Gian Maria Varanini

Maria Albina Federico

Giampietro Berti

Giuliana Ericani

Renata Del Sal

Donata M. Grandesso

Maria Luigia De Gregorio Giovanni Marcadella

Giambattista Vinco da Sesso

Giambattista Vinco da Sesso

Alessandra Magro

Carlo Presotto

Franco Scarmoncin e Lucia Verenini

Renzo Stevan e Eugenio Rigoni

Iniziata nel giugno 1404 la dominazione veneziana su Bassano dura quattro secoli; si chiude il 2 maggio 1797 con l’insediamento di una effimera municipalità democratica cui segue, di lì a pochi mesi, il dominio austriaco sancito dal trattato di Campoformio (Davide Geronazzo, Gastone Favero). Ormai parte di un vasto stato territoriale veneto con estensione politica anche in Oriente Bassano partecipa solo di riflesso ai grandi eventi politico-militari della Serenissima, dapprima protagonista in primo piano della politica mondiale poi, nelle spire di una prolungata “decadenza”, progressivamente rinchiusa in una rassegnata e alla fine impotente neutralità. Solo una volta, nel 1509, durante la guerra della lega di Cambrai, Bassano si trova immersa nel vivo di una vicenda politico-militare di dimensione europea: nel giugno viene occupata dalle truppe imperiali ma di lì a qualche mese ritorna definitivamente sotto Venezia; truppe straniere (francesi e austriaci) ricompaiono a Bassano al tramonto della Repubblica, durante la campagna d’Italia di Bonaparte. Nel passaggio dalla dominazione viscontea a quella veneziana Bassano conosce un’evoluzione delle strutture amministrative, adeguate ad un modello per tanti aspetti simile a quello delle altre comunità cittadine entrate a far parte della Repubblica (Giamberto Petoello, Rachele Scuro); oltre alle vertenze confinarie con Rossano, Romano, Vicenza, Feltre, i secoli XVI-XVIII registrano, come eventi cittadini particolarmente significativi, la peste del 1576, poi ripetuta nel 1631-1632, l’istituzione del consiglio cittadino dei 60 (1589), poi fissato in 70 membri nel 1796, e la soppressione di quello dei 32 (1726). Memorabile per la comunità la data del 27 dicembre 1760: Bassano è riconosciuta città. Nella breve ma tumultuosa età napoleonica spiccano due eventi: il 16 giugno 1797 l’aggregazione della città a Vicenza e nel luglio dello stesso anno il congresso dei patrioti “unitari”, quando ormai è imminente il “fatale” trattato di Campoformio.Sotto il dominio veneziano la vita di Bassano scorre pacifica nella complessità delle sue articolazioni che questa Storia cerca di cogliere. Specifiche indagini mettono in luce lo sviluppo urbanistico (Petoello) e il ruolo degli enti monastici nella committenza artistica (Giuliana Ericani) tra medioevo ed età moderna; ancora a Giuliana Ericani e Livia Alberton il compito di ricostruire il profilo degli artisti, grandi e piccoli, fioriti in città in età moderna; alla conservazione e trasmissione della memoria storica di Bassano dall’età moderna a quella contemporanea sino ai nostri giorni un apporto fondamentale hanno dato il Museo e la biblioteca qui riconsiderati nella loro vicenda storica da Giuliana Ericani e Renata Del Sal; la cultura letteraria, nelle sue diverse espressioni, nelle sue istituzioni, nei suoi esponenti più significativi, illustri o talora un po’ dimenticati, è illustrata da Flavio Fiorese e, per il teatro da Carlo Presotto. Walter Panciera ricostruisce la dinamica del complesso rapporto tra Bassano e il suo fiume, la Brenta, mentre Giovanni Silvano propone alla nostra attenzione il ruolo sociale ed economico del Monte di Pietà, istituito nel 1492 e attivo per tutta l’età moderna. Il profilo economico-sociale della comunità bassanese emerge con chiarezza e col supporto di ampie e innovative ricerche archivistiche nell’ampio saggio di Francesco Maria Vianello: la storia dell’agricoltura e delle manifatture di lana e seta sono gli assi portanti di questa indagine, pienamente inserita nel contesto regionale veneto dell’età moderna; da sottolineare anche le puntuali rilevazioni demografiche che accompagnano il profilo storico della società bassanese. La dimensione religiosa della società bassanese (come di quella veneta ed europea) nell’età moderna è talmente forte che è quasi impossibile separarla da quella sociale e politica. Un ampio e documentato contributo di Maria Albina Federico ricostruisce la storia delle istituzioni ecclesiastiche e i tratti più vivi della vita religiosa bassanese; Maria Dehò Bottecchia specifica alcuni casi esemplari di “santità” bassanese mentre Corrado Pin ripropone alla nostra attenzione le vicende degli eretici bassanesi del ‘500, in particolare di Francesco Negri.Per molti la Bassano del ‘700 significa Remondini: alla straordinaria vicenda culturale e industriale della grande famiglia di editori bassanesi dedica pagine illuminanti Mario Infelise, che negli anni scorsi ne è stato lo storico ben noto. Infine agli storici di Bassano, dalle origini ai nostri giorni, ha riservato alcune pagine chi scrive. Va da sè che vari temi di storia bassanese, per loro natura diacronici (cultura letteraria, economia, arte) non rientrano compiutamente nelle partizioni cronologiche per necessità imposte a questa Storia ; in ogni caso va ribadito che il 1797, con la fine del secolare dominio veneziano, segna per Bassano come per tutto il Veneto uno spartiacque storico indiscusso.

Paolo Preto

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