[76] G. BERTI, Il 1848 a Bassano, in Giornata di studi di storia bassanese cit., p. 279.  

[77] La primavera liberale nella terraferma veneta, 1848-1849, a cura di A. Lazzaretto Zanolo, Venezia, Marsilio, 2000.  

[78] G. B. BASEGGIO, Avvenimenti in Bassano da dì 18 marzo 1848 al 5 giugno dello stesso anno, s. d., BCB, ms. 33.B.16.  

[79]  La sovrana risoluzione del 15 marzo concesse ai sudditi la libertà di stampa, la fine della censura, la guardia nazionale, anche se limitata nei ruoli ai cittadini possidenti, una base sociale più allargata alle Congregazioni centrali; pubblicata sulla «Gazzetta veneta», vi fu comunque ancora chi dubitava che queste concessioni riguardassero anche il Lombardo-Veneto, finché una copia non giunse anche a Bassano via Vicenza e si poté constatare de visu che la denominazione del regno vi figurasse espressamente.  

[80] Fino almeno all’elezione del governo provvisorio la sua firma è presente sui documenti manoscritti della congregazione municipale, mentre stranamente sugli avvisi a stampa è presente la dicitura «podestà assente».   [81] BCB, ET, IV.15.1218, Giuseppe Bombardini a ignoto, 1851 gennaio 26.  

[82]  Berti Valentino (Bassano, 1817-1888), figlio di Francesco di Schio, borghese, avvocato; non risulta aver fatto parte dell’Amministrazione cittadina in epoca lombardo-veneta; dopo l’Unità è liberale progressista e s’interessa ad ogni problema della vita pubblica cittadina, divenendo anche sindaco tra il 1884 e 1888.  

[83] Ferrazzi Giuseppe Jacopo (Cartigliano, 1813-Bassano, 1887), figlio di Michele Pio e Maria Bertoncello, sacerdote, insegnante, studioso e scrittore; fondatore dell’Ateneo e del Gabinetto di lettura (1847).  

[84] Ferracina Giovanni Battista (Campese, 1806-Bassano, 1884), figlio di Antonio ed Elisabetta Cremona, sacerdote, insegnante.  

[85]  ASV, Governo provvisorio, b. 846, Il comandante della civica Pietro Stecchini alla Congregazione municipale, 1848 marzo 23, numerosa era la rappresentanza “indipendentista” in seno alla guardia civica: alcuni suoi membri avevano chiesto di non riconoscere a Vicenza l’autorità provinciale, contestando quanto fatto dai precedenti governanti civici nel 1815, ma le loro rimostranze furono respinte perché il comandante non vedeva «poi il bisogno di manifestare sentimenti d’indipendenza finché l’indipendenza esiste di fatto».  

[86]  Verbali del Consiglio dei ministri della Repubblica veneta (27 marzo-30 giugno 1848), a cura di A. Ventura, Venezia, Deputazione di storia patria, 1957, p. 108.  

[87] Sul suo operato nel corso del Quarantotto vicentino, v. G. BERTI, Il 1848 a Vicenza, in Il 1848. La rivoluzione in città, a cura di A. Varni, Bologna, Costa, 2000, pp. 152-154.  

[88] Verbali del Consiglio cit., p. 124, il governo veneziano, chiamato il 14 aprile da quello bassanese a nominare il nuovo presidente all’interno di una terna, giudicando la richiesta «un segno di materiale disorganizzazione», rispose che solo il comitato poteva farsi carico della nomina.  

[89]  Si tratta di volontari veneti e friulani che andavano a costituire corpi franchi denominati “crociati”, sull’onda dell’entusiasmo popolare per l’effimera partecipazione di Pio IX alla campagna antiaustriaca. I “crociati” portavano un panno a forma di croce, color rosso, cucito sull’uniforme, che era, in genere, di stoffa, di vario colore, con un cappello piumato, “alla Ernani”; sui corpi volontari attivi all’epoca v. A. BERNARDELLO, Una patria giacobina. I volontari veneziani nel 1848, «Società e Storia», 102 (2003), pp. 1-30; sulla presenza dei crociati bassanesi a Vicenza, nella battaglia di Sorio e Montebello, v. BERTI, Il 1848 a Vicenza cit., pp. 163-165 e bibliografia in esso segnalata.  

[90]  BRENTARI, Storia di Bassano cit., p. 789, probabilmente indica la provenienza degli armati dalle zone prospicienti il Terraglio.  

[91] ASV, Governo provvisorio, b. 846, Avviso del Comitato provvisorio della città di Bassano e circondario, 1848 aprile 2.  

[92]  Brentari allude alla costituzione il 30 aprile di un secondo comitato più energicamente antiaustriaco rispetto a quello al potere, non portando però documenti a suffragio di questa affermazione, ma basandosi probabilmente sulle testimonianze dei superstiti, v. BRENTARI, La vita e gli scritti cit., pp. 14-15; la stessa informazione è ripresa successivamente anche da BERTI, Otto e Novecento cit., p. 130.  

[93]  La guardia nazionale fu costituita quasi subito ed operò a fianco di quella civica, cfr. BERTI, Il 1848 a Vicenza cit., p. 172.  

[94] Sulla situazione di Vicenza in quel frangente, v. BERTI, Il 1848 a Vicenza cit., p. 174.  

[95]  La questione andrebbe sicuramente approfondita ma, nonostante l’occasione encomiastica, mi sembra che quanto Domenico Villa dica su Zacaria Bricito, in occasione delle sue esequie, sia indicativo della forza della parola e della capacità del predicatore di far presa sulle coscienze degli astanti: «Abbandonato una volta che siasi all’impeto della parola, tutto intende alla vittoria; interroga, argomenta, interrompe, va, torna, t’incalza, ti è sopra, in cento forme assale, stringe e rimette, né ti lascia, finché vinto non cadi», D. VILLA, Orazione funebre in onore di Zacaria Bricito, vescovo di Udine, Bassano, Baseggio, 1851; sul ruolo della predicazione nella storia religiosa, letteraria e civile di Bassano v. G. B. CERVELLINI, La predicazione a Bassano, Bassano, S. Pozzato, 1907.  

[96] Il due maggio il comitato avverte i promotori dell’iniziativa che, qualora avessero convocato la guardia nazionale, l’avrebbero fatto senza l’autorizzazione di chi avrebbe potuto concederla, cioè del governo provvisorio veneziano, riconoscendo così la spaccatura intervenuta all’interno del gruppo dirigente, v. ASV, Governo provvisorio, b. 846, Avviso del Comitato provvisorio della città di Bassano e circondario, 1848 maggio 2; l’autorizzazione giunge in giornata da Venezia a cavallo e così il giorno dopo si può dare inizio alle operazioni di arruolamento.  

[97] Cfr. Raccolta in ordine cronologico di tutti gli atti del Governo provvisorio, vol. III, Venezia, Andreola, 1848, pp. 89-90, il Governo provvisorio della Venezia fece questa scelta solo il 15 luglio 1848, dopo aver osservato che la guardia civica aveva perso il «suo spirito», ne dispone il cambio del nome in «Guardia Nazionale», al comando di un «militare provetto», dopo aver disposto il rinnovo di tutto lo stato maggiore.  

[98] In questo senso si esprime ad esempio la Consulta delle Provincie Venete ancora il 15 maggio, cfr. M. MARCHESI, Storia documentata della rivoluzione e della difesa di Venezia negli anni 1848-1849 tratta da fonti italiane e austriache, Venezia, Istituto veneto di arti grafiche, [1913], p. 191.  

[99] ASV, Governo Provvisorio, b. 856, fasc. 13 aprile-18 giugno 1848, Proclama del Comitato provvisorio dipartimentale di Vicenza, 1848 maggio 16.  

[100]  A Vicenza le posizioni favorevoli all’unione furono tanto solide da costringere il consultore Valentino Pasini a dimettersi, solamente per il sospetto di posizioni filo veneziane che su di lui ricadeva; a rappresentare in Consulta la provincia restano solo Luigi Caffo e Gaetano Sbardelà, dato che non si riesce a trovare il sostituto del dimissionario.  

[101] Ancora il 23 maggio, il Comitato vicentino sollecitava al voto i cittadini che, distolti dagli eventi bellici occorsi in quei giorni, tardavano ad esprimerlo, v. ASV, Governo Provvisorio, b. 856, fasc. 13 aprile-18 giugno 1848, Avviso del Comitato provvisorio dipartimentale di Vicenza, 1848 maggio 23.  

[102]  ASV, Governo Provvisorio, b. 856, fasc. 13 aprile-18 giugno 1848, Spoglio dei registri istituiti nelle parrocchie della città e provincia di Vicenza col decreto del Comitato provvisorio dipartimentale di Vicenza (…), 1848 giugno 1, tra i dodici distretti della provincia quello di Bassano è l’unico a non aver ancora espresso il proprio voto.  

[103] BASEGGIO, Avvenimenti in Bassano cit., p. 53.

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