Gian Maria Varanini

Maria Albina Federico

Giampietro Berti

Giuliana Ericani

Renata Del Sal

Donata M. Grandesso

Maria Luigia De Gregorio Giovanni Marcadella

Giambattista Vinco da Sesso

Giambattista Vinco da Sesso

Alessandra Magro

Carlo Presotto

Franco Scarmoncin e Lucia Verenini

Renzo Stevan e Eugenio Rigoni

La produzione e la lavorazione della seta costituì un settore di fondamentale importanza per la sopravvivenza delle manifatture tessili italiane, esposte a partire dalla seconda metà del Cinquecento ad una concorrenza crescente da parte dei produttori nordici, inglesi, olandesi e francesi nel campo della produzione e del commercio di tessuti di lana e misti[71]. Forti di un primato al tempo stesso naturale - tutti i tentativi di allevare il baco nei paesi dell’Europa settentrionale fallirono - e tecnologico, fondato sull’integrazione tra i fornelli bassi da trattura ed i torcitoi idraulici, prima su modello bolognese e quindi a tecnologia piemontese, le sete grezze e ritorte dell’Italia settentrionale si posizionarono ai vertici della gerarchia di qualità. Ed anche nell’Ottocento, quando il paese perse il primato nella torcitura, riducendosi ad esportare quasi esclusivamente seta greggia, il commercio serico fu alla base di un processo di accumulazione di capitali e di formazione di competenze imprenditoriali e finanziarie e di mantenimento di un sistema di relazioni di scambio con le economie più avanzate che svolse un ruolo tutt’altro che secondario nel preparare il terreno allo sviluppo industriale[72].

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