, «Letteratura e Arte contemporanea», n. 9 (1951), pp. 78-80, 85; G. PAVANELLO, L’opera completa del Canova, Milano, Rizzoli, 1976; G. PAVANELLO, in Venezia nell’età di Canova 1780-1830, catalogo della mostra di Venezia, Venezia, Marsilio, 1978; G. PAVANELLO, in Antonio Canova cit., pp. 89-223; MARIUZ, PAVANELLO, Antonio Canova cit., pp. 88-223; G. PAVANELLO, in Canova cit; G. L. MELLINI, Antonio Canova. Disegni scelti e annotati, Firenze, La Nuova Italia, 1984; G. MARINI, in Antonio Canova, catalogo della mostra di Venezia e Possagno, Venezia, Marsilio, 1992.  

[57] L. CICOGNARA, Biografia di Antonio Canova, Venezia, G. Missiaglia, 1823, p. 21.  

[58]  Una descrizione fu eseguita da Fernando Rigon in occasione della mostra antologica del 1982 (RIGON, Disegni di Canova cit., pp.14-27), revisionando il catalogo della Bassi (Il Museo Civico… disegni cit.). La Bassi segnala 1877 disegni. Uno non risulta più già negli anni ’70. Una dettagliata descrizione della raccolta è ora in G.ERICANI, Le raccolte grafiche del Museo Biblioteca Archivio (in corso di pubblicazione). Roberto Dalle Nogare ha, in occasione di questo resoconto, revisionato l’intera raccolta. I nuovi disegni emersi sono stati presentati da chi scrive in occasione dell’XI Settimana di Studi Canoviani dell’Istituto di ricerca per gli studi su Canova e il Neoclassicismo.  

[59] BRENTARI, Il museo cit., pp. 18-21.  

[60]
 PAVANELLO, Monocromi, in Antonio Canova. Disegni cit., p. 255.  

[61] PASSAMANI, Guida cit.  

[62]  Inv. S73 , per la quale cfr. ora F. MAZZOCCA in Antonio Canova, catalogo della mostra, a cura di A. Coliva e F. Mazzocca, Milano, Electa, 2007, p. 191, con bibliografia anteriore.

[63] Inv. S75 (Canova cit., n. 80, p. 100).  

[64]  Inv. S76 per il quale cfr. ora C. SISI, Il monumento funebre a Vittorio Alfieri e il “bello sepolcrale”, in Antonio Canova. La cultura figurativa dei grandi centri italiani, 2; Milano, Firenze, Napoli, Atti della IV Settimana di Studi Canoviani (Bassano del Grappa, Museo Civico, 2002), Bassano del Grappa, Istituto di ricerca per gli studi su Canova e il Neoclassicismo, 2006, pp. 213-224; G.ERICANI, in Romantici e Macchiaioli. Giuseppe Mazzini e la grande pittura europea, catalogo della mostra di Genova, Milano, Skira, 2005, pp. 241-242, a cui si rimanda per la bibliografia anteriore.  

[65] Inv. S81 per il quale cfr. PAVANELLO, in Canova cit., n. 192, p. 116.  

[66]  «…l’Italia veramente non parve mai sì grande e maestosa, che quando fu scolpita dal Canova ai fianchi d’Alfieri: dicea il Bossi essere quella statua colossale il più perfetto esemplare di grande stile, che possa da statuario desiderarsi nella maestà della persona, nella ricchezza e grandezza del manto, e nel decoro del grave sembiante. Così quest’opera del Canova, rammentando un’interpretazione più moderna [...] alle estere genti il divino genio italico nell’arti, e quello insieme nelle greche lettere più sublimi, fece poi declamare ad un valente oratore, che se molta parte di avita genia nell’armi venne meno all’Italia, il privilegio di nutrire e custodire le arti, che di Grecia le vennero in eredità, né si avvidero del cangiato suolo, mantenne l’Itala fama trionfatrice di più bella vittoria» (M. MISSIRINI, Della vita di Antonio Canova. Libri quattro, Prato, Giachetti, 1824, edizione anastatica a cura e con introduzione di F. Leone, Bassano del Grappa, Istituto di ricerca per gli studi su Canova e il Neoclassicismo, 2004, p. 216).  

[67]  G. MAZZINI, Dell’arte in Italia. A proposito di Marco Visconti, romanzo di Tommaso Grossi (1835), in Scritti editi ed inediti di Giuseppe Mazzini, Imola, P. Galeati, VIII, 1910, p. 27.

[68] Da ultimo G. ERICANI, Il primo bozzetto delle Tre Grazie, in Canova cit., pp. 31-35, con bibliografia.  

[69] Sui modelli ERICANI, in Casa di Re cit., p. 307, con bibliografia di riferimento.  

[70] Gesso colorato, cm. 58x50x36, inv. S84, per il quale G. ERICANI, Canova e il leone, «Arte. Documento», 18 (2004), pp. 12-14.

[71]  Rispetto alla tecnica codificata dai documenti, la tecnica esecutiva del Leone bassanese presenta alcune varianti non attestate. Da un’analisi chimico-stratigrafica eseguita, la scultura risulta infatti realizzata in gesso (selenite), mescolato a quarzo (20%) e colorata, inglobando al composto inerti, con granulometria fine e molto fine, di ocra gialla, ocra rossa, ematite, nero carbone e pozzolana rossa. Mentre la scelta dei coloranti, a base gialla e rossa, con tracce di nero non offre elementi per individuare l’area geografica di esecuzione del pezzo, la scelta della pozzolana sposta il luogo in Italia Centrale, tra il Lazio e la Campania, ove la pozzolana è la pietra di origine vulcanica utilizzata non solo come materiale da costruzione ma anche come inerte per l’esecuzione degli intonaci. La superficie della scultura era protetta con cera d’api e resina naturale, individuate tra le componenti superficiali del frammento analizzato. La finitura finale a cera è attestata per le sculture in marmo di Canova in una risposta di Giovanni Battista Sartori a Pietro Giordani nel 1811, come una prassi seguita dall’artista veneto in anni anteriori e non più praticata.  

[72] A. CANOVA, I Quaderni di viaggio 1779-1780, in CANOVA, Scritti cit., p. 77.  

[73]  Cfr. A. C. QUATREMERE DE QUINCY, Canova et ses ouvrages, Paris, A. Le Clere, 1834, p. 371, citato in HONOUR, Canova’s Studio cit., p. 150.  

[74] In HONOUR, Canova’s Studio cit., fig. 19; L’opera completa…cit., schede 25 e 27.

[75]  Il testamento di Merlo è del 19 novembre 1864 e dispone la scelta tra trenta quadri e cinque gessi «con preghiera che i medesimi sieno separati e non vadano confusi coi già donati dal Reverendissimo Mons. Canova di grata memoria» (AMB, b. 1866, n. 3).  

[76] Inv. 118: PASSAMANI, in Il Museo civico cit., p. 100.  

[77]  Per una nuova ricostruzione della personalità del Silvio che convince in questa aggiunta al suo catalogo cfr. A. BALLARIN, Da Bellini a Tintoretto a cura di A. Ballarin e D. Banzato, Roma, Leonardo e De Luca 1991, pp.123-134.  

[78] Inv. 264: PASSAMANI, in Il Museo civico cit., pp.50-51

[79] L’opinione è riportata da Stefania Mason, in S. MASON RINALDI, Palma il Giovane. L’opera completa, Milano Electa 1984, p.74  

[80] Inv.269: L. MAGAGNATO, in Il Museo civico cit., pp. 87-88.  

[81]  Per l’attribuzione e le vicende conservative cfr. G. ERICANI, Per Bernardino Zaganelli “ferrarese”. Una tavola bassanese e alcune considerazioni in merito al Maestro di Palazzo Pretorio, in La parola e l’immagine. Studi in onore di Gianni Venturi, a cura di M. Ariani, A. Bruni, A. Dolfi, A. Gareffi, Firenze, Olschki, 2011, pp. 153-160.  

[82]  Sulla collezione Riva si vedano i saggi ne Il piacere del collezionista. Disegni e dipinti della collezione Riva del Museo di Bassano del Grappa, catalogo della mostra di Bassano del Grappa, a cura di G. Ericani e F. Millozzi, Bassano del Grappa, Comune, 2008, con tutta la bibliografia precedente.  

[83] Le caratteristiche della cultura di Riva emergono dalle sue pubblicazioni: G. RIVA, Commento sopra Vitruvio, Padova, s. e., 1828; Dei cavedj degli Atrj e di alcuni altri principali membri nelle case degli antichi romani,con un nuovo commento sopra Vitruvio-Palatium ossia il Principio di Roma, Vicenza, Picutti, 1828-1830, 2 voll.; Palatium ossia il Principio di Roma, Vicenza, Picutti, 1830; Sito di Roma. Lettera a Mons. Canonico Andrea de Jorio. Osservazioni sopra l’opera delò Cav. Luigi Canina degli Edifizi di Roma antica ec. Aggiuntavi la traduzione di due Epistole di Andrea Fulvio e Fra Giocondo, Padova, Tipografia del Seminario, 3 voll., 1838-1842,; Osservazioni sopra l’Opera del Cav.Luigi Canina degli Edifizii di Roma antica ec. Aggiuntovi la traduzione di due Epistole di Andrea Fulvio e di Fra Giocondo, Padova, Tipografia del Seminario, 1842; Observations sur l’ouvrage de M. Le Charles Canina intitulé: Des edifices de Rome ancienne retc. Conjointement à deux lettres d’André Fulvius et de Frère Joconde. Traduction de Joseph Bourelly, Padova, Tipografia della Minerva, 1844; Mémoires en refutation des ouvrages: 1. Edifici di Roma antica, ecc, par L. Canina; 2. Description de Rome par Erneste Platnez; 3. Du palimpseste de la République de Cicéron pubbliè par le Cardinal Ange Mai, par M. Joseph Riva, Padova, Tipografia della Minerva, 1844; La carta. Dissertazione, Vicenza, Paroni, 1845; Sito di Roma e la carta di Giuseppe Riva vicentino, Vicenza, Paroni 1846; Memorando a conclusione delle opere archeologiche di G.Riva, Vicenza, Tramontin, 1850; Lettera ad un amico, Padova, Bianchi, 1852; Alcuni quadri raccolti e illustrati da…, Padova, L. Penada, 1853; Aurora, Padova, Tipografia del Seminario, 1858; Discorso ad alcuni suoi amici di Padova sopra un suo dono fatto al Museo della Città stessa, Padova, Tipografia del Seminario, 1858; Timavo, Padova, Tipografia del Seminario, 1859; Manuale di Filotea, Milano, S. Malocchi, 1862; Le favole di Fedro ridotte ognuno ad un’ottava da Giuseppe Riva, Padova, A. Bianchi, 1865.

[84] Terzo direttore della raccolta Correr, Vincenzo Lazari dedica la sua vita alla difesa del collezionista Teodoro Correr e fu il primo museografo della raccolta, definendo i caratteri della collezione che fu il nucleo primario del museo un assetto museografico di stampo moderno (cfr. G.ROMANELLI, “Vista cader la patria…” Teodoro Correr tra “pietas civile” e collezionismo erudito, in Una città e il suo Museo. Un secolo e mezzo di collezioni civiche veneziane, Venezia, Museo Correr, 1988, pp. 12-25). Nell’ambito della classificazione dei materiali, con un’accurata selezione, offre il primo catalogo della collezione (V. LAZARI, Notizie delle opere d’arte e d’antichità della raccolta Correr di Venezia scritte da Vincenzo Lazzari, Venezia, s. e., 1859). A lui si debbono approfondimenti delle vicende storiche veneziane: V. LAZARI, Le monete dei possedimenti veneziani di oltremare e di terraferma, Venezia, A. Santini e figlio, 1851 e V. LAZARI, Scrittura di Jacopo Sansovino e parti del Consiglio de’ Dieci riguardanti la rifabbrica della zecca di Venezia ora per la prima volta pubblicate, Venezia, A. Santini, 1851. Per la lettura della sua personalità, particolarmente interessanti risultano i suoi studi su Il Milione di Marco Polo e l’individuazione, tra i diversi manoscritti, dell’originale della biblioteca di Salamanca e l’edizione critica: V. LAZARI, Il Milione di Marco Polo, Venezia, s. e., 1853. Sugli interessi numismatici del Lazari si veda  A. SACCOCCI, Ripostigli di monete veneziane citati nelle carte manoscritte di Vincenzo Lazzari (1823 - 1864), «Bollettino del Museo Civico di Padova», 76 (1987), pp. 305-321.  

[85] Antonio Diedo ( Venezia 1772-1847), segretario dell’Accademia di Belle Arti di Venezia sotto la presidenza di Leopoldo Cicognara, ne divenne, nel 1826, Presidente. Esercitò, in epoca austriaca, un’influenza determinante sia sul pensiero estetico, che storico-critico, per la concreta attività architettonica, l’impegnata opera di insegnamento, l’intensa attività letteraria. Il suo epistolario è conservato presso la Biblioteca del Museo Correr a Venezia. Su di lui si veda A. BEVILACQUA, in DBI, 39, 1991, pp. 766-769.  

[86] Su Emanuele Antonio Cicogna (Venezia 1769-1868) cfr. A. DORIGATTO, Emanuele Antonio Cicogna bibliofilo e cultore di patrie memorie, in Una città e il suo Museo cit., pp. 143-146.  

[87] Bartolomeo Bongiovanni (Creazzo, 1791-Venezia 1864), scultore, fusore e cesellatore, fu interprete elegante del disegno canoviano nelle eleganti medaglie eseguite per l’omaggio delle province venete all’imperatore ed all’imperatrice d’Austria, organizzato da Leopoldo Cicognara nel 1817, e della decorazione neoclassica nel tripode d’oro disegnato da Giuseppe Borsato. Professore presso l’Accademia di Vienna tra il 1837 ed il 1851, si ritirò in vecchiaia a Venezia: cfr. F. BARBIERI, in DBI, 12, 1970, pp. 62-63.  

[88]  Pietro Cernazai (Udine 1802-Trigesimo 1858), protagonista della vita intellettuale udinese nell’età della Restaurazione, raccolse una cospicua collezione che il fratello legò al Seminario Vescovile di Udine. Nell’ottobre 1900 furono posti in vendita, e dispersi, sul mercato 250 dipinti e 600 oggetti d’arte. Dalla collezione Cernazai proviene la Vergine in una gloria d’angeli  di Lorenzo Veneziano del Museo Correr di Venezia (V. LAZARI, Notizie delle opere d’arte cit.). Sulla figura si veda C. MORO, Tra corrispondenza erudita e bibliofilia: Antonio Bartolini e Pietro Cernazai, in 1815-1848. L’età della restaurazione in Friuli. Itinerari di ricerca, di recupero di memorie, riproposta di fondi, Trieste, Editreg, 1998, pp. 189-197. Sulla collezione R. ACIERNO, Per il collezionismo di antichità in Friuli: la collezione Cernazai, Tesi di laurea, Università degli Studi di Udine, Facoltà di Beni Culturali, a.a. 1994-1995; R. ACIERNO, La collezione Cernazai del Museo Archeologico di Cividale, «Centro Udinese di studi sulle Aree di Frontiera tra età romana e medievale. Bollettino Bibliografico», XX, 20 (1966).

[89]  Pietro Nobile (1776-1854) fu uno dei protagonisti dell’architettura neoclassica. Su di lui, dilettante antiquario si vedano R. FABIANI, Pietro Nobile a Roma, «Arte in Friuli, arte a Trieste», 10 (1988), pp. 77-82; R. FABIANI, Pietro Nobile: dall’antico al neoclassico, in Neoclassico: la ragione, la memoria, una città, a cura di F. Caputo, Venezia, Marsilio, 1990, pp. 190-193; G. PAVAN, Pietro Nobile conservatore di monumenti antichi, in Neoclassico: la ragione cit., pp. 194-201; M. MAGUOLO, La tutela dei monumenti: Pietro Nobile a Trieste, «Neoclassico», 4 (1993), pp. 46-59; F. DE VECCHI, Pietro Nobile funzionario presso la direzione delle fabbriche a Trieste, «Atti e memorie della Società Istriana di archeologia e Storia Patria», 91 (1991), pp. 53-78; G. PAVAN, Pietro Nobile e Francesco Hayez; documenti inediti e il bozzetto de “La sete dei Crociati sotto Gerusalemme”, «Archeografo triestino», Ser. 4, 55 (1995), pp. 55-72; S. DELLANTONIO, Pietro Nobile archeologo, in L’architetto Pietro Nobile (1776-1854) e il suo tempo, atti del convegno internazionale di studio, Trieste 7-8 maggio 1999, Trieste, Tipografia-litografia moderna, 1999, pp. 339-370; R. FABIANI, Pietro Nobile archeologo e conservatore, in Artisti in viaggio, 1750-1900: presenze foreste in Friuli Venezia Giulia, a cura di M. P. Frattolin, Venezia, Cafoscarina, 2006, pp. 57-66.  

[90]  Giovanni da Schio (Vicenza 1798-1868) fu il più importante antiquario veneto di metà Ottocento. A lui si devono le interpretazioni più moderne della scrittura retica: cfr. G. DA SCHIO, Ipotesi sul significato di cinque iscrizioni dette volgarmente etrusche od euganee pur mo’ scoperte nel Vicentino dettate dal primo che s’incontrò di vederle a Vicenza e che vi sono, Bassano, Baseggio, 1850; G. DA SCHIO, Sulle iscrizioni ed altri monumenti Reto-Euganei. Dissertazione, Padova, Sicca, 1852. Sulla sua opera si vedano B.MORSOLIN, Giovanni da Schio e la critica ne’ tempi più oscuri nella storia di Vicenza, Venezia, Antonelli, 1880; S. RUMOR, La Ca’ d’oro o il Palazzo degli Schio a Vicenza, Vicenza, Tip. San Giuseppe, 1901; S. RUMOR, Gli scritti del co. Giovanni da Schio, Vicenza, Tip. SanGiuseppe, 1903; S. RUMOR, Gli scrittori vicentini dei secoli decimottavo e decimonono, Venezia, Regia Deputazione Veneta di Storia Patria, 3, 1909, pp. 84-90; G. DA SCHIO senior, Peregrinazioni nel primo Ottocento. Memorie e carteggi del conte Giovanni da Schio, Venezia, C. Ferrari, 1939; R. CEVESE, L’interesse all’arte degli storici vicentini del secolo XIX, in Storia di Vicenza, IV.2, Vicenza, N. Pozza, 1993, pp. 13-14; E. FRANZINA, in F. LAMPERTICO, Carteggi e diari 1842-1906, I, Venezia, Marsilio, 1996, pp. 723-724; L. SANTAGIULIANA, Per una storia del collezionismo epigrafico nel Veneto: la raccolta Giovanni da Schio, Tesi di laurea discussa presso l’Università agli Studi di Verona, a. a. 2001-2002; A.BUONOPANE, L. SANTAGIULIANA, Due lettere inedite di Theodor Mommsen a Giovanni da Schio, «Atti Accademia Roveretana degli Agiati», 252 (2002), sez. VII, II A (estratto).  

[91]  Per le collezioni di Antonio Piazza cfr. A. MENEGHELLI, Breve ragguaglio delle collezioni sacre alle patrie glorie ed alle belle arti presso l’avv. Antonio Piazza di Padova, Padova, Sicca, 1842; A. GLORIA, Museo Civico di Padova. Cenni storici con l’elenco dei donatori e con quello degli oggetti più scelti, Padova, Tipografia della Minerva, 1880, p. 12. La biblioteca e le collezioni d’arte appartenute al Piazza furono acquistate dal Comune di Padova nel 1856; Banzato (D. BANZATO, Nota sulla provenienza dei dipinti del Seicento e del Settecento dei Musei Civici di Padova, in Da Padovanino a Tiepolo. Dipinti dei Musei Civici di Padova del Seicento e Settecento, Milano, Motta, 1997, pp. 25-32 (pp. 26-27) ipotizza la provenienza dei dipinti dalle aste seguite alle soppressioni di enti religiosi, nelle quali è ricordato, anche per la sua attività di notaio delle istituzioni cittadine. Anche la sua collezione è difficilmente ricostruibile per la generosità e fantasiosità attributiva.  

[92] Jacopo Vittorelli (Bassano 1749-1845), poeta e letterato, autore di canzonette arcadiche in modi metastasiani ma con suggestioni popolareggianti, autore de Le Anacreontiche, edite nel 1784 e riedite nel 1826: cfr. J. FERRAZZI, Di Bassano e dei Bassanese illustri, Bassano, Baseggio, 1847, pp. 293-308 e Jacopo Vittorelli e la cultura del suo tempo. Atti del convegno, Bassano, Museo Civico, 1-2 dicembre 1995, a cura di R. Del Sal e M. Guderzo, Bassano del Grappa, Museo Biblioteca Archivio, 1996, «Bollettino del Museo Civico di Bassano», n. s., 16 (1995).  

[93]  Giuseppe Bombardini (Bassano 1781-1867), letterato, ricoprì cariche amministrative e fu podestà e istituì, nel 1819, il Ginnasio Reale Comunale: cfr. G. B. VINCO DA SESSO, Dall’Ottocento ai nostri giorni, in Storia di Bassano, Bassano del Grappa, Comitato per la Storia di Bassano, 1980, pp. 597-611; G. BERTI, Otto e Novecento, in Storia di Bassano cit., pp. 123-130; G. GERONAZZO, Giuseppe Bombardini, «L’illustre Bassanese», 55 (1998).  

[94]  Giambattista Baseggio (Bassano 1808-1861), amministratore, poi Direttore onorario e di seguito effettivo del Museo Civico, fondava con Jacopo Ferrazzi e Giambattista Roberti l’Ateneo bassanese di Scienze Lettere ed Arti. A lui si debbono i primi studi sui Remondini, G. B. BASEGGIO, Della calcografia in Bassano e dei calcografi bassanesi, in FERRAZZI, Di Bassano cit, pp. 163-218; La nostra stanza, Bassano, Baseggio, 1849.  

[95]  Luigi Carrer (Venezia 1801-1850), poeta e letterato di gusto nella prima giovinezza al quale non fu estraneo l’influsso del Vittorelli, fu prolifico autore di opere teatrali ondeggianti tra un classicismo alfieriano e un romanticismo nei modi di Foscolo. La pubblicazione della vita e delle opere di Ugo Foscolo e del Discorso preliminare su una storia della Letteratura italiana rappresentano un’interessante risultato dei suoi studi filologici con aperture verso manifestazioni della letteratura moderna. Nominato conservatore e poi direttore del Museo Correr nel 1846, vi fu rimosso due anni dopo per esplicite dichiarazioni antiaustriache durante l’insurrezione del 1848. Su di lui si veda la sintesi di F. DEL BECCARO, in DBI, 20, 1977, pp. 730-734; è del Carrer la biografia di Jacopo Vittorelli in FERRAZZI, Di Bassano cit., pp. 293-308.  

[96] Il parere è in V.ALBERTI, Un aspetto del collezionismo veneto dell’Ottocento: Giuseppe Riva, 1791-1872, tesi di laurea, Università degli studi di Bologna, a.a. 1993-1994, p. 13 e cita una lettera di Giuseppe Lazzari a Giuseppe Riva dell’8 marzo 1850 nell’Epistolario Giuseppe Lazzari, conservato presso la Biblioteca Civica di Padova, fasc. 876.  

[97]  Ferdinando Summan o Suman (Conselve 1801-Padova 1877) fu pittore e copista, formatosi a Roma ed a Venezia, attivo al Santo ed in chiese della città di Padova. Cfr. A.MOSCHETTI, in U. THIEME-F. BECKER, Allgemeines Lexikon der Bildenden Künstler, Lipsia, Engelman, E. A. Seemann, XXXII, 1938, p. 291 e V. ALBERTI, Scoperto il pittore della copia di S. Scolastica in S. Giovanni Evangelista, «Area Parma», 78, 2 (1994), pp. 203-204.  

[98] Antonio Marinoni (Bassano 1796ca.-1871) fu il più importante pittore di paesaggio dell’Ottocento a Bassano. La sua produzione prende le mosse dalla tradizione settecentesca ispirata a Claude Lorrain, da Hubert Robert a Francis Vervloet per avvicinarsi ai modi di Massimo D’Azeglio. Il soggiorno napoletano, a seguito di quello romano, a contatto con von Pitloo e Giacinto Gigante, accentua gli aspetti di resa en plain air della sua pittura, senza perdere le caratteristiche sentimentali che talvolta la connotano. Su di lui cfr. Antonio Marinoni 1796-1871, catalogo della mostra di Bassano del Grappa, a cura di F. Casagranda, Milano, Electa, 1996; G. MARINI, Paesaggio d’apres nature e convenzioni vedutistiche: su Antonio Marinoni e le litografie del Viaggio Pittorico nel Regno delle due Sicilie, «Bollettino del Museo Civico di Bassano», n. s., 25 (2004), pp. 269-277.  

[99] Andrea Monga (Verona 1794-1861) fu uno dei protagonisti della cultura veronese della Restaurazione. A lui si deve la scoperta e lo scavo (1834-1844) del Teatro Romano in un’area di sua proprietà, acquisita nel 1904 dal Comune di Verona. Alla sua morte la collezione archeologica, dei disegni e dipinti furono donate al Museo di Castelvecchio e vi entrarono tra il 1904 ed il  1911 (S. MARINELLI, Il castello, le collezioni, in Carlo Scarpa a Castelvecchio, catalogo della mostra di Verona, a cura di L. Magagnato, Milano, Edizioni di Comunità, 1982, pp. 133-148).  La raccolta comprende anche opere raccogliticce e, come nella raccolta Riva, non mancano falsi tra i dipinti, le miniature ed i disegni.  

[100]  Sull’abate Giuseppe Cadorin, A. DALLA VERDE, Un biografo di Tiziano Vecellio: l’abate Giuseppe Cadorin, Torino, C. Cattaneo, 1931.  

[101]  Agostino Palesa, petrarchista (F. PETRARCA, L’Africa recata in versi italiani dal dott. Agostino Palesa, Padova, S. Sacchetto, 1874), donò nel 1858 la propria biblioteca al Comune di Padova per la neo istituita struttura museale, con biblioteca ed archivio.  

[102]  Pietro Selvatico Estense, architetto, presidente dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, teorizzatore del nuovo insegnamento tecnico ed artistico, cfr. F. BERNABEI, Pietro Selvatico. Nella critica e nella storia delle arti figurative dell’Ottocento, Vicenza, N. Pozza, 1974.  

[103]  Aimé Charles His de la Salle (Parigi 1795-Neuilly-sur-Seine 1878), collezionista di disegni e di incisioni, donò al Museo del Louvre, al Musées des Beaux Arts de Dijon, di Lyon e Alençon, all’Ecole des Beaux Arts e alla Bibliothèque National di Parigi più di trecento disegni. Il resto della sua collezione fu dispersa in aste prima e dopo la sua morte: cfr. A.WALSH, in The Dictionary of Art, New York, Grove; London, Macmillan, 22, 1996, pp. 576-577.  

[104] Otto Mündler (Kempten 1811-Parigi 1870), storico dell’arte tedesco e mercante. Nel 1840 inizia un solido legame amicale con Giovanni Morelli e Ralph Worm con i quali lavorerà durante tutta la vita. Incontra a Parigi, mentre stava preparando il primo catalogo della National Gallery, Emanuel Sano un pittore belga di marine, con il quale entra in società. Tra il 1855 ed il 1858 diviene, su incarico dell’allora direttore Eastlake, agente viaggiante per la National Gallery e per lui ed il successore Boxall continua a viaggiare anche dopo la conclusione dell’incarico, lavorando contemporaneamente per i Musei di Berlino, sperando di succedere a Waagen: cfr. J. ANDERSEN, in The Dictionary of Art cit., 22, 1996, p. 296; The travel diary of Otto Mündler, a cura di B. Fredericksen, C. Dowd, London, s. e., 1988; H. BRIGSTOCKE, «The Burlington magazine», 131 (1989), p. 658 (recensione).  

[105]  Su Dubois, H. SÉCHERRE, The Dubois and Fauchet collections : the connoisseurship of Italian primitives in Paris at the time of the First Empire, «Apollo», 157, 496 (2003), pp. 21-31.  

[106] Edito da Penada a Padova nel 1853.  

[107] Alcuni quadri cit., p. 4.  

[108]  Lettera di Pietro Cernazai a Giuseppe Riva del 6 settembre 1853, Udine, Biblioteca del Seminario Vescovile, trascritta in V. ALBERTI, Un aspetto cit., pp. 60-62.  

[109] MAGAGNATO, in Il Museo civico cit., p. 83.  

[110] AMB, b. 1884, alla data 31 maggio.  

[111]  Sulla prima attività di Gerola si veda G. FOGOLARI, Commemorazione del M. E. prof. Giuseppe Gerola, «Atti del reale Istituto di scienze, lettere ed arti», XCVIII (1938-1939), pp. 51-95; P. M. TUA, Giuseppe Gerola, «Nuovo Archivio Veneto», n. s., LXX (1940), pp. 251-260. Per la bibliografia completa e un profilo critico ancora G. M. VARANINI, Formazione e percorsi di un erudito trentino tra Otto e Novecento: Giuseppe Gerola tra medievistica, archeologia e storia dell’arte (1895-1910) in La ricerca archeologica nel Mediterraneo: P. Orsi, F. Halbherr, G. Gerola, Rovereto, Accademia Roveretana degli Agiati, 1991, pp. 75-106 e E. CHINI, Giuseppe Gerola (1877-1933), in Scritti di Giuseppe Gerola, Trento, Società di Studi Trentini, 1995, I, pp. XIII-XXII.  

[112] FOGOLARI, Commemorazione del M. E. cit., p. 14.  

[113] VARANINI, Formazione e percorsi cit., pp. 81-92.  

[114] VARANINI, Formazione e percorsi cit., p. 81.  

[115]  Per il sostanziale cambiamento della struttura ministeriale di quegli anni cfr. R. DELLA NEGRA, Dall’abolizione della Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti alla sua ricostituzione (1891-1896), in M. BENCIVENNI, R. DALLA NEGRA, P. GRIFONI, Monumenti e istituzioni. Parte prima. La nascita del servizio di tutela dei monumenti in Italia 1860-1880, Firenze, Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici per le province di Firenze e Pistoia, 1987, pp. 69-146.  

[116] Per la missione archeologica cretese cfr. VARANINI, Formazione e percorsi cit., pp. 83-84, con bibliografia precedente.  

[117]  E. BIANCHIN CITTON, I reperti della necropoli di San Giorgio di Angarano nel Museo Civico di Bassano del Grappa, Roma, G. Bretschneider, 1982, p. 15.  

[118] Sul legame tra Halbherr e Gerola – fu il primo a proporre nel maggio 1899 il giovane Gerola per la campagna di studi - cfr. VARANINI, Formazione e percorsi cit., pp. 83-84.

[119]  Per la nascita del Bollettino ad opera di Gerola nel 1904 cfr. E. PETRINI, Il Bollettino del Museo Civico di Bassano (Veneto) 1904-1914, «Bollettino del Museo Civico di Bassano», n. s., 3-6 (1987-1988), pp. 9-19.  

[120] Se ne veda in dettaglio la descrizione in alcuni numeri del Bollettino stesso, «Bollettino del Museo Civico di Bassano», II (1905), pp. 37-38, 68, III (1906), p. 55.  

[121] Per l’analisi dei cataloghi storici cfr. Collezioni naturalistiche del Museo Biblioteca Archivio: l’Erbario e la Biblioteca scientifica di Alberto Parolini (1788-1867), a cura di C. Busatta, «Bollettino del Museo Civico di Bassano», 26 (2005).

[122]  Di certo la sezione di Francesco Bassano è ancora mal rappresentata in Museo e lo era ancor meno per l’assenza di dipinti Calamai e per l’attribuzione a Jacopo di alcune opere del figlio: cfr. Il Museo Civico cit., pp.7-10; G. ERICANI, in Il piacere del collezionista cit., p. 175.  

[123] Per le vicende museografiche della collezione Remondini si rimanda a G. ERICANI, Vicende museografiche cit., pp. 11-15.  

[124] P. M. TUA, Nozioni di anatomia e fisiologia comparate, Torino, Castellotti e Scrivano, 1903.  

[125] P. M. TUA, Civico Museo di Bassano del Grappa, «Le Arti», XVIII, V-VI (1940), p. 111.  

[126]  C. CAVERSAZZI, U. OJETTI, Il ritratto italiano dal Caravaggio al Tiepolo alla mostra di Palazzo Vecchio nel 1911, Bergamo, Istituto italiano d’arti grafiche, 1927.  

[127] Il Settecento a Roma, catalogo della mostra, a cura dell’Associazione Amici dei Musei, Roma, De Luca, 1959.  

[128] Mostra di Alessandro Milesi, catalogo a cura di G. Perocco, Venezia, Fantoni, 1959.  

[129] Mostra di dipinti dei Bassano recentemente restaurati, catalogo a cura di L. Magagnato, Venezia, N. Pozza, 1952.  

[130] Jacopo Bassano, catalogo della mostra di Venezia, a cura di P. Zampetti, Venezia, Alfieri, 1957.  

[131]  Xilografie di Alberto Dürer, catalogo della mostra, a cura di G. M. Pilo, Bassano del Grappa, Pozzato, 1960; Incisioni di Alberto Dürer, catalogo della mostra, a cura di G. M. Pilo, Bassano del Grappa, Pozzato, 1960.  

[132] Antonio Tempesta, catalogo della mostra, a cura di G. M. Pilo, Bassano del Grappa, s. e., 1962; Incisioni di Giulio Carpioni, catalogo della mostra, a cura di G. M. Pilo, Bassano del Grappa, s. e., 1962.  

[133]  Chiaroscuri italiani dei secoli XVI-XVII-XVIII, catalogo della mostra, a cura di B. Passamani, Bassano del Grappa, Vicenzi, 1967.  

[134] Marco Ricci e gli incisori bellunesi del ‘700 e ‘800, a cura di B. Passamani, Bassano del Grappa 1968.  

[135]  Acquaforti disegni lettere di G.B. Tiepolo al Museo Civico di Bassano, catalogo della mostra, a cura di B. Passamani, Bassano del Grappa, Vicenzi, 1970.  

[136]
 Per una descrizione in dettaglio e il catalogo completo della raccolta archeologica Chini si rimanda a G. ANDREASSI, Ceramica italiota a figure rosse della collezione Chini del Museo Civico di Bassano del Grappa, Roma, G. Bretschneider, 1979; F. ROSSI, Ceramica geometrica apula nella collezione Chini del Museo Civico di Bassano del Grappa, Roma, G. Bretschneider, 1981; Ceramica Greca della collezione Chini nel Museo Civico di Bassano del Grappa, Roma, G. Bretschneider, 1990; Ceramica sovradipinta: ori, bronzi, monete della collezione Chini nel Museo Civico di Bassano del Grappa, Roma, G. Bretschneider, 1995; per una sintesi della collezione cfr. ancora G. ANDREASSI, La collezione Chini, in Il Museo Civico di Bassano cit., pp. 19-27.  

[137]  Miti Greci: archeologia e pittura dalla Magna Grecia al collezionismo, catalogo della mostra di Milano, a cura di G. Sena Chiesa e E. A. Arslan, Milano, Electa 2004. 

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