Gian Maria Varanini

Maria Albina Federico

Giampietro Berti

Giuliana Ericani

Renata Del Sal

Donata M. Grandesso

Maria Luigia De Gregorio Giovanni Marcadella

Giambattista Vinco da Sesso

Giambattista Vinco da Sesso

Alessandra Magro

Carlo Presotto

Franco Scarmoncin e Lucia Verenini

Renzo Stevan e Eugenio Rigoni

Questo paragrafo è stato curato da Paolo Paganotto [16]
Molte sono le tracce della frequentazione del territorio di Bassano in età romana, inserito all’apice settentrionale della centuriazione a nord – ovest del municipium di Padova e a cui doveva afferire buona parte del versante orientale della bassa Valsugana, importante via d’interscambio fra la montagna e la pianura[17]. Ritrovamenti casuali di materiali d’età romana sono avvenuti anche nell’attuale centro storico, di cui uno in particolare localizzato in posizione molto ravvicinata all’area di via Marinali, coinvolta dai recenti scavi. Infatti, i frammenti di anfore e di un tubo fittile ritrovate nel 1969 durante lo scavo della fognatura al di sotto del percorso stradale potrebbero essere ricondotte ad un probabile contesto abitativo da collocarsi nelle immediate prossimità del luogo di rinvenimento[18](fig.1f). E’ molto probabile che il tracciato di via Marinali, allineato con quello di via Matteotti[19], riproponga il percorso di una delle antiche lineazioni appartenenti alla centuriazione, superstite alla disgregazione dell’impero e della sua organizzazione. Passando in direzione sud nei pressi di San Pietro di Rosà e di Fontaniva è plausibile pensare che tale utile tragitto costituisse uno degli itinerari che ancora consentivano l’unione della pianura sulla sinistra del Brenta con la Valsugana e la montagna (figg.1e; 6a). A nord, invece, il percorso doveva scendere verso l’attuale quartiere del Margnan, luogo di ritrovamento di sepolture d’età tardo antica[20](fig.1g), snodandosi fino all’ingresso della valle e passando ad oriente del colle su cui si sviluppò il primo nucleo di Bassano nel basso medioevo[21]. Ad un orizzonte cronologico di età tardoantica (IV-V sec. d. C.) e successivamente di età altomedievale (VI-IX sec. d.C.) sono ascrivibili le evidenze più antiche riscontrate nell’area delle carceri, collocata in pieno centro storico, poco più a sud delle due piazze principali e retrostante al complesso della chiesa di San Giovanni[22]. Come già accennato nel paragrafo precedente[23], appartenevano alle propaggini meridionali di un insediamento costituito da diverse unità almeno in parte abitative, innalzate tramite l’uso di materiale deperibile e di cui è stato possibile ipotizzare la pianta di almeno un edificio di consistenti dimensioni (fig.3). La connessione fra le componenti lignee delle capanne era probabilmente ottenuta tramite perni ed incastri mentre la paglia, che doveva verosimilmente costituirne le coperture, era trattenuta da legature in fibra vegetale. Le pareti, realizzate invece tramite travi e ramaglie incannicciate, dovevano essere rivestite da intonaco terroso (pisè), i cui resti induriti e parzialmente carbonizzati dall’incendio cui seguì l’abbandono della porzione più orientale dell’insediamento, ne portavano ancora nitide le impronte (fig.5).

paganotto cozza5

5. Bassano del Grappa, via Marinali. Area della nuova cittadella della Giustizia. Frammenti d’intonaco d’argilla che conservano le impronte sia di ramaglie che di assi di legno provenienti da un abitato compreso tra il Tardo Antico e l’Alto Medievo (IV-IX secolo d.C.).

La successiva fase di sviluppo di un nuovo settore dell’abitato nell’area nord–occidentale che, nel corso dell’alto Medioevo, comportò la fondazione di almeno tre fabbricati con tecnica edilizia simile alla precedente ma differente sviluppo, sembra trovare corrispondenza con le evidenze più antiche riscontrate nell’ambito delle indagini nel cortile di Casa Fraccaro[24]. In base a quanto sopra descritto e nonostante l’assenza di ulteriori dati archeologici nell’area compresa fra le carceri della madonnetta ed il colle di Santa Maria, è ora possibile ipotizzare la presenza di uno o più nuclei insediativi che occupavano, in un arco cronologico compreso fra il IV e il IX secolo d.C.[25], un’ ampia porzione dell’area che dal versante meridionale del colle digrada verso sud: uno stanziamento abitativo quindi ben più antico di quanto finora proposto grazie alle fonti documentarie per la nascita del centro urbano di Bassano[26]. L’esistenza di edifici interamente costruiti in materiali deperibili, abbondantemente attestati nel corso dell’età altomedievale, sono stati sufficientemente documentati anche per l’età tardoantica, in genere coesistenti con altri provvisti di zoccolo in muratura. I modelli meglio conosciuti e più stringenti per entrambi i periodi in esame sono stati riconosciuti in diverse zone dell’Italia centro-settentrionale, come ad esempio in Toscana, riscontrati nelle fasi più antiche dei siti archeologici altomedievali di Poggibonsi, Montarrenti e Miranduolo (SI) o in Lombardia, a Calvisano, Manerbio, Flero, nel territorio di Ledro, etc[27]. Del resto, la natura delle evidenze finora descritte rivela una forte simmetria con la recente rilettura dei dati di scavo relativi alla fase tardoantica e a quella altomedievale dell’insediamento rurale di età romana a Rosà, in località Brega[28](fig.6B).

Paganozza Cozza immagini1 Pagina 4

6. Il territorio circostante la città di Bassano del Grappa con l’ubicazione del tracciato centuriato che ne doveva percorrere il centro (A) e dei siti di età tardoantica e/o altomedievale oggetto di ritrovamenti di periodo e/o di scavi archeologici recenti: B– Rosà, Località Brega; C – Corte, Angarano; D –Colle Castellaro, Angarano; E – Colle Bastia, Romano d’Ezzelino; F – San Lazzaro, Bassano del Grappa; G –San Pietro in Perno, Rosà.

Perfettamente inserito all’interno della maglia centuriale poco a sud – ovest dell’attuale centro di Bassano, il nucleo insediativo di età imperiale di San Pietro di Rosà trova nella nuova interpretazione delle evidenze strutturali rilevate solo in negativo un’eccellente definizione che rimanda alla rioccupazione del sito che : «…si inserisce nella tipologia d’insediamento e nelle tecniche edilizie delle popolazioni barbariche che si insediarono nelle città e nelle campagne in un periodo di transizione tra l’antichità classica e l’Alto Medioevo, caratterizzato da profonde trasformazioni culturali, etniche, economiche e sociali»[29]. Le ultime due fasi di occupazione di Brega, del tutto simili negli elementi insediativi ai dati bassanesi, ne differiscono invece sia per l’apparente assenza di strutture artigianali per la lavorazione dei metalli sia per un iniziale riutilizzo di quanto restava delle strutture murarie degli edifici rustici di età imperiale[30]. Quest’ultimo dato caratterizza però la rioccupazione di alcuni degli ambienti della villa romana riscoperta alla fine degli anni ’70 del secolo scorso in località Corte a Sant’Eusebio di Angarano (fig.6C), sulla destra orografica del fiume Brenta. Gli edifici di età imperiale, che erano stati probabile oggetto di considerevoli ampliamenti già fra III e IV secolo ma in seguito abbandonati, furono nuovamente occupati in un momento imprecisato nel corso dell’Alto Medioevo, come dimostrano anche alcuni elementi di cultura materiale qui casualmente ritrovati[31]. Il recupero sporadico di alcuni elementi di corredo riconducibili a sepolture di età longobarda effettuato sia sul vicino colle Castellaro (fig.6D), sia sul colle Bastia di Romano d’Ezzelino[32](fig.6E) collocato sulla sponda opposta del fiume, testimoniano una precoce occupazione dello sbocco vallivo da parte della nuova etnia insediatasi stabilmente in Italia nell’ultimo trentennio del VI secolo d. C. Forse relativi a nuclei insediativi di nuova fondazione, collocati lungo le principali e più importanti vie di comunicazione del periodo[33], al momento non esistono invece indizi inequivocabili che possano mettere in relazione questi ritrovamenti e la contemporanea frequentazione dei siti di pianura sopra descritti. Se per il centro di Bassano è tuttavia significativa la relativa vicinanza con la collocazione delle due sepolture maschili longobarde ritrovate in località San Lazzaro (fig.6F), le cui armi del corredo sono databili entro la prima metà del VII secolo[34], non di meno lo è la prossimità della chiesa di San Pietro con l’insediamento in località Brega (fig.6G). Recenti indagini effettuate nel terreno a sud dell’antico edificio di culto, la cui fase altomedievale era già stata documentata nel corso di campagne di scavo precedenti[35], ha confermato la presenza di una necropoli dello stesso periodo estesa anche all’esterno dell’edificio ecclesiastico. Sia il ritrovamento di un orecchino di tradizione bizantina come corredo di una delle sepolture scavate sia la presenza di un frammento di ceramica di tradizione longobarda fra il materiale sporadico costituiscono segnali di una probabile afferenza anche a questo sacello per le comunità che occupavano le campagne a sud di Bassano nel corso dell’Alto Medioevo[36](fig.7).

Paganozza Cozza immagini1 Pagina 5

7 . Rosà (Vicenza), loc. Brega, chiesa di San Pietro. Lato meridionale. Frammento di ceramica longobarda decorata a stampiglia e orecchino di tradizione bizantina (VII – VIII) secolo d.C.) ritrovato nel saggio di scavo.

Sicuramente l’approfondimento dello studio della notevole mole di dati raccolti nel corso delle più recenti indagini archeologiche che la Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto ha effettuato nel centro di Bassano permetterà una migliore comprensione anche delle dinamiche insediative che contribuirono alla genesi, fra l’età tardoantica e quella altomedievale, del futuro nucleo medioevale e moderno della città. Considerando l’ottima potenzialità archeologica ancora conservata nel sottosuolo solo l’attuazione di nuove ricerche che coinvolgano in modo sistematico gli interventi urbanistici all’interno ed in prossimità del centro storico potranno fornire invece nuovi elementi che, oltre a precisare il quadro storico di periodo, consentano anche di ampliarne la conoscenza o di rispondere ad importanti interrogativi rimasti ancora irrisolti[37].

 

Questo sito usa cookies per il proprio funzionamento (leggi qui...)