[50] Per alcuni cenni sulla compartimentazione territoriale bassanese nel corso della Restaurazione v. G. MARCADELLA, La riforma napoleonica del notariato e l’Archivio notarile sussidiario di Bassano, in Giornata di studi di storia bassanese cit., pp. 274-276.  

[51] Dal punto di vista giudiziario Bassano ebbe competenza sui territori di Asolo, Quero, Castelfranco, Noale, e ora anche su Cittadella, non ancora quindi sulla destra del Canal di Brenta che arrivò solo nel 1853. Con quest’ultima compartimentazione Cittadella passò dalla provincia di Vicenza a quella di Padova.  

[52]  ASV, Governo II dominazione austriaca, 1817, b. 1098, fasc. LVIII/2, Referato del deputato centrale Agosti, 1816 novembre 20, la relazione tra questi due aspetti è messa in evidenza in occasione di questa seduta, nella quale il collegio discute appunto il nuovo comparto territoriale delle province venete.  

[53] BCB, ET, VI.30.1859, Caffo a Bombardini, 1816 novembre 22, il podestà si lamenta: «Non ho potuto trattenere la mia indignazione quando seppi che Vicenza non presenta alcuna domanda di Bassano. Questa malafede nell’autorità tutrice meriterebbe un serio reclamo (…). Qual è la direzione da prendersi? Come posso io lusingarmi di ottenere da Vicenza accompagnatorie per la Centrale dopo un gesto così denso di animosità?».  

[54] BCB, ET, IV.30.1684, Caffo a Bombardini, 1817 luglio 14.

[55]  ASV, Governo II dominazione austriaca, 1821, b. 1751, fasc. VI, 3/7, in qualche modo però perché la decisione definitiva del governo arriva solo nella seconda metà del 1821, tanto che comune e frazione restano fino ad allora ancora divise dal punto di vista contabile.  

[56]  ASV, Governo II dominazione austriaca, 1817, b. 1114, fasc. LXV/4, Verbali della seduta della Congregazione centrale, 1817 gennaio 15 e agosto 20; il deputato Mori, nell’esaminare il preventivo del Comune di Bassano 1816, rilevava che la sovraimposta d’estimo necessaria a coprire il deficit previsto derivava «dal breve raggio cui venne ridotto il circondario di quella città (…) anche in vista del rango di città regia a cui la città di Bassano venne elevata»; mentre successivamente il deputato vicentino Trissino, incaricato dell’esame del preventivo 1817 dei comuni del distretto, dichiarava: «Di tredici comuni, ad eccezione del comune di Bassano, alcuna non ha d’uopo di ricorrere alla sovraimposta per pareggiare la propria amministrazione, anzi sei di queste, cioè Pravettore, Cazzola, Pove, Cartigliano, Tezze, neppure furono necessitate di esigere minimamente la tassa personale, e Roman e Rossan, non l’imposero per intero». La situazione di Vicenza è nello stesso periodo molto più grave, prevedendo per far fronte all’ingente deficit di bilancio anche un’addizionale sulla tassa di consumo.  

[57]  BCB, ET, IV.30.1683, Caffo a Bombardini, 1817 ottobre 30, questo sembra essere il senso dell’affermazione del podestà quando dichiara: «anche la finanza stessa per quanto accorta e vigile sia, deve attendersi senza limiti il contrabbandaggio, specialmente dove le mura non superano in altezza otto piedi, vale a dire dovunque si ritiene per mura il circondario dei Giardini».  

[58] BCB, ET, IV.30.1683.  

[59]  TONETTI, Governo cit., p. 280, così lo definisce l’autore che riferisce anche di come nel 1818 anche gli abitanti di Bassano avessero protestato presso Governo e Intendenza di finanza di Vicenza per l’iniquità del nuovo sistema; curiosa quella di tre cittadini che avevano fatto presente la singolarità della posizione delle loro case, poste a cavallo della cinta muraria e con entrate da ambedue i lati. 

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