Gian Maria Varanini

Maria Albina Federico

Giampietro Berti

Giuliana Ericani

Renata Del Sal

Donata M. Grandesso

Maria Luigia De Gregorio Giovanni Marcadella

Giambattista Vinco da Sesso

Giambattista Vinco da Sesso

Alessandra Magro

Carlo Presotto

Franco Scarmoncin e Lucia Verenini

Renzo Stevan e Eugenio Rigoni

Assolutamente singolare, la vicenda umana di Gaetana Sterni percorre l’Ottocento dalla Restaurazione ai fermenti socio-religiosi di fine secolo (fig.5).

5SacrariobeataGaetanaSterni

5. Sacrario della beata Gaetana Sterni, presso la casa madre delle Suore della Divina Volontà. Le Figlie (poi Suore) della Divina Volontà si impegnano a «vivere solo in Dio e per Iddio […] servire i poveri e il prossimo bisognoso» quali «ministre della carità», in primis con l’assistenza degli ammalati a domicilio e nelle strutture assistenziali.

Testimone chiave l’Autobiografia[39], storia di un percorso travagliato e di una intimità assai fervida, di molti sogni spezzati, di un sogno realizzato; connotazioni mistiche emergono nitidamente. Lasciate a Cassola le proprie radici – Giovanna Chiuppani la madre, Giovanni Battista il padre, amministratore dei patrizi veneziani Mora –, la famiglia trasmigrata alle “Casette” di Bassano (1835) incontra presto malattie e lutti (il padre morrà nel 1842); riflusso involutivo marchia l’economia bassanese, anche gli Sterni conoscono ristrettezza economica. Ritrovatasi adulta a otto anni, già primo aiuto alla madre, Gaetana cresce in esplodente femminilità; la «passione di amare e di essere amata» (Autob., p.35) sigilla nozze precoci con Liberale Conte, vedovo con tre figli, rigenerati dall’amore della nuova sposa come figli del suo grembo. I mille tumultuosi rivoli nei quali fluttua la sua vita – sposa poco più che adolescente, vedova a sedici anni, madre di un bimbo la cui vita durerà lo spazio di due giorni – quasi travolgendo gioie effimere con onde di amarezza per sempre nuove dolorose vicende, improvvisamente, mentre Gaetana vagheggia nuove nozze, si compongono per l’irrompere di una «voce» (Autob., p. 77) che l’invita a scegliere Dio «come unico sposo». Sconvolta, lei oppone resistenza; pure avverte di non poter non accogliere l’invito. Risoluta quindi la decisione; e struggentemente doloroso il commiato dalla sua casa: «discesi le scale – racconta – con la speranza di non doverle mai più salire» (Autob., p. 89). Entra così tra le Canossiane, nel convento per il quale mesi addietro aveva provato ripugnanza istintiva; vi rimarrà pochi mesi. Il rientro in famiglia per assistere la madre, dopo la morte di lei si protrarrà per anni tra mille difficoltà, maturando in Gaetana il desiderio di vita claustrale; ma ancora la «voce» torna prepotentemente a sconvolgere ogni piano, spingendola ad «entrare nel Ricovero […] servendo i poveri […] per adempiere la divina volontà» (Autob., p. 93). Lei tenta di «allontanare dal pensiero le idee concepite» (Autob., p. 93): inutilmente; ancora la risoluzione, sostenuta dal gesuita padre Bernardo Bedin, vince l’istintiva ripugnanza. Nel 1853 la giovane Sterni inizia il gravoso impiego al Ricovero civile di Bassano, un ospizio di mendicità che in condizioni miserabili accoglie ospiti «per la massima parte vittime del disordine e del vizio»: vi trova «disordini e abusi quasi di ogni genere» (Autob., p. 153); e un’accoglienza decisamente fredda. Affidandosi alla guida di don Simonetti, immersa ormai nell’alveo della volontà di Dio, gli si vota in piena donazione (1860), esercitando carità, abnegazione e dolcezza: suoi modelli Maria ss. Annunciata e ad Ain Karem, s. Giovanna Francesca di Chantal e s. Francesco di Sales. In anni di abbandoni migratori e di chiusure (tra il 1859 e il 1860 anche i Remondini chiudono bottega) nasce al Ricovero la sua Congregazione (1865) che si aprirà in un discepolato crescente: le Figlie (poi chiamate Suore) della Divina Volontà si impegnano a «vivere solo in Dio e per Iddio […] servire i poveri e il prossimo bisognoso» quali «ministre della carità», in primis con l’assistenza degli ammalati a domicilio (iniziata a Bassano nel 1874), attuando un insuperato codice deontologico. L’Autobiografia ne scandisce il cammino dal primo avvio all’approvazione vescovile delle Regole (1875) sino alla nuova Casa, fabbricato avuto in donazione in contrà Squazze (1886/1887); con l’acquisto di proprietà contigue diverrà Casa Madre. La fondatrice con sagacia governa e orienta ogni tappa, sempre sulla scia della guida interiore: «una voce» – dice – «ma che voce non era; pareva piuttosto un mio pensiero, ciò che però non era» (Autob., p. 93). Nella clausola autobiografica (Autob., p. 375), tra rievocazioni della lunga «via oscura» di tenebra spirituale, l’assioma dantesco En la sua voluntade è nostra pace addita la sorgente dell’intimo sereno approdo di Gaetana Sterni, dalla maturità fino allo spegnersi della vita (26 novembre 1889). Oggi le Suore della Divina Volontà continuano l’opera della fondatrice, proclamata beata da papa Giovanni Paolo II il 4 novembre 2001, in Italia, Europa, Brasile, Ecuador, Camerun, Albania, Colombia. Evocazione della sua vita il sepolcro a lei dedicato presso la Casa Madre.    

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