Gian Maria Varanini

Maria Albina Federico

Giampietro Berti

Giuliana Ericani

Renata Del Sal

Donata M. Grandesso

Maria Luigia De Gregorio Giovanni Marcadella

Giambattista Vinco da Sesso

Giambattista Vinco da Sesso

Alessandra Magro

Carlo Presotto

Franco Scarmoncin e Lucia Verenini

Renzo Stevan e Eugenio Rigoni

E’ rimasta celebre la frase che la scrittrice George Sand disse quando nei primi giorni del maggio 1834 si affacciò al belvedere del caffè delle fosse: «è un pezzo di paradiso caduto in terra». A queste parole, che colsero tutta la bellezza del paesaggio che allora si apriva verso settentrione, fece eco a fine ottocento un illustre naturalista bassanese, Lino Vaccari, che, con un piglio più scientifico, scrisse: «nel Bassanese, che è uno dei pochi paesi che possano offrire in ristretto spazio il piano ed il colle, la prealpe e la zona alpina, dovrà vegetare una flora tale da poter essere paragonata alle più ricche d’Europa».[2] La natura è stata davvero prodiga in questa nostra terra. E non solo perché ne ha fatto un territorio di confine tra piano e monte dove si incontrano e convivono realtà biogeografiche molto diverse e contrassegnate da svariate componenti di grande originalità o rarità (mediterranee, steppiche, alpine ed altro, nella flora come nella fauna), ma anche perché si è pure sbizzarrita nel mettere a stretto contatto strutture geologiche che, per gli studiosi, si sono rivelate di enorme interesse. C’è il basalto, ad esempio, che è diffuso nei colli ad ovest del Brenta ma che trova curiosamente in questo nostro fiume il suo confine verso oriente. A fine settecento, come vedremo, proprio sulla natura e sull’origine di questa roccia si scatenò una disputa che coinvolse tutti i più grandi geologi dell’epoca. Quale miglior modo per dare forza alle proprie ragioni se non l’andare a studiarlo nei luoghi dove era presente? Come altrove, per questo motivo molti celebri studiosi vennero a percorrere i colli tra Bassano e Marostica. Oppure ci sono le affascinanti manifestazioni del carsismo sui tavolati calcarei dell’Altopiano e del Grappa che hanno dato origine alle misteriose vie d’acqua nelle viscere dei monti ed alle sorgenti nel fondo delle vallate. Ad Oliero ci fu un vero pellegrinaggio di studiosi proprio per questo motivo. E così si potrebbe continuare per tante altre singolarità della natura che in questo territorio si manifestano e che hanno motivato, come vedremo, curiosità ed attenzione dei naturalisti. Ripercorrendo queste esplorazioni scientifiche si crea anche una geografia dei luoghi che tutt’ora sono estremamente significativi e meritevoli d’essere riscoperti: oltre a quelli già citati, la Val Frenzela ed il Buso, la Valle Santa Felicita, i Colli Alti, le torbiere di Marcesina, il Boccaor, Cima Grappa e molti altri, tra i quali, non ultimo, il giardino botanico di Alberto Parolini. Ma va detto di un altro fattore fortunato: la posizione logistica di Bassano, sulla via che univa il trentino, il Brennero ed il mondo tedesco con Padova e, soprattutto, con Venezia. Merci e viaggiatori sono transitati per secoli. Con i viaggiatori che qui facevano sosta arrivavano anche idee e novità. Allo stesso modo, con gli studiosi che qui venivano ad indagare le manifestazioni della natura si creavano le condizioni perché circolassero in città le teorie e le dispute più importanti del momento. Non a caso qui sorse l’attività editoriale dei Remondini presso la quale non pochi vennero a stampare le loro opere scientifiche favorendo in città nuove opportunità di crescita culturale e di intensa vita intellettuale. Non è difficile immaginare incontri e discussioni che avranno avuto vita nei salotti tra le persone colte del bassanese e l’ospite di fama arrivato in città.    

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