[72]  Da un incremento migratorio medio annuo negli anni Sessanta dell’8,4 per mille (corrispondente a un’eccedenza degli immigrati pari a circa 280 persone ogni anno), si passa negli anni Settanta al 4,8 per mille (meno di 180 persone l’anno). La correlazione con l’andamento dell’occupazione alla Smv è evidente se si analizzano i dati anno per anno, che mostrano le punte massime di immigrazione in corrispondenza con le ultime assunzioni da parte dell’azienda, nel 1969 e nel 1973, mentre il flusso si riduce a livelli precedentemente toccati soltanto nell’immediato dopoguerra negli anni dal 1976 a 1979. Il saldo naturale passa dal 9,4 per mille degli anni Sessanta al 4,6 per mille degli anni Settanta. Società e politica nelle aree di piccola impresa cit., p. 102, tab. 3.4.

[73]  La popolazione attiva passava da 12.792 persone nel 1971 (pari al 36,4% della popolazione residente) a 15.795 (41%) nel 1981. Gli attivi nei servizi passavano da 5.469 (42,7% della popolazione attiva) a 7.993 (50,7%): il loro aumento di fatto spiegava quasi da solo la crescita percentuale della popolazione attiva, dal momento che gli attivi nell’industria e nell’agricoltura, sommati, passavano da 7.323 (57,3%) a 7.772 (49,3%) (vedi i Censimenti della popolazione del 1971 e del 1981, dati per comune, Bassano del Grappa). Un calo in termini assoluti degli addetti alle industrie con sede nel comune di Bassano si rileva dai dati del Censimento delle attività produttive: questi passavano da 7.834 a 7.316. Appare evidente l’inversione del saldo tra attivi e addetti all’industria: nel 1981 si rileva un flusso netto di 456 residenti nel comune di Bassano che si recavano a lavorare in altri comuni. La popolazione dei comuni del circondario dove più forte era stato lo sviluppo delle attività manifatturiere (Cassola, Romano, Rosà, Marostica, Mussolente e Nove) passava negli stessi anni da 28.048 a 54.642, mentre gli addetti all’industria in quegli stessi comuni superavano di netto quelli del centro principale, balzando da 7.769 a 12.140 cit., pp. 100, 104, tabb. 3.1 e 3.7.  

[74]  Confrontando i dati del censimento industriale del 1971 con quelli del 1981, spicca la crescita, in controtendenza rispetto al trend generale, degli addetti al settore del legno e mobilio (che passavano da 547 a 764), della ceramica (“minerali non metalliferi”, da 903 a 1002 addetti) e soprattutto delle “altre attività” (da 769 a 1.260), all’interno delle quali ricadevano molte delle iniziative imprenditoriali a carattere maggiormente innovativo, p. 104, tab. 3.7. Vale la pena di ricordare a questo proposito il caso di API, azienda produttrice di materiali in plastica fondata a Bassano nel 1956, che negli anni Sessanta sotto la direzione di Sergio Brunetti avviò la produzione sperimentale di polimeri utilizzati per lo stampaggio di scarponi da sci in plastica nel distretto di Montebelluna e negli anni Settanta introdusse le gomme termoplastiche che avrebbero sostituito la gomma vulcanizzata nelle suole per calzature, per trasferirsi nel 1978 a Mussolente. Altro esempio di sviluppo innovativo è l’impresa fondata da Lino Manfrotto negli anni Settanta assieme a Gilberto Battocchio, un tecnico proveniente da un’azienda meccanica bassanese, per produrre attrezzi per la fotografia professionale, che negli anni Ottanta divenne leader mondiale del settore.  

[75]  Nel luglio 1976 si tenne a palazzo Bonaguro la rassegna dell’artigianato locale, seguita nell’estate 1977 dalla mostra mercato, ripetuta nell’estate 1979; ancora, nel maggio-giugno 1978 si tenne la rassegna del mobile e a maggio 1979 la mostra del mobile d’arte; nel settembre 1978 la mostra delle opere realizzate nel terzo simposio della ceramica e nel gennaio 1980 la mostra della ceramica contemporanea organizzata dall’Unione dei ceramisti bassanesi. Nello stesso 1980 veniva lanciata una vasta campagna promozionale per i prodotti dell’artigianato bassanese, denominata «Idea Bassano».  

[76]  Bassano del Grappa: rapporto e cronache cit., pp. 16-17. 

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