Gian Maria Varanini

Maria Albina Federico

Giampietro Berti

Giuliana Ericani

Renata Del Sal

Donata M. Grandesso

Maria Luigia De Gregorio Giovanni Marcadella

Giambattista Vinco da Sesso

Giambattista Vinco da Sesso

Alessandra Magro

Carlo Presotto

Franco Scarmoncin e Lucia Verenini

Renzo Stevan e Eugenio Rigoni

 «Reverendo Signore,
io darò compimento a questa mia assai prolissa col toccarvi di volo
alcun che di storia naturale del suolo nostro,
la cui ricchezza vi tornerà di singolare e piacevole meraviglia».  

Ci piace concudere con una citazione, come abbiamo iniziato. Stavolta, presa dall’orazione ufficiale con la quale il botanico e farmacista Giovanni Montini salutò nel 1840 l’ingresso, come nuovo Arciprete di Angarano, di don Giovanni Fabris. Ci sembra anch’essa rivelatrice di questo senso di appartenenza e di orgoglio nel trovare le proprie radici anche nelle bellezze naturali del territorio in cui si vive e di sentirsi “figli” di coloro che nel passato avevano contribuito a farle conoscere. Montini stesso, come detto, raccolse il testimone e dedicò la sua vita allo studio dei vegetali del Bassanese. Come lui, dal 1500 ai giorni nostri, studiosi bassanesi o personaggi illustri provenienti da tutta Europa, in molti hanno percorso i sentieri e discusso le proprie idee e le proprie scoperte in città. Una prima conclusione che ci sentiamo di proporre è questa: esiste anche una storia del progresso delle conoscenze nelle scienze naturali e di questa storia universale qualche pagina importante è stata scritta anche nel Bassanese. L’hanno animata personalità formidabili come Giambattista Brocchi o Alberto Parolini, semplici appassionati come Amedeo Zardo o Giuseppe Marchente, viaggiatori e celebrità di fama europea come Gaspare de Sternberg o John Ball. Le bellezze e le particolarità del territorio, il genius loci, hanno fatto il resto. Di tutto questo, come il Montini, dobbiamo esserne consapevoli e orgogliosi. Esiste però ancora, e questa è la seconda conclusione, molto lavoro da fare. Ci sono tante figure e tanti fatti del passato ancora da riscoprire e da approfondire. Già noi in questo testo abbiamo dovuto tralasciare molte cose, e di questo ce ne scusiamo. E c’è ancora molto da studiare per conoscere appieno tutti questi tesori naturalistici del nostro territorio, nelle discipline che qui possiedono già una ricca tradizione, come botanica e geologia, ma soprattutto in quelle che noi in queste pagine abbiamo lasciato nell’ombra, ovvero nella conoscenza della vita animale. Il grande biologo contemporaneo Edward Osborne Wilson ha scritto recentemente che «ogni nazione ha tre patrimoni diversi: quello materiale, quello culturale e quello biologico». Della conoscenza e della tutela anche del patrimonio biologico non si potrà non farsi carico in futuro. Come pure dell’impegno per la divulgazione, perché tutti siano consapevoli di queste ricchezze imperdibili, sull’esempio degli anni più intensi del Club Alpino Bassanese, quando si stampava un bollettino «per quanti amano la nostria patria ed amano di far conoscere ed apprezzare le bellezze dei nostri monti».

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