[59]  Comune di Bassano del Grappa, Rassegna di sei anni di attività, 1964-1970, numero unico a cura della Civica Amministrazione, 4, Bassano del Grappa, Comune, 1970, p. 9.

[60]  Particolarmente importante era ritenuto per lo sviluppo locale l’avvio dei lavori di costruzione della superstrada Valsugana per Trento, da tempo in corso di progettazione a cura dell’Anas, la cui realizzazione entrava tuttavia in competizione con quella dell’autostrada Valdastico, che avrebbe dovuto a sua volta collegare direttamente Vicenza con il capoluogo trentino.  

[61]  N. DE MARCO, L’ombra della crisi, «Il Mille», maggio 1967, pp. 8-9.  

[62]  Il sindaco Pietro Roversi, confermato nella carica dal consiglio comunale dopo le elezioni amministrative 1964 in seguito a un accordo tra le due correnti, si dimise nel novembre 1967 su invito del partito per potersi candidare alle elezioni politiche. Gli subentrava Pietro Fabris, esponente della corrente dorotea, grazie anche al sostegno della corrente sindacale, il cui peso all’interno della giunta ne usciva rafforzato. Roversi, inizialmente destinato al sicuro seggio senatoriale, si presentò alla Camera in seguito alla decisione di candidare al Senato Onorio Cengarle, noto esponente della Cisl, la cui presenza nelle liste della Camera avrebbe potuto minacciare il successo dei candidati dorotei. Nel gioco delle preferenze all’interno dell’ampio collegio, Roversi finì per pagare la sua forte identificazione con l’area bassanese, in un momento in cui si prospettavano scelte politiche cruciali in materia di infrastrutture stradali: erano infatti in corso di approvazione i progetti della superstrada Valsugana da Bassano a Trento e dell’autostrada della Valdastico da Vicenza a Trento, all’epoca concepiti come fra loro alternativi. Per una ricostruzione dettagliata delle complicate vicende politiche di questa fase, vedi FAVERO, Amministrare lo sviluppo cit., pp. 165-184.  

[63]  La valenza strategica dell’accordo tra la sinistra sindacale e il gruppo doroteo a lui vicino è stata segnalata da Pietro Fabris nel’intervista del 25 novembre 2006: FAVERO, Amministrare lo sviluppo cit., p. 183. 

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