Gian Maria Varanini

Maria Albina Federico

Giampietro Berti

Giuliana Ericani

Renata Del Sal

Donata M. Grandesso

Maria Luigia De Gregorio Giovanni Marcadella

Giambattista Vinco da Sesso

Giambattista Vinco da Sesso

Alessandra Magro

Carlo Presotto

Franco Scarmoncin e Lucia Verenini

Renzo Stevan e Eugenio Rigoni

Alle indagini di matrice sociologica dedicate al “caso di Bassano” negli anni Ottanta si sono aggiunte nel corso degli ultimi decenni ulteriori ricerche che consentono di collocare in prospettiva storica i fenomeni sopra accennati, di cui le prime avevano colto l’importanza. In particolare, la possibilità di fare riferimento a una sintesi interpretativa delle vicende della città in età contemporanea consente di meglio comprendere l’origine storica della particolare configurazione della struttura sociale e politica locale[6]. Una ricostruzione dettagliata dello sviluppo dei servizi e delle infrastrutture cittadine nella seconda metà del Novecento è possibile grazie ai risultati di un lavoro dedicato alla storia della città nel dopoguerra recentemente pubblicato[7]. Anche per quanto riguarda la vicenda della Smv, esistono precedenti ricerche basate su fonti archivistiche e su interviste[8]. Questi lavori hanno fatto emergere alcuni interrogativi riguardanti la vicenda economica bassanese che questo intervento, lungi dal risolvere definitivamente, intende contribuire a definire in maniera corretta, indicando alcune ipotesi di ricerca e le fonti atte a verificarle. In primo luogo, si tratta di comprendere meglio le motivazioni delle scelte che negli anni successivi alla Prima Guerra Mondiale hanno consentito l’insediamento in città di un grande stabilimento industriale, trasformandone radicalmente la fisionomia economica e sociale. Si trattò della risposta consapevole a una crisi sociale ed economica oppure di un evento più o meno casuale? Quali furono gli effetti concreti della presenza della grande industria sul tessuto urbano? Ancora da comprendere sono inoltre i meccanismi attraverso i quali la Smv poté svolgere un ruolo di “incubatore” per la nascita di un distretto meccanico in grado di favorire la modernizzazione di attività tradizionali, ma anche quali furono le cause del declino dell’azienda, e se ebbero a che fare con la concorrenza da parte di nuove imprese nate nello stesso settore. Vi fu un vero e proprio processo di “gemmazione” attraverso la nascita o l’insediamento in loco di nuove aziende che sfruttavano la presenza di competenze tecniche diffuse? Che ruolo ebbe la fuoriuscita di tecnici e operai specializzati dall’azienda nel corso della lunga fase di declino? (fig.2)

2Pedrazzoli25anni

2. L’industria Meccanica Brevetti Pedrazzoli celebra il suo 25° anno di fondazione, (1972). I titolari, i due fratelli Pedrazzoli, (nella foto accanto a Pietro Fabris e all'onorevole Primo Silvestri) provenivano dalla Smalteria.

Manca inoltre ancora una analisi dettagliata delle origini delle numerose iniziative industriali avviate a Bassano a partire dagli anni Cinquanta, non solo per quel che riguarda il percorso biografico e sociale degli imprenditori stessi, ma anche e soprattutto la provenienza dei capitali indispensabili per l’avvio della loro attività. Si trattava di investimenti derivanti da precedenti attività, commerciali o agricole? Quale ruolo svolse il credito bancario? Vi furono incentivi, diretti o indiretti, da parte degli enti pubblici all’insediamento di nuove imprese nel territorio del Comune? Infine, la nascita di un distretto industriale polivalente andrebbe collocata nel contesto dell’evoluzione storica dei rapporti economici tra la città di Bassano e i comuni del comprensorio. Come si venne modificando nel tempo la distribuzione degli addetti e delle attività? Quale influenza esercitò su questa evoluzione la gestione più o meno consapevole dello spazio urbano e del territorio circostante da parte degli enti locali? Per rispondere a queste domande è possibile innanzitutto incrociare i dati forniti dai censimenti della popolazione e dell’industria, già ampiamente utilizzati negli studi degli anni Ottanta e rielaborati in alcune tesi di laurea[9], con le informazioni ricavabili da indagini effettuate a livello comunale e comprensoriale, soprattutto nei decenni del dopoguerra, e pubblicate in forma riassuntiva nelle pagine dei quotidiani o sotto forma di “letteratura grigia”, consultabile negli archivi e nelle biblioteche locali. Ulteriori indicazioni possono venire dalle discussioni sulle scelte di gestione economica del territorio fatte dall’amministrazione comunale bassanese e da quelle del circondario, discussioni di cui la stampa locale e gli atti del consiglio comunale conservano traccia e che sono state a loro volta oggetto di ricerche nell’ambito di alcuni lavori di tesi[10]. Più complicato appare per il momento accedere ai fascicoli relativi all’attività delle singole imprese conservati presso l’archivio della Camera di Commercio di Vicenza, che in futuro potrebbero consentire una ricostruzione esaustiva delle trasformazioni del tessuto industriale locale, fondata su documentazione aziendale di prima mano. I paragrafi che seguono ripercorrono le diverse fasi dello sviluppo della città, alternando una analisi delle trasformazioni della struttura economica basata sui dati statistici ricavati da diverse fonti con una ricostruzione delle dinamiche sociali, politiche e imprenditoriali che ne possono spiegare le cause.

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