[11]  Berti, Storia cit.  

[12]  Nel mandamento di Bassano, su una popolazione che il censimento del 1911 aveva quantificato in 64.000 presenti (cui si aggiungevano 5.300 assenti temporanei), vi furono 5.140 rimpatri anticipati: di questi, 3.630 risultavano ancora disoccupati nei primi mesi del 1915. G. FAVERO, Interventismo statistico: i rimpatri per causa di guerra tra agosto 1914 e maggio 1915, in Specchio della popolazione: la percezione dei fatti e problemi demografici nel passato, a cura di A. Menzione, Udine, Forum, 2003, pp. 137-146.  

[13]  BERTI, Storia cit.; vedi anche G. Favero, M. Mondini, Bassano 1915-1918: istituzioni, società e consumi, Bassano del Grappa, Editrice artistica Bassano, 1999.  

[14]  Risale all’immediato dopoguerra la fondazione di piccole aziende meccaniche ed edilizie dedite soprattutto alla riconversione di strutture e residuati bellici. È del 1919, ad esempio, la fondazione della Carrozzeria Pietroboni, che inizialmente trasformava ad uso civile mezzi automobilistici militari, ma che nel corso degli anni Venti conobbe una notevole espansione: fusa nel 1929 con la Carrozzeria Fontana, l’azienda prese il nome di Società Anonima Fontana Pietroboni e arrivò negli anni Trenta a produrre berline su telai Fiat, nonché carri officina e ambulanze. Si veda in proposito l’articolo dedicato alla produzione dell’azienda da M. CONDOLO, Cuccioli di classe, «Auto d’epoca», novembre 1996, pp. 64-69 (in particolare il riquadro dedicato alla storia dell’azienda a p. 67).  

[15]  FAVERO, Una “fabbrica breve” cit., pp. 295-300.

[16]  Vedi i dati dei libri matricola della Smv, raccolti ed elaborati da R. MILANI, Gli operai delle Smalterie: i libri matricola della Smalteria e Metallurgica Veneta di Bassano del Grappa (1925-1975), tesi di laurea, Università Ca’ Foscari di Venezia, Facoltà di economia, a.a. 2000-2001, rel. G. Favero: sui 3.874 dipendenti assunti nel periodo che va dalla fondazione dell’azienda alla Liberazione, il 47% era nato a Bassano (1.822 persone), il 34% in provincia di Vicenza (1.298) e l’11% in altre provincie del Veneto (431), oltre a un 3% di nati nel resto d’Italia (125) e un 4% di nati all’estero (169); per l’1% degli assunti (29 persone) non è noto il luogo di nascita. Sebbene il luogo di nascita dei dipendenti costituisca in qualche modo un indicatore spurio dell’effetto esercitato sull’immigrazione dalla presenza della Smv, dal momento che non tiene conto del pendolarismo e dell’effetto di trasferimenti legati a motivazioni diverse da quelle professionali, i dati sulle assunzioni mostrano una forte correlazione con il saldo migratorio nettamente positivo che caratterizza la popolazione dei comuni di Bassano e di Cassola nel periodo 1925-1945.  

[17]  Al blocco dei fitti si aggiunsero nella seconda metà degli anni Trenta le difficoltà dell’industria delle costruzione legate alla carenza di materie prime importate, come il ferro, dovuta all’instaurazione del regime autarchico. Ovviamente queste investirono l’edilizia in generale, e non solo nei principali centri urbani; tuttavia va sottolineato anche che sui materiali da costruzione utilizzati nelle aree rurali e periferiche i controlli erano decisamente meno stringenti. 

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