Gian Maria Varanini

Maria Albina Federico

Giampietro Berti

Giuliana Ericani

Renata Del Sal

Donata M. Grandesso

Maria Luigia De Gregorio Giovanni Marcadella

Giambattista Vinco da Sesso

Giambattista Vinco da Sesso

Alessandra Magro

Carlo Presotto

Franco Scarmoncin e Lucia Verenini

Renzo Stevan e Eugenio Rigoni

Il Vicentino visse tra gli anni Venti dell’Ottocento e l’annessione del Veneto all’Italia la fase definita dagli storici della protoaccumulazione, il periodo in cui si preparò l’avvento dell’industria moderna[188]. Bassano invece conobbe un periodo di destrutturazione-ristrutturazione di quell’apparato industriale-manifatturiero che l’aveva fatta conoscere in Europa, grazie alla stabilità sociale, ai meccanismi di integrazione intersettoriale e alla politica economica della Repubblica di Venezia. In particolare scomparve il lanificio ed entrò in irreversibile crisi il setificio. Questi due settori giocarono un ruolo secondario nell’economia cittadina dell’Ottocento, per converso crebbero la ceramica, l’oreficeria e la lavorazione delle pelli[189]. Si confermò ancora una volta quel carattere di sistema plurispecializzato che aveva distinto per secoli il Bassanese e che mantenne fino all’età contemporanea[190]. La città divenne, come ogni altra realtà urbana in questo periodo, centro elettivo delle attività di trasformazione. I cambiamenti strutturali avvennero in maniera graduale e selettiva, innestandosi sul sistema preesistente e coniugando per buona parte dell’Ottocento il nuovo modo di produzione con le lavorazioni domestiche[191]. La compenetrazione fra attività manifatturiera e società rurale rimase a lungo molto stretta.   

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