[1]    Ringraziamo per queste informazioni il sig. Franco Verenini, pittore, restauratore e maestro d'arte nato nel 1915. L'anziano testimone ricorda bene il fatto anche perché, come racconta, si interessò, per motivi legati alla sua professione, onde sapere a chi fosse affidato il restauro; gli fu detto in quell'occasione che sarebbe intervenuto personale inviato dalla Soprintendenza.

[2]    Si può constatare l'assenza di ogni riferimento a questo dipinto in O. Brentari, Guida storico-alpina di Bassano-Sette Comuni, Bassano 1885, pp. 20-67, e soprattutto a p. 38 dove descrive la loggia di piazza.

[3]    Francesco Chiuppani, Historia Bassanese, Bassano 1731, ms. presso ASB.

[4]    G. B. Verci, Notizie intorno alla vita e alle opere de' Pittori, Scultori e Intagliatori della città di Bassano, Venezia 1775, pp. 240-241. Il padre di Giuseppe, Giovanni Gofre era giunto a Bassano da Liegi ancor giovane e aveva arricchito la sua prima maniera studiando le opere dei Dal Ponte. Aveva quindi sposato Lucietta, figlia di Marc'Antonio Dordi, un pittore che ci ha lasciato alcuni quadri sulle feste bassanesi tra cui quelli per la liberazione dalla peste del 1631. Di Giovanni Gofre il Verci ricorda come esemplare il quadro sul Battesimo di santa Giustina eseguito per la chiesa parrocchiale di Solagna, e commenta il suo stile dicendo che l'opera non è disprezzabile, però "fluido è il suo pennello, ma debole n'è il colorito. Esatto è il disegno, ma non troppo nobili le sue figure". Del figlio Giuseppe invece dice che non meritava elogi, era un decoratore, non un artista.

[5]    ASB, Quaderni 7, vol. 8, pp. 830 e 838.

[6]    Si può verificare questa lacuna controllando in O. Brentari, Storia di Bassano, Sala Bolognese, ristampa Forni 1980, pp. 533-536.

[7]    Quando nel 1682 scoppiò l'incendio gli abitanti del vicinato accorsero prontamente con secchi e mastelli pieni d'acqua, come ordinavano gli Statuti cittadini che risalivano al 1259. Dagli Atti del Comune sappiamo che nel giorno di giovedì 6 febbraio il Consiglio cittadino, presieduto dal podestà veneziano Giacomo Pasqualigo, fu convocato e informato che la loggia di piazza era stata danneggiata da un incendio e necessitava di riparazioni urgenti. Si deliberò quindi di destinare al restauro la somma di 20 ducati d'oro, e altri 10 furono assegnati alla riparazione dell'orologio del Comune, anch'esso deteriorato. Infine si decise di premiare i cittadini che erano accorsi per spegnere l'incendio, affinchè ciò servisse da esempio e stimolo per i Bassanesi ad essere sempre solleciti in caso di bisogno. Ad un consigliere fu perciò affidata l'incombenza di distribuire fino a 25 ducati tra coloro che risultavano essere i più meritevoli. Seguendo la procedura, il Consiglio propose poi di incaricare due cittadini a seguire i lavori di restauro "nella miglior forma che stimeranno propria e col maggior avvantaggio del Pubblico". I prescelti furono i consiglieri Giovanni Lanzarini e Vittor Vittorelli. Circa la data occorre una precisazione. Negli Atti del Comune (ASB, Atti del Consiglio, vol. 30, 1681 febbraio 6, f. 42) si trova scritto 1681, indizione 4a, Giovedì 6 Febraro, in Bassano …; si deve però tenere presente che nella datazione veniva utilizzato, anche se non sempre, lo stile veneto (more veneto), che calcolava l'inizio dell'anno all' 1 marzo; quindi i mesi di gennaio e febbraio avevano la data dell'anno precedente. La conferma che in questo caso fu usato lo stile veneto viene dal nome del giorno, infatti soltanto nel 1682 il 6 febbraio cadeva di giovedì. Il Rearick ha scritto che la causa dell'incendio fu il fatto che un prigioniero esasperato diede fuoco al proprio pagliericcio nella prigione adiacente, W.R. Rearick, Vita ed opere di Jacopo Dal Ponte, detto Bassano. c. 1510-1592, in Jacopo Bassano, a c. di B. Louise Brown e P. Marini, Bologna 1992, p. CXV. Tale affermazione però non è confermata dagli archivi comunali e le prigioni si trovavano presso il Palazzo Pretorio; l'evento non può dunque aver coinvolto la loggia di piazza anche se accadde realmente in altra data.


[8]    Sulle pitture eseguite da Jacopo nella loggia non si sa molto. Non vi fanno menzione neppure gli Atti del Consiglio, dove si troverebbe la relazione se qualche spesa fosse stata deliberata. Chi ne parla è Francesco Chiuppani, e tale notizia fu poi ripresa da G. B. Verci, il quale racconta che nel 1558, per ordine del podestà Alvise Bon, il pittore Jacopo dal Ponte ornò con la sua arte la loggia di piazza; però il lavoro andò perduto nell'incendio del 1682 e sulla facciata rimasero soltanto un'immagine di san Cristoforo e una piccola testa di Madonna: v. Francesco Chiuppani, Historia Bassanese…; e GB Verci, Notizie intorno alla vita e alle opere de' Pittori…, p. 89.


[9]  Sull'ambiente culturale del Cinque-Seicento a Bassano: L. Alberton Vinco da Sesso, La città moderna e i suoi artisti. Il Cinquecento e i primi decenni del Seicento, in Storia di Bassano del Grappa, Romano d'Ezzelino 2013, pp 187-212.

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