[28] Un comando tecnico-tattico per la difesa aerea di Bassano veniva costituito dal gen. Caorsi, comandante l’artiglieria della 1ª Armata, ed affidato al col. Luigi Sabato solo il 16 dicembre 1916, anche se in precedenza lo stesso Cadorna aveva provveduto a mandare in città un’autoblindo-mitragliatrice, in funzione antiaerea (!): cfr. DE MORI, Vicenza cit., p. 107.

[29] Cfr. C. GELOSO, Il primo anno di guerra, Milano, Corbaccio, 1934, pp. 384-385.  

[30] Cfr. G. FAURE, De l’autre côté des Alpes. Sur le front Italien, Paris, Flammarion, 1916, pp. 81 ss.  

[31] Cfr. ACB, 1916, XII. Militare.  

[32] Cfr. ACB, 1916, XII. Militare.  

[33] Cfr. ACB, 1916, XII. Militare.  

[34]  I partecipanti bassanesi all’azione erano stati 49, due di loro - il sergente maggiore Antonio Tonietto ed il soldato Luigi Botter - vi avevano perso la vita, almeno 6 vi avevano meritato un encomio o una decorazione. Cfr. ACB, 1917, XII. Militare.  

[35]  Se pur documentato in testimonianze d’epoca, il termine spesso usato di “Strafexpedition” (spedizione punitiva) non compare in alcun documento ufficiale austriaco.  

[36] Cfr. ACB, 1916, XII. Militare. Segnatamente quello al magg. Gleyeses, accusato dell’abbandono di Cima Portule sull’Altopiano dei Sette Comuni: cfr. AUSSME, E1, busta 11, Allegato 4 annesso 6.  

[37] Non va dimenticato che i locali delle scuole elementari “Principe Umberto ”, uno dei più notevoli edifici pubblici realizzati nella Bassano d’anteguerra, erano stati ceduti all’amministrazione militare fin dal 23 maggio 1915: cfr. ACB, 1917, XII. Militare.  

[38] Cfr. ACB, 1916, XII. Militare.  

[39]  Una via il cui cartello, con la sola dicitura G. Basso, aveva dato, qualche anno fa, la stura ad una serie di ipotesi su chi fosse lo strano personaggio di cui si fraintendeva il nome! L’azione del gen. Basso viene descritta nel diario di un cappellano militare allora in transito per la città: cfr. A. BERTOLAZZI, Seguendo il mio Reggimento (45° artiglieria da campagna), Pavia, Scuola Tipografica Artigianelli, 1919, pp. 220-221. Si veda inoltre L. SANTOVITO, Con le fiamme d’argento in guerra (1916-1918), Roma, Anonima Tip. Edit. Libraria, 1932, p. 65.  

[40]  L’intero progetto di demolizione del manufatto, a firma di un non meglio identificato ufficiale Zircone è conservato a Roma nell’Archivio del Museo del Genio ed ora presso la Comunità Montana dei Sette Comuni, progetto Ortigara.  

[41] Sia lecito il rimando a P. POZZATO, Un anno sull’Altopiano con i Diavoli Rossi, Udine, Gaspari, 2006, pp. 161, 171, 204.

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